Sidecar
Da sempre sinonimo di eleganza e sofisticatezza, il Sidecar è un drink senza tempo, immortale e quasi immutabile nella sua struttura di limone, liquore all’arancia e brandy/cognac.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata.
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Indice
Pat MacGarry del Buck’s Club
Sia Robert Vermeire in Cocktail: How to Mix Them del 1922, Sia Harry MacElhone sul suo Harry’s ABC of Mixing Cocktails del 1923, attribuiscono il Sidecar al barman londinese Pat MacGarry del Buck’s Club.
Le ricette riportate da MacElhone e da Vermeire indicano il cocktail composto dei suoi tre ingredienti nelle medesime quantità di un terzo ciascuno.
Harry Craddock sul The Savoy Cocktail Book del 1930 lo riporta dando al Brandy la prevalenza sugli altri componenti, riservandogli metà della ricetta, mentre la metà residua risulta equamente suddivisa fra succo di limone e liquore all’arancia.
Il Sidecar rientra nei “Six Basic Cocktails”, la sezione del libro di David Embury del 1948, The Fine Art of Mixing Drinks, dedicata ai drink che necessariamente un barman deve sapere creare in maniera impeccabile (gli altri cinque sono il Jack Rose, il Daiquiri, il Manhattan, l’Old Fashioned e il Dry Martini Cocktail). Considerandolo una sorta di variazione sul Daiquiri, Embury ne propone la versione 8:2:1, ovvero composto da otto parti di Cognac, due di succo di limone ed una di Triple Sec.
Un drink da 5 dollari
Il Sidecar ad oggi rimane il più iconico dei cocktail a base Brandy/Cognac e già a metà degli anni ’20 del Novecento veniva considerato un simbolo di sofisticatezza ed eleganza, una bevuta per galantuomini e gentildonne.
Ne sono riprova le pagine dedicate al drink da Lucius Beebe nel suo The Stock Club Bar Book del 1946, in cui riporta la notizia che Frank Meier nel 1923 al Ritz Hotel di Parigi era solito proporre ad una clientela selezionata un Sidecar realizzato con una bottiglia di Cognac pre-fillossera del 1865 della casa Remy Martin. Il drink aveva un prezzo equivalente a 5 dollari statunitensi del periodo, una cifra decisamente elevata all’epoca per un solo drink, se pensiamo che il costo medio delle bevande miscelate si aggirava intorno al 50/70 centesimi, realizzando così uno dei primi “luxury cocktail” di cui si abbia notizia.
La canonizzazione IBA
Comparso nella prima lista IBA del 1961, il Sidecar è sempre stato riportato in tutte le codifiche successive, con l’unica eccezione della quarta, elaborata nel 2004. Trascritto inizialmente nella formula proposta da Harry Craddock (2-1-1), nelle edizioni del 1986 e del 1993 le ricette tenderanno ad un’accentuata versione secca, composta di sei parti di Cognac, tre di liquore alle arance ed una di succo di limone, con il ritorno alla versione di Craddock nel 2011 all’interno della lista IBA, dopo l’esclusione del 2004,
La struttura del Sidecar
La naturale evoluzione del Brandy Crusta vedrebbe nel Brandy Daisy l’antenato di molti drink altrettanto famosi, fra cui il Sidecar: consideralo come più preferisci, ma per me il Sidecar rimane semplicemente il Sidecar. Succo di limone, liquore all’arancia e Brandy (o Cognac), come uno sgabello a tre gambe che non vacilla mai, così il Sidecar se miscelato correttamente non vi farà mai sfigurare agli occhi dei vostri clienti.
Rotondo grazie alle ricche note di frutta che emergono dall’invecchiamento del Cognac, strutturato dalla componente alcolica ed aromatica del liquore all’arancia, fresco per merito dell’acidità del succo di limone, il drink conquistò subito il proprio palcoscenico internazionale dopo pochi anni dalla sua creazione.
Indice
Un Daisy in piena regola
Il drink gioca su un bilanciamento in bilico tra la dolcezza del Triple Sec e il succo di limone. Se lo ritieni, puoi aggiungere 5 – 10 ml di sciroppo di zucchero per ottenere un drink meno secco, più morbido e corposo.
Il Triple Sec
Consiglio di utilizzare un ottimo Triple Sec a 40% vol.