Gibson
La prima versione di Dry Martini Cocktail realizzata senza l’ausilio di alcun Bitters aromatico. Quello con cipollina (perfino con la nocciola). Quello della "Regina di Scacchi".
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, aggiungi le cipolline sott’aceto.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatore
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Indice
I primi riferimenti
La prima menzione a stampa risulta essere quella presente sul The World’s Drinks and How to Mix Them del 1908 di William “Cocktail” Boothby…due volte!
Il Gibson Cocktail viene infatti presentato su due pagine diverse (pagina 25 e pagina 145) del ricettario: la prima, con la scritta in stampatello A LA MARTIN RAGGETT (personaggio di cui purtroppo non sono riuscito a trovare nessun riferimento storico) appena sotto il nome del drink, che prevede l’utilizzo di French Vermouth e London Dry gin nelle medesime quantità, specificando che nessun Bitters debba essere utilizzato e che a volte può essere servito con un’oliva in decorazione. La seconda, A LA CHARLES DANA GIBSON, presenta le medesime quantità di French Vermouth e Plymouth Gin, nessun Bitters e niente decorazioni.
L’illustratore
Charles Dana Gibson (1867 – 1944) fu uno dei più estimati illustratori americani. Collaborò con la rivista Life e fu l’ideatore delle Gibson Girls, una serie di disegni raffiguranti figure femminili che per quasi due decenni (quelli a cavallo del Novecento) costituirono il primo standard di bellezza nazionale per le donne statunitensi.
A lui, ed alla sua richiesta al barman Charley Connolly del Players Club di New York di cui Gibson era socio, di qualcosa di originale da bere, la leggenda attribuisce la nascita del drink. Ciò che però cattura la mia curiosità è che appena dopo aver citato Charles Dana Gibson, Boothby nella propria ricetta riporta “BOHEMIAN CLUB, SAN FRANCISCO”. Un errore dell’autore molto probabilmente, poiché fra le altre storie circolanti sull’origine del Gibson Cocktail vi è quella di un altro Gibson, Charles D. K. Gibson (1864 – 1938), uomo d’affari della città sulla costa pacifica degli Stati Uniti, socio del Bohemian Club, a cui viene accreditata l’invenzione del drink intorno al 1898.
La cipollina
A prescindere da quale Gibson abbia dato il nome al cocktail, della cipollina in decorazione, una delle differenze fra il Gibson ed il Dry Martini Cocktail, non vi è traccia in queste prime versioni.
Non vi è traccia nemmeno nel 1914 su Drinks di Jacques Straub e sul Rawling’s Book of Mixed Drink di E. P. Rawling (anzi, in quest’ultima opera si fa riferimento alla presenza di una nocciola), non vi è traccia nel 1916 sul Jack’s Manual di J.A. Grohusko e nel 1917 sul ricettario di Tom Bullock The Ideal Bartender, anche se, per dovizia di cronaca, in alcune di queste opere compaiono gli “Onion Cocktail” (a volte presentati come Pearl Cocktail), tecnicamente dei Gibson a volte a base Old Tom gin, in cui fa finalmente capolino la nostra cipollina in decorazione.
Il primo a pubblicare la ricetta del Gibson Cocktail decorato con la cipollina è Robert Vermeire nel 1922 sul suo Cocktails – How to Mix Them. Con tutta probabilità l’utilizzo della cipollina nacque dall’esigenza di riconoscere a colpo d’occhio due drink che all’interno del bicchiere sembravano pressoché identici: in questo caso specifico, sembra che servisse a delineare il Gibson (il primo prototipo di Dry Martini Cocktail realizzato senza l’ausilio di alcun aromatic Bitters) dagli altri componenti della numerosa famiglia dei Martini Cocktail, che in quegli anni stavano spuntando sui banconi dei bar e fra le pagine dei ricettari coevi.
Il Gibson e Marian Beke
Marian Beke, bartender slovacco di fama leggendaria, ha aperto a Londra nel 2016 il suo Gibson Bar in onore di questo cocktail e di una ricerca dei sapori orientata all’umami (come le cipolline di questo drink). Oggi il Gibson bar non esiste più, purtroppo.
La canonizzazione IBA del Gibson
Inserito nella lista IBA dalla prima codifica del 1961, sarà confermato per le successive tre edizioni (1986, 1993 e 2004) ed escluso nella quinta del 2011 e nella sesta 2020. Malgrado questo fattore, all’inizio del secondo decennio del XXI secolo il drink è tornato alla ribalta grazie alla serie televisiva La Regina degli Scacchi, in cui la protagonista, prodigio della disciplina e alcolista, ne fa un consumo smodato.
Indice
Bilanciamento
Esattamente come per il Dry Martini Cocktail, questo è un cocktail fortemente personalizzabile nel bilanciamento tra Gin e Vermouth dry. e dove l’aggiunta di una piccolissima dose di zucchero (che puoi anche omettere se preferisci) dona corposità.
Cipolline
Scegli cipolline di qualità, ti assicuro che faranno la differenza!