Bronx
Il Bronx è collegato alla nascita dei mini bar casalinghi degli Stati Uniti. Un drink dall’intensa e breve fama, che ha messo le basi per tanti altri cocktail conosciuti a livello internazionale.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di arancia.
Iscriviti!
Indice
Quartieri e creatori
Il Bronx prende il nome da uno dei cinque “bouroghs” di New York, insieme a Manhattan, Brooklyn, Queens e Staten Island (quest’ultimo risulterebbe l’unico ad oggi a non possedere un cocktail col proprio nome).
Sarebbe stato creato tra il 1899 e il 1901, secondo la prima menzione a stampa del 1901 sul The Virginia Enterprise, e sono due i bartender che se ne contendono la paternità: il primo è Billy Malloy di Pittsbutg, che viene accreditato come creatore del drink da William Boothby nel suo The World’s Drink and How to Mix Them del 1908. Il secondo è John “Curley” O’Connor, capobarman del Waldorf Astoria Hotel, che in realtà sembrerebbe essersi preso il merito della creazione di un suo sottoposto, il barman Johnny Solon.
La popolarità del Bronx
Nei primi decenni del Novecento il Bronx raggiunse una popolarità davvero molto elevata, capace purtroppo di esaurirsi nel volgere di breve tempo, ma che gli permise di diventare una struttura su cui potere sperimentare innesti e variazioni, portando alla creazione di altri drink molto apprezzati, come il Blood and Sand, il Satan’s Whiskers e l’Income Tax. Successivamente, a metà degli anni ’30, la moda dell’utilizzo di succhi di frutta preconfezionati mise in crisi l’equilibrio donato alla ricetta dalla spremuta di arancia fresca
Dal bancone alla credenza
Come riporta David Wondrich nel suo The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021, la struttura del Bronx ricorda quella di un Perfect Martini (un Dry Martini Cocktail con il vermouth dry tagliato con la sua variante dolce) a cui viene aggiunta la nota di arancia.
Il Bronx ebbe il merito di essere il drink che “took the cocktail from the barroom to the sideboard”, ovvero portò la passione statunitense per la miscelazione dal bancone dei locali pubblici alle credenze di casa, facendo da apripista alla consuetudine americana di preparare i cocktail fra le mura domestiche, come spesso si può ammirare in alcune pellicole d’epoca della cinematografia hollywoodiana.
Anche Craddock dice la sua
Nel The Savoy Cocktail Book del 1930 di Harry Craddock troviamo due interessanti versioni del Bronx (ricette in parti):
Bronx Cocktail: 1/2 Gin, 1/4 Vermouth dolce, 1/4 Vermouth dry, 1/4 Spremuta di arancia
Bronx (Silver) Cocktail: 1/2 Gin, 1/4 Vermouth dolce, 1/4 Vermouth dry, 1/4 Spremuta di arancia, 1 bianco d’uovo
Canonizzazione IBA del Bronx
Dalla prima codifica IBA del 1961, il Bronx è stato inserito nella lista per quattro successive edizioni (1961, 1986, 1993, 2004), venendo definitivamente escluso con la quinta codifica del 2011.
Oggi non è un cocktail richiesto.
Indice
La ricetta che riporta Wondrich sul The Oxford Companion to Spirits & Cocktails non prevede l’utilizzo della spremuta di arancia, ma consiglia di tagliare una rondella in 8 pezzi più piccoli e di pestarli con un muddler sul fondo dello shaker.