Cosmopolitan
Insieme a Sarah Jessica Parker al bancone di un bar. Quattro chiacchiere sulle nostre disavventure sentimentali al profumo di vodka e succo di cranberry.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di arancia.
Info
Tipologia
Creatore
Periodo storico
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Indice
La popolarità di Sex and The City
Con ogni probabilità, come il 90% della popolazione mondiale, lo avete visto nelle mani di Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda, le quattro protagoniste della serie televisiva Sex and The City, trasmessa originariamente tra il 1998 e il 2004; o forse siete nel restante 10% che lo ha ordinato in maniera del tutto casuale al bancone di un bar. Sta di fatto che dire Cosmopolitan significava dire “cocktail” tout court, specialmente nel periodo storico che va dalla fine degli anni ’80 (quando è stato inventato) all’inizio del nuovo millennio, quando la rinascita di una miscelazione di qualità ha cominciato a muovere i primi passi anche al di fuori delle “camere criogeniche” (intese come i banconi di alcune strutture alberghiere o delle grandi navi da crociera) dove i bravi bartender avevano continuato a lavorare mentre all’esterno “carestie e pestilenze” dilagavano indisturbate.
Toby Cecchini dell’Odeon Bar
Certo, dall’ideazione di Toby Cecchini (oggi il barman più accreditato alla paternità della ricetta) all’Odeon Bar di New York, nel 1988, il Cosmopolitan di strada ne ha fatta molta, ma ne aveva già fatta altrettanta prima di arrivare alle orecchie e alle mani del suo creatore: la prima menzione del drink, infatti, risalirebbe al libro del 1934 Pioneer’s Of Mixing At Elite Bar di Charles Christopher Mueller. Nelle cinque versioni del drink presenti sull’opera con il nome Cosmopolitan (quattro delle quali di colore rosa), ve ne è una composta da Gin, succo di limone, Triple sec e sciroppo di lamponi. Omonimo e, allo stesso tempo, antenato di un certo interesse. Non possiamo non citare anche un altro drink, l’Harpoon (vodka, succo di lime e succo di cranberry), sponsorizzato nel 1968 dalla The Ocean Spray, la cooperativa statunitense specializzata nella coltivazione del mirtillo rosso e del succo da esso ricavato.
La fama e la vergogna
Toby Cecchini per anni ha tenuto un bassissimo profilo nelle questioni che riguardassero l’attribuzione della paternità del Cosmopolitan, dovuto al fatto di essere consapevole di essere stato il creatore di uno dei drink più odiati dai bartender di tutto il mondo, poiché perennemente richiesto dal quel tipo di clientela, la stragrande maggioranza, che non si interessa di miscelazione se non per quei brevi momenti in cui con un drink in mano voglia donare di sé stessa un’immagine sofisticata e alla moda. Deciderà di uscire allo scoperto solo nel 2004 con l’autobiografia Cosmopolitan, dopo che negli anni precedenti altri bartender, da ogni parte degli Stati Uniti, cominciarono a dichiararsi gli inventori originari del cocktail.
Lo sviluppo del Cosmopolitan
Come riportato sul libro di Robert Simonson, A Proper Drink, Toby venne a conoscenza di un drink chiamato Cosmopolitan (composto di Vodka, Roses’s Lime e granatina) da una sua collega dell’Odeon Bar, Melissa Huffsmith, che conosceva un bartender di San Francisco che avrebbe portato a New York il drink bevuto dalla comunità gay della Bay Area. Realizzato così, il Cosmopolitan non convinceva per niente Toby, che ci mise le mani e decise di prepararlo secondo lo stesso procedimento utilizzato per la realizzazione del Margarita, ovvero con l’uso del succo di lime fresco ed il Cointreau, e sostituendo la granatina con il succo di Cranberry. Inizialmente miscelato per lo staff dell’Odeon, ben presto il Cosmopolitan di Cecchini prese piede anche fra la clientela del locale e finì per approdare ad altri bar. Uno di questi bar, e di sicuro il più importante per il successo del drink nel mondo, fu il Rainbow Room gestito da Dale De Groff, che iniziò a prepararlo per le star del jet set che frequentavano il bancone gestito da “King Cocktail”, fra cui una icona di stile come Madonna.
La canonizzazione IBA del Cosmopolitan
Presente nella lista IBA dal 2004, oggi noi bartender soffriamo ancora di un edipico complesso nei confronti del Cosmopolitan, a cui dobbiamo tanto nella professione del nostro lavoro (per essere riuscito ad arrivare ad un numero così elevato di persone e per averci fatto capire il potere evocativo che una bevanda miscelata può creare nella nostra clientela) ma che snobbiamo troppo spesso come un drink facile (questo è vero) e di pessima qualità (questo è un po’ meno vero). Se realizzato nella maniera corretta, il Cosmopolitan è senza dubbio un drink senza eccessive pretese, ma capace di rendere la serata della nostra clientela davvero piacevole, accogliendola fra le note acide del lime e del mirtillo rosso, quelle aromatiche della vodka al limone e la dolce corposità del liquore di arance.
Indice
Quale succo di mirtillo per il Cosmopolitan?
Non utilizzate il succo di mirtillo nero, ma quello rosso americano. Io personalmente utilizzo quello di Natys.
Non infiammate le scorze di arancia
Nella propria versione, Dale De Groff utilizza un famoso twist infiammato di scorza di arancia. Sicuramente l’operazione è molto scenica, ma può portare delle sensazioni spiacevoli di olio bruciato al drink.
Vodka al limone
In assenza della Vodka al limone, puoi utilizzare una Vodka bianca e pestare col muddler un pezzetto di scorza di limone nello shaker prima di versare gli ingredienti e shakerare.