White Negroni
Un drink contemporaneo che è già un classico della miscelazione.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtrate in una tumbler basso ricolmo di ghiaccio (meglio se un chunk). Infine, sprizza il twist di limone.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatori
Periodo storico
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Indice
Mistificazioni da Sindrome
Capita a volte che un drink lasci un segno così tanto profondo nel mondo della miscelazione che, presi dalla sindrome della “età dell’oro” (che tende a banalizzare il presente per rivestire il passato di qualità e gusto non sempre verosimili), si sia tentati di considerarlo molto più datato di quanto in realtà non sia. Il White Negroni ha rischiato di subire lo stesso trattamento, se non fosse stato per la passione storiografica di Robert Simonson.
Robert Simonson
Reporter di viaggi per il New York Times a partire dal 2000, con il passare del tempo è andato specializzandosi in spiriti, cocktail, bartender e bar, risultando una delle voci più autorevoli nel campo della miscelazione contemporanea, argomento su cui ha scritto nel 2016 A Proper Drink e nel 2022 Modern Classic Cocktails. Proprio fra le pagine di quest’ultima sua opera è possibile reperire una corretta narrazione delle origini del White Negroni.
La storia
A crearlo sarebbe stati Nick Blacknell, oggi Global Marketing Director di Chivas Regal, ed il bartender Wayne Collins.
I due britannici si trovavano nell’estate del 2001 nei pressi di Bordeaux, in Francia, per presenziare a Vinexpo, una fiera su vino e prodotti alcolici che quell’anno ospitava la competizione Drinks International, a cui Collins era iscritto. Il giorno prima della gara, complice la calda estate transalpina e l’impossibilità di trovare un bar aperto nella città ci Medoc, presso cui soggiornavano, Blacknell e Collins decisero di recarsi al negozio di liquori più vicino per acquistare l’essenziale per prepararsi un Negroni. Appena varcata la soglia della rivendita si trovarono di fronte ad una nutrita schiera di liquori e aperitivi francesi, all’epoca ancora piuttosto poco utilizzati nel mondo delle bevande miscelate. Fra i prodotti che acquistarono erano presenti anche una bottiglia di Lillet Blanc (aperitivo di vino bianco) e una di Suze (amaro di genziana), ingredienti originali del White Negroni.
Caduta e rinascita
Dopo le prime sperimentazioni, e raggiunto un equilibrio gustativo che li soddisfacesse, Blacknell propose a Collins di promuovere il nuovo drink sul suolo britannico con il nome di White Negroni, una volta tornati in patria. Ma gli sforzi dei due non portarono i risultati sperati, e nel giro di qualche mese il White Negroni passò nel dimenticatoio.
Ma a volte la strada per il successo segue percorsi tortuosi ed inaspettati. Nel 2022 Blacknell si ritrovò ad assumere Simon Ford come brand ambassador del Plymouth Gin: fra i compiti di Simon vi era quello di fare apprezzare il distillato inglese sul suolo statunitense e risvegliare negli Stati Uniti l’assopita passione per il Gin. Ford decise di portare al di là dell’oceano Atlantico il White Negroni, come se fosse un grimaldello con cui scassinare le resistenze che avrebbero potuto pararglisi davanti.
Di bar in bar
Di bancone in bancone Ford fece assaggiare il White Negroni a tutti i proprietari e i bartender presso cui sponsorizzava il gin Plymouth, fra cui Audrey Saunders, all’epoca direttrice del Bemelmans Bar dell’Hotel Carlyle di New York.
La Saunders ne fu da subito entusiasta e, nonostante la difficoltà di reperire il liquore alla genziana di origine francese nel mercato americano (ovvierà a questo fattore portando con sé alcune bottiglie di Suze nei suoi numerosi viaggi di ritorno dall’Europa), inserì il drink in molti dei menù delle strutture presso cui ha lavorato, fino anche al Pegu Club, da lei inaugurato nel 2005, portando il White Negroni a quella popolarità che ancora oggi il drink gode.
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Questione di bilanciamenti
Mai come oggi, con tutte le varietà di liquori alla genziana, aperitivo bianco a base vino e Gin presenti sul mercato, è possibile creare White Negroni dalle sfumature diverse.
Lo standard e il punto di partenza è prepararlo in parti uguali, ma non è un obbligo. In base al risultato che vuoi raggiungere, puoi ribilanciarlo in favore del liquore bianco alla genziana (più amaro), dell’aperitivo bianco a base vino (più dolce) o del Gin (più aromatico).
Soda?
Se lo vuoi più leggero puoi aggiungere una piccola quantità di soda in finale.