Tuxedo
L’eleganza in un bicchiere: un Dry Martini Cocktail ingentilito dalle note dolci e botaniche dell’Old Tom gin, dal Maraschino e dai sentori aromatici dell’assanzio e dell’orange bitters. Classe e carattere!
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixin glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di limone.
Info
Famiglia
Creatore
Periodo storico
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Indice
Le testimonianze
Il Tuxedo compare per la prima volta nell’edizione del 1900 del New and Improved Bartenders’ Manual di Harry Johnson: Old Tom e dry vermouth in parti uguali, con l’aggiunta di alcune gocce di maraschino, assenzio e orange bitters. Grohusko nel 1908 sul suo Jack’s Manual riporta una ricetta simile a quella di Johnson, ma sostituisce l’orange bitters con l’Angostura.
Nei ricettari che seguirono la tendenza è quella di riprendere fedelmente la versione del Bartenders’ Manual del 1900. In Recipes for Mixed Drinks del 1916 di Hugo Ensslin, il Tuxedo viene proposto a base di Sherry, Anisette, maraschino e Peychaud’s bitters: una variante piuttosto originale e maggiormente aromatica. Solo Harry Craddock, sul suo The Savoy Cocktail Book del 1930, ne riporterà due differenti ricetta: la prima, Tuxedo Cocktail No.1, miscelata con medesime quantità di London Dry gin e dry vermouth, aromatizzati con qualche goccia di assenzio e un twist di limone; la seconda, Tuxedo Cocktail No.2, ricorda quella di Harry Johnson, ma all’Old Tom gin viene sostituito il London Dry. Secondo alcune fonti, il Tuxedo venne creato sul finire dell’Ottocento al bar del Waldorf-Astoria Hotel: una versione interessante di questo drink, in cui al vermouth francese si sostituisce lo sherry, è riportato fra le pagine del Old Waldorf Bar Days del 1931.
L’etimologia
Il nome del drink è da ricollegare con quello che fu un esperimento sociale ideato da Pierre Lorillard IV (1833 – 1901), un magnate statunitense dell’industria del tabacco e proprietario di rinomati cavalli da corsa. Nel 1885 decise di convertire una non più attiva zona di estrazione mineraria di proprietà della sua famiglia nella propria personale riserva di caccia e pesca a cui diede il nome di Tuxedo Park, mutuandone il nome dal termine tucsedo, derivato dalla lingua della tribù dei Lenape, che significa “fiume storto”. Su quel terreno cominciò a costruire una serie di piccoli cottage, che inizialmente affittò ad amici e parenti, e a mano a mano che l’entusiasmo per quelle residenze iniziò a prendere piede nell’alta società americana dotò Tuxedo Park di campi da golf, da tennis e di una clubhouse esclusiva.
In questo artificiale paradiso bucolico e sportivo, riservato alla élite economica del Paese, conosciuta come i Tuxeders, venne impiantato il primo sistema fognario completo d’America e venne presentato per la prima volta il tuxedo, in Italia conosciuto con il termine “smoking”. La classe, raffinatezza ed eleganza dei frequentatori di Tuxedo Park sono stati d’ispirazione al nome del cocktail.
Struttura e canonizzazione IBA
Il Tuxedo è un drink capace di lasciare il segno: forte, aromatico, dolce ed erbaceo, è un entry-level per coloro che vogliano avvicinarsi al Dry Martini Cocktail, senza sperimentare potenza e secchezza di quest’ultimo. Il Tuxedo non è un cocktail per tutti i palati, questo è certo, ma è capace di esaltare le papille del cliente “giusto”.
A partire dal 2011 il Tuxedo è stato inserito nella lista IBA.
Indice
La versione presente sul Old Waldorf Bar Days recita “Dash of Orange Bitters, Two-thirds Plymouth Gin, One-thirds Sherry Wine” e riporta la frase “After a settlement on the Erie R. R. where many customers of the Bar had country places”, collegando la creazione del drink al Tuxedo Park di Pierre Lorillard IV. Ti consiglio di utilizzare uno sherry secco, come un Fino o un Amontillado, se vuoi provare a replicare il drink senza discostarti troppo dalla sua struttura originaria.