Tequila Sunrise
Due drink differenti che incrociano i loro rispettivi percorsi e si fondono in un’unica bevanda miscelata al Trident Bar, in California, per merito di Bobby Lozoff… e i Rolling Stones lo portano in giro per il mondo!
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa prima il Tequila e la spremuta direttamente nel bicchiere freddo pieno di ghiaccio e miscela delicatamente. Versa in cima la granatina, che scendendo creerà l’effetto alba. Infine, decorate con una fetta di arancia.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatore
Periodo storico
Iscriviti!
Indice
Daisy
Il punto di partenza possiamo stabilirlo sui Daisy, una famiglia di cocktail nata nella seconda metà Ottocento come “avanzamento strutturale” dei Sours e che rispetto a questi prevedeva l’utilizzo di sciroppi aromatici e/o liquori alla frutta per implementare la parte dolce del drink e, a volte, una piccola quantità di soda. Oggi per Daisy intendo altro.
L’Agua Caliente di Tijuana
Come riporta David Wondrich sul suo Imbibe!, in pieno Proibizionismo molti americani assetati varcavano i confini verso il Messico per concedersi qualche bevuta senza il rischio di essere incarcerati e denunciati. In uno dei ritrovi per Yankee più conosciuti di fine anni ’20 e inizio anni ’30, il Resort Agua Caliente di Tijuana, veniva servito il Sunrise Tequila, a base di Tequila, succo di lime, granatina, crème de cassis e soda. Un vecchio Daisy, insomma.
Il Jalisco di Tarling
Pochi anni dopo, nel 1937, compare sul Café Royal Cocktail Book di William J. Tarling la ricetta di un cocktail chiamato Jalisco e composto di un terzo di succo di arancia, due terzi di Tequila e qualche goccia di sciroppo di granatina o di zucchero.
Da una parte Tijuana, dall’altra Tarling: è come se la ricetta del drink ed il suo nome abbiano percorso strade differenti fin dall’inizio per poi ritrovarsi in un solo punto e, a partire da lì, raggiungere tutto il resto del mondo.
Bobby Lozoff e i Rolling Stones
E quel “solo punto” è il Trident, a Sausalito, in California. Qui, nel 1969, il 22enne bartender Bobby Lozoff miscela un drink a base di succo di arancia, Tequila, granatina e lo chiama Tequila Sunrise.
Nel giugno del 1972, in un privatissimo party post concerto dei Rolling Stone, Bobby fa provare a Mick Jagger la sua creazione: il cantante del gruppo ne è così tanto affascinato da proporgli di entrare nell’entourage del prossimo tour in partenza della band, così da poter miscelare a Jagger il drink in ogni momento in cui lui lo desiderasse.
Ai 4 ragazzi di Satisfaction il Tequila Sunrise deve essere piaciuto proprio tanto nel tour del ’73, dato che come ha riportato Keith Richards nel suo autobiografico Life, “that tour was known by other name-the Cocaine and Tequila Sunrise tour”.
La canonizzazione IBA del Tequila Sunrise
A partire dal 1986 (nella cui edizione, curiosamente, compare in due varianti: long drink e short drink, quest’ultimo realizzato con succo di limone, granatina, liquore alla banana, Galliano e tequila) il Tequila Sunrise è parte integrante della lista IBA.
La struttura del Tequila Sunrise
Il Tequila Sunrise ha sicuramente accusato, dal 1969 in poi, una perdita di interesse nei propri confronti dovuta a tre fattori importanti: i suoi tre ingredienti. Per quanto non si tratti di ingredienti di difficile reperimento, i componenti del drink possono trasformarlo in una bevuta piacevole o in un terribile chiodo nella testa il mattino seguente.
Primo fra tutti, il Tequila. Quando la rinascita dell’interesse per il distillato messicano era ancora di là da venire, l’utilizzo del Tequila Mixto, rispetto al 100 % Agave Azul, ha fatto detestare a molti alcune serate fra gli anni ’80 e ’90: un prodotto ruvido, grezzo, dozzinale, che è capace di rovinare qualsiasi cocktail in cui venga miscelato. Non usarlo, mai, per nulla…soprattutto in un Tequila Sunrise!
Medesimo discorso possiamo fare sia per la granatina che per il succo di arancia. Le arance è sempre meglio spremerle fresche, piuttosto che affidarsi ai prodotti già pronti che potete acquistare dai vostri fornitori. E anche per lo sciroppo di granatina ti chiedo di prestare attenzione: in giro si trovano prodotti che di melagrana, al loro interno, non possiedono nemmeno l’ombra: seleziona bene ciò che hai intenzione di usare, o impara a farti la tua granatina.
Oggi il Tequila Sunrise non è certo un drink richiesto.
Indice
Attenzioni del Tequila Sunrise
- Usare un Tequila 100% agave
- Utilizzare spremuta fresca e non succo confezionato
- Utilizzare granatina home made
Acido citrico
Io considero il Tequila Sunrise un drink leggermente acido e per questo motivo lo classifico in una categoria di Sour che ho classificato come Easy Sour.
Se invece vuoi rendere il drink più acido, puoi pensare di aggiungere acido citrico, in una quantità di 0.4 g ogni 100 ml, alla spremuta di arancia. L’acido citrico si scioglie al momento. In questo caso possiamo considerare il drink un Long Sour.