
Suffering Bastard
Per vincere le guerre serve anche astuzia e qualche asso nella manica: il Suffering Bastard sembra avere salvato l’Occidente dall’avanzata tedesca durante il secondo conflitto mondiale. Onore a Joe Scialom.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti eccetto la ginger beer. Filtra in un bicchiere alto precedentemente raffreddato colmo di ghiaccio e aggiungi la ginger beer. Miscela delicatamente con il bar spoon. Infine, decora.
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Indice
Pessimi alcolici, pessimi soldati
Immaginate di essere soldati britannici di istanza in Egitto, a Il Cairo, nella Seconda guerra mondiale, nell’ottobre del ‘42. Le truppe del Feldmaresciallo Rommel sono a 150 miglia dal luogo di ritrovo in cui alla sera voi e i vostri commilitoni cercate svago e riposo dai giorni di trincea, lo Shepheard’s Long Bar dell’omonimo hotel.
L’invasione dell’Africa da parte delle truppe tedesche ha sprovvisto tutto l’Egitto di una costante ed ininterrotta reperibilità di prodotti alcolici di importazione di qualità, fattore che ha ripercussioni sull’intera forza schierata dall’esercito di Sua Maestà: hangover intollerabili causati dal pessimo alcol a disposizione sul mercato nero condizionano in maniera non trascurabile lo stato di servizio delle truppe al fronte.
Una camera per domani sera
Una sera di ottobre del 1942, mentre tutto procede come ogni altra sera allo Shepheard’s Hotel, arriva un messaggio che riporta le parole “Si prega cortesemente di riservare alcune camere allo Shepheard per domani sera e un tavolo sulla terrazza”, firmato Erwin Rommel.
Congiuntamente arriva un altro messaggio all’hotel, la richiesta da parte della compagnia dell’esercito britannico Undicesima Ussari, improvvisamente mobilitata verso El Alamein e protagonista nella serata precedente di una lunga sessione di bevute al bancone del Long Bar, di quattro galloni della cura della casa contro i postumi della sbornia. Recuperati tutti i contenitori termici in grado di essere reperiti, Joe Scialom, il bartender del Long Bar, prepara la quantità richiesta dal reggimento britannico e lo manda via taxi al fronte, dove le truppe della Regina riusciranno a fermare l’avanzata di Rommel.
Il rimedio di Scialom
Joe aveva sperimentato la propria cura al post sbronza già a partire dagli anni ’40, quando, come accennato prima, la pessima qualità dei prodotti alcolici reperibili al tempo in Egitto erano causa di mal di testa e debilitazione fra i soldati; decise così di formulare un tonico a base di brandy illecitamente sottratto all’esercito inglese, di gin in arrivo dal Sud Africa, di sciroppo di lime, qualche dash di Bitters confezionato da un droghiere all’angolo della strada dove sorgeva l’albergo e una ginger beer (o ale, a seconda delle versioni narrate) importata da un mercante greco di dubbia moralità.
Il nome della bevanda miscelata? Suffering Bastard, o Suffering Bar Steward, se le vostre orecchie fossero poco avvezze al turpiloquio.
La fama mondiale e Trader Vic
A guerra finita, e con la vittoria degli Alleati, le leggende riguardanti Scialom ed il suo Suffering Bastard conquistano il mondo intero, tanto che la fama di Joe cresce in maniera così esponenziale da fargli guadagnare l’appellativo di “il più conosciuto uomo del Medio Oriente”.
Trader Vic, che non si è mai fatto sfuggire l’occasione di fare marketing e vendere prodotti alcolici, inserì una sua versione del Suffering Bastard (con tanto di Tiki mug personalizzata) nel menù della propria catena di locali, stravolgendo la ricetta di Joe. Per assurdità, e con prova di grande professionalità, a Scialom toccherà in alcune circostanze miscelare proprio la ricetta di Vic (un Mai Tai con una dose extra di rum giamaicano e una fetta di cetriolo in decorazione) dichiarando “se i clienti lo preferiscono così, non vedo perché non dovrei prepararglielo”.
La versione di Trader Vic fu da lui stessa inserita nel 1968 sul suo Trader Vic’s Pacific Island Cookbook ed è caratterizzata dal servizio in una iconica mug “Mai-Tai Joe” dalla forma di una grossa scultura Moai coi postumi di una sbornia, che seduta pone le mani sulla fronte dolorante.
Negli anni a venire Joe, le cui vicissitudine della vita porteranno lontano dall’Egitto intorno agli anni ’50, ideò altri due drink con una struttura molto simile a quella del Suffering Bastard, il Dying Bastard ed il Dead Bastard, oggi tutti componenti della sua “Bastard Trilogy”.
La canonizzazione IBA del Suffering Bastard
Nel 2020 il Suffering Bastard è stato inserito nella lista IBA.
La struttura
Al di là del nome molto evocativo e di impatto/appeal sulla clientela, il Suffering Bastard è un drink da riscoprire, la versione esotica/Tiki del Long Island Iced Tea, molto prima che gli anni ’80 arrivassero a radere al suolo tutto ciò che era stato il lavoro di qualità sul bere miscelato.
Fresco e pungente, erbaceo, corposo ed aromatico, il Suffering Bastard è una bella proposta da considerare nei confronti del cliente solito al consumo di Moscow Mule che si ritrovi una sera a voler assaggiare qualcosa di non convenzionale.
Indice
La trilogia dei bastardi
Il Sufffering Bastard è parte di una trilogia elaborati da Joe Scialom di cui fanno parte anche il Dead Bastard e il Dying Bastard.