Mai Tai (Trader Vic, ’44)
Il drink Tiki più famoso del mondo, la cui popolarità è contesa forse solo dallo Zombie, che ha portato il suo ideatore all’interno delle aule dei tribunali per non vedersene sottratta la paternità.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera con ghiaccio tritato tutti gli ingredienti e servi senza filtrare in un double rock precedentemente raffreddato. Se necessario, aggiungi in finale altro ghiaccio tritato. Infine, decora con un ciuffo di menta.
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Indice
Un drink in tribunale
Un drink che ha scatenato una guerra, nel vero senso della parola. Una guerra legale, combattuta a colpi di avvocati e vecchi ricettari che ha visto affrontarsi Donn Beach (il papà del Tiki) e Trader Vic (colui che ha reso internazionale il Tiki). I fatti.
Le origini
Trader Vic dice di aver inventato il Mai Tai nel 1944 presso il suo ristorante di Oakland insieme ad uno dei suoi bartender, una notte in cui i due vollero provare a creare il più buon drink che avrebbero mai potuto miscelare. Prima che la nottate finisse, i due proposero il loro nuovo cocktail ad una coppia di amici di Vic, Ham e Carrie Guild, appena rientrati da una vacanza a Tahiti. Al primo assaggio, Carrie esclamò “Mai Tai Ro’ae”, che nella lingua tahitiana significa “il migliore”.
La fama
La vera popolarità del Mai Tai però nacque solo a partire da nove anni dopo, nel 1953, quando la compagnia di navigazione turistica Matson Lines chiese a Vic di occuparsi della lista drink della Lurline (la più famosa nave della compagnia che partiva da San Francisco per traghettare i turisti fino alla Hawaii) e degli hotel sull’arcipelago di proprietà della medesima, come il Royal Hawaiian, il Surfrider e il Moana.
A partire da quell’anno scoppia la febbre per il Mai Tai: i turisti di ritorno dalla loro vacanza esotica cominciano a richiedere il drink nei bar di tutta l’America, così da poter tornare almeno con la memoria alle spiagge e al sole hawaiiani.
La questione “Mai Tai’s Rum”
Per rendere l’idea di quanto il Mai Tai abbia calamitato i gusti dei consumatori statunitensi del periodo ci basta fare accenno al fatto che il primo Rum utilizzato nella ricetta, il Wray & Nephew 17yr, nel giro di qualche anno risultò definitivamente irreperibile sul mercato, costringendo Vic a sostituirlo con la versione leggermente meno invecchiata (15yr), a propria volta esaurita nel volgere di qualche altro giro di calendario.
Questo portò così l’ideatore del drink ad iniziare ad imbottigliare una propria etichetta di Rum composta da un blend di distillati giamaicani invecchiati per otto e per quindici anni. Il blend appena citato veniva infine miscelato all’interno del drink con Rum da melassa proveniente dalla Martinica per provare a replicare l’originale sensazione gustativa che il Wray & Nephew 17yr riusciva ad apportare alla prima versione del Mai Tai. Dato che si trattava di un rum da melassa, non dobbiamo pensare ad un Rhum agricole, come precisato anche nella prima menzione a stampa del Mai Tai, quella presente sul Bartender’s Guide del 1972, ad opera proprio di Trader Vic.
Dal ’73 in poi il definitivo Mai Tai Rum Mix con cui Vic realizzerà il drink sarà composto da una miscela di “Rum portoricano, Rum martinicano, un giamaicano da una grande quantità di esteri e un rum della Guinea” come riportato dal blog di Gianni Zottola.
Le diatribe
Ma certo, con la fama arrivano anche le tante contraffazioni, a volte meno maliziose (come quelle di un barman che non conosce la ricetta del drink richiesto dal proprio cliente e la inventa sul momento), a volte di più (come quelle delle grandi compagnie che lanciarono sul mercato dei pre-mix per preparare in casa il proprio Mai Tai), che porteranno Vic nelle aule dei tribunali per vedersi riconosciuta la paternità del drink.
Il più grande rivale di Vic, Donn Beach, nell’inserirsi all’interno della diatriba sull’attribuzione del drink, disse in più di un’occasione che il Mai Tai era un drink assolutamente replicabile nel tentativo di ri-creare alcuni dei drink del Don The Beachcomber’s, locale molto amato e frequentato da Trader Vic nel 1937, che lo folgorò e ne modificò l’idea di ristorazione.
Donn fece anche chiaro riferimento (come testimoniato da Edward “Mick” Brownlee, suo collaboratore per più di dieci anni) all’apprezzamento di Vic per il suo Q.B. Cooler, strutturalmente molto diverso dal Mai Tai, ma dal gusto decisamente affine.
All’interno della questione si è inserita anche la vedova di Donn Beach, Phoebe Beach, che nel 2002 pubblica il libro Hawaii Tropical Rum Drinks and Cuisine by Don the Beachcomber’s in cui parla dell’esistenza, a partire dal 1933, di un drink di Donn chiamato Mai Tai Swizzle, mai apparso sui menù dei ristoranti poiché non particolarmente gradito al suo inventore. Comunque sia, anche se il Mai Tai Swizzle di Donn dovesse mai apparire su un menù nascosto tra le nebbie del tempo, il concetto che sta dietro al Mai Tai di Trader Vic è del tutto di proprietà di Vic, facendo di lui l’ideatore di uno dei drink più immortali e miscelati del mondo.
La canonizzazione IBA del Mai Tai
Il Mai Tai entrò a far parte della lista IBA con la seconda codifica del 1986, preparato con succo di lime, orzata, Orange curacao, granatina e le generiche indicazioni “Rum bianco” e “Rum scuro”, oggi considerate totalmente inappropriate. Venne escluso nella terza codifica del 1993 ed infine definitivamente re-integrato in maniera stabile dall’edizione del 2004 fino all’ultima del 2020, in cui finalmente si fa riferimento alla nazionalità e tipologia dei distillati di canna da zucchero da utilizzare, ovvero giamaicano ambrato e martinicano da melassa, piuttosto che alla vaga specifica cromatica.
La struttura del Mai Tai
Quello che oggi un bartender di livello deve avere chiaro nella realizzazione del Mai Tai è che, più che un drink, il Mai Tai è un modo per degustare i Rum che lo compongono, sia perché la versione originale a base di Wray & Nephew 17 yr era prodotta con un distillato “talmente eccellente che […] non doveva essere sopraffatto da succhi o ulteriori aromi” (come riportato da Gianni Zottola nel proprio blog), sia perché lo stesso Trader Vic realizzerà un Mai Tai Old Fashioned, con alla base il Mai Tai Rum Mix commercializzato da lui medesimo, con l’intento primario di andare a valorizzare i distillati di canna che caratterizzano il proprio personale blend, servendosi della famiglia iconica della miscelazione più adatta a questo scopo, quella appunto degli Old Fashioned.
Indice
Quali Rum per il Mai Tai?
Oggi lo standard è utilizzare alla base del Mai Tai due rum diversi, di medio corpo, per creare un drink fresco e dalla beva deliziosa: l’invito è di trovare la tua personale combinazione.
Misurare il ghiaccio
Banalmente in questo caso, riempio il bicchiere di servizio di ghiaccio tritato, lo travaso nello shaker e shakero quella quantità. È probabile che nella shakerata e nel successivo servizio nel bicchiere, il livello del ghiaccio risulti fortemente diminuito. Ecco perché ti consiglio di rabboccarlo con del nuovo ghiaccio tritato.
La shakerata
Shakera morbido per 3-4 secondi.
Qui la qualità del ghiaccio tritato farà la differenza, perché un buon ghiaccio non si sfalderà con la shakerata.