
Enzoni
Da Napoli a New York, passando per Londra. Sotto la gestione di Dick Bradsell, Errico rivoluziona la struttura del gin sour aggiungendo bitter e chicchi di uva. Dopo 20 anni, il drink torna a prendersi il riconoscimento che merita.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Pesta i 4 chicchi di uva privati dei semi sul fondo dello shaker, aggiungi gli altri ingredienti, il ghiaccio e shakera. Filtra in un Double rock glass freddo colmo di ghiaccio. Infine, decora con un chicco di uva.
Info
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Creatore
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Indice
Lo stile di Bradsell
Capita a volte che un drink venga creato, riceva un generale apprezzamento, venga momentaneamente dimenticato per poi ritrovare fama e popolarità dopo 20 anni. È quello che è successo all’Enzoni, drink di Vincenzo Errico. Nel 2000 il bartender napoletano viene assunto al Match Bar di Londra, diretto dalla leggenda della miscelazione Dick Bradsell. Dick in quegli anni era il più eminente “influencer” della scena inglese (se non mondiale), e l’Enzoni risente proprio del carisma e dello stile di Bradsell: un gin sour impreziosito da elementi implementati ad una struttura portante consolidata, esattamente come il Bramble ideato dal bartender inglese qualche anno prima.
Il Match Bar
Dopo le prime esperienze poco gratificante nella capitale del Regno Unito, Errico approda al Match Bar: qui il suo inglese scricchiolante sembra inizialmente essere un punto a sfavore per il barman partenopeo che, invece di lasciarsi scoraggiare, affina le sue qualità dietro al bancone, divenendo il più veloce realizzatore di cocktail dell’intera catena di cui il locale faceva parte, facendogli guadagnare con il tempo la postazione “Dispenser”, quella riservata alle comande servite ai tavoli.
La struttura
Come nel caso del Red Hook, altro drink di Vincenzo, anche per l’Enzoni Errico decide di affrontare delle questioni tendenzialmente ostiche nell’ideazione del drink: la quasi totale non conoscenza fra la clientela inglese delle qualità del Negroni e un suo giovanile tentennante apprezzamento nei confronti del Bitter lombardo. Per sviluppare il cocktail, Vincenzo trova che l’unione del bitter con l’uva fresca porti al sorso una sensazione di pompelmo, aroma molto apprezzato fra i frequentatori dei locali londinesi del periodo e che si integra perfettamente alle note botaniche del gin.
L’Enzoni diventa uno dei cocktail più consumati del Match Bar, cosa che gli schiude la porta de “I Magnifici 7”, una speciale rubrica interna al menù riservata ai drink “best sellers”: ironia della sorte (e curiosità rivelatami dallo stesso Vincenzo Errico), “I Magnifici Setti” è uno dei film preferiti del bartender napoletano, che fin dalla più tenera età si farà affascinare dal capolavoro western di John Sturges e che ritroverà in questa coincidenza un’evidente conferma del proprio percorso umano e professionale.
Oblio e popolarità
Dopo la gloria dei primi anni 2000, l’Enzoni comincia a perdere spazio nelle richieste degli avventori del Match Bar ed il nome del drink circola sempre meno fra le ordinazioni al bancone e ai tavoli. Ma come la vita insegna, a volte è solo il caso di sapere aspettare il proprio momento: e così, in maniera del tutto automatica e naturale, l’Enzoni (crasi fra “Enzo”, il soprannome di Errico sul lavoro, e Negroni) comincia a ritornare verso la fine del decennio successivo ad essere un prodotto di punta in molti bar del mondo, tanto che oggi è uno dei cocktail più richiesti al Bar Termini di Londra e al Dante di New York.
Indice
Twist di limone
Per un’ulteriore nota di freschezza potete provate ad aggiungere un twist di limone.
Uva
Per inflessioni diverse potete provare a farlo con un tipo diverso di uva, come ad esempio l’uva fragola.