Brazuca Remedy

Anima Latina

Era il 2 dicembre 1974 quando uscì il nono album discografico di Lucio Battisti. Intitolato “Anima Latina“, non godette per molti anni dell’apprezzamento di pubblico e critica che altri lavori del cantautore riuscirono a raggiungere al momento della loro commercializzazione.

Solo di recente si sta cominciando a tributare al disco l’influenza enorme che ha avuto sulla musica italiana degli anni a venire. Critica musicale a parte, ho voluto citare il cantante di Poggio Bustone in relazione al Brazuca Remedy per due motivi: la sua anima latina (termine che si può indistintamente utilizzare per descrivere lo spirito italiano o il carattere sudamericano) e la speranza che questo drink abbia una più rapida fortuna nel circuito delle bevande miscelate rispetto a quella che ebbe il disco nel momento della sua pubblicazione.

Limone, basilico e Cachaça

Quello che mi ha colpito del Brazuca Remedy è la sua natura poliedrica e multi-sfaccettata, un insieme di sapori che ricorda una scuola di Samba italiana al carnevale di Rio. Infatti, nell’assaggiare il drink si viene subito colpiti dall’impianto aromatico del tutto familiare, giocato fra foglie fresche di basilico, limoncello e Bitter aperitivo: una trinità italica degna di rispetto.

Ad incuriosire la mia attenzione è stato l’accostamento fra i tre ingredienti nostrani e la Cachaca, il distillato tipico del Brasile. La moderata spigolosità dell’acquavite di canna incontra la struttura profumata degli ingredienti mediterranei, legandosi in un’armonia di sentori vegetali e botanici che danno al drink più di qualche buona carta da giocarsi.

Ideato all’Aqua Spirit di Hong Kong (Cina) dal bartender Joao Paulo Balzani, il nome del cocktail richiama il termine con cui ci si riferisce ai nativi brasiliani in lingua portoghese, i “brazuka”, per l’appunto.