Big Bamboo
Mariano Licudine: da autista di Stanlio e Ollio a “Houdini dei liquidi”. La tecnica di Donn replicata nella seconda era Tiki.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
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Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Inserisci tutti gli ingredienti all’interno della cup del Milkshake mixer e azionalo fino al quasi totale di scioglimento del ghiaccio (circa 50-60 secondi). Versa nel bicchiere precedentemente raffreddato.
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Indice
“L’Houdini dei liquidi”
Quella di Mariano Licudine è sicuramente una delle narrazioni più singolari nella storia della miscelazione. Nacque nel 1907 a Manila e dopo una prima esperienza lavorativa nei campi di ananas delle Hawaii raggiunse gli Stati Uniti per lavorare presso l’ospedale di Santa Barbara e successivamente come autista personale di Laurel e Hardy, il duo comico conosciuto in Italia con i nomi di Stanlio e Ollio. Oltre a trasportare in macchina i due attori, Mariano comincia la sua carriera di mixologist realizzando gli “Scotch-and-sodas” della coppia di comici più famosa del cinema.
Nel 1939 inizia a lavorare al Don The Beachcomber di Los Angeles e viene scelto da Sunny Sund, la prima moglie del padre della miscelazione Tiki, per avviare il nuovo locale in apertura a Chicago. Fra il 1940 e il 1956 Mariano affina la propria tecnica sotto la tutela dello stesso Donn, tanto da guadagnarsi negli anni l’appellativo di “the Houdini of liquids”.
Il Mai Kai
Nel 1956 i due fratelli Bob e Jack Thornton, fin dalla giovane età affascinati dai locali di Donn Beach e di Trader Vic, decidono di aprire il loro ristorante in stile finto-polinesiano, il Mai Kai. Il locale sorge a Oakland Park, una cittadina poco distante da Fort Lauderdale, Florida. A fronte di un investimento iniziale di 350.000 dollari (cifra che lo renderà la struttura del settore della ristorazione più costosa costruita quell’anno in tutti gli Stati Uniti), il primo anno di attività il Mai Kai incassa un milione di dollari, facendone uno dei locali più remunerativi della nazione e per molti anni il maggiore rivenditore di rum di tutta la Florida.
Al momento dell’inaugurazione (28 dicembre 1956) il Mai Kai aveva nel proprio staff una nutrita schiera di professionisti sottratti proprio al Don The Beachcomber di Chicago, fra cui Kenny Lee (chef in seconda del locale di Donn), l’ex maitre Andy Tanato, il responsabile commerciale Robert Van Dorpe e Mariano Licudine, precedentemente secondo barman del Beachcomber.
Nel corso degli anni il Mai Kai ha continuato a rinnovarsi e ad espandersi, mantenendo però stabile la propria identità Tiki, tanto da venire inserito nel National Register of Historic Places, un elenco redatto dallo stato della Florida per sponsorizzare e tutelare siti geografici di importanza storica e culturale. Ad oggi, è uno dei pochi locali tiki “originali” ancora in attività.
Il Big Bamboo
Il contributo più importante portato da Mariano all’interno del Mai Kai è sicuramente la competenza tecnica mutuata da Donn Beach, fra cui spicca l’utilizzo del milk shake mixer per la realizzazione dei drink del menù (ancora oggi al ristorante di Oakland Park è possibile ordinare i cocktail elaborati da Licudine, da alcuni considerati gli unici “testimoni autentici” della miscelazione Tiki di Donn). Ma per quanto l’imprinting del The Beachcomber sia assolutamente palpabile, le bevande miscelate da Mariano esulano un po’ dalla struttura, dall’alcolicità e dalla corposità dei drink della prima era tiki (come ad esempio lo Zombie, il Pearl Diver o il Navy Grog) e si riallacciano con maggiore facilità alla corrente successiva, quella iniziata con gli anni ’50 e che vedrà nel Mai Tai di Trader Vic un caposcuola iconico, in cui la nota acida prende il sopravvento sulla rum symphony degli anni ’30 e ’40 del Novecento.
Curiosamente il Big Bamboo non compariva sul normale menù del Mai Kai, ma in una sezione particolare, quella dedicata ai membri dell’Okole Maluna Club. Solamente ai clienti più affezionati era possibile entrare in questa ristretta cerchia di soci, il cui accesso ero consentito a coloro che precedentemente avevano ordinato e consumato i 48 drink che componevano la carta dei cocktail.
Indice
Il bicchiere del Big Bamboo
Il Big Bamboo veniva servito in una tazza di ceramica (mug) a forma di bambù. Qualora volessi seguire non riuscissi a reperirla sul mercato, Gianni Zottola consiglia di acquistare delle canne dal diametro di circa 10-12 cm, di sezionarle all’altezza delle intersezioni del fusto e, una volta trattata con un prodotto specifico per il legno, di posizionare un tumbler alto da 270 ml al loro interno.
In altentiva, va benissimo il solo tumbler di vetro.
Sciroppo di Passion fruit
Ecco la preparazione dello sciroppo di passion fruit. In alternativa puoi utilizzare sciroppi già pronti in commercio, ma per questo ingredienti quello home made farà la differenza.