Bee’s Knees
Salviamo le api o non potremo più bere Bee’s Knees. Un drink creato fra le due guerre e rispolverato ad inizio del Nuovo Millennio da Sasha Petraske.
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Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata.
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Indice
Bee’s Knees: significato
Il nome di cocktail deriva dal termine slang statunitense “bee’s knees”, che nacque negli anni del Proibizionismo americano, tra il 1920 e il 1933, e che indicherebbe “la parte migliore” di qualsiasi cosa a cui la si applichi. Le ginocchia delle api (traduzione in italiano del termine) secondo la tradizione popolare sono le parti del corpo dell’insetto in cui si accumula più polline. Curiosamente, a livello fonetico la parola americana ricorda molto, nella sua pronuncia, il termine “business“.
Il Bee’s knees è un cocktail del Proibizionismo?
No. A quanto pare il Proibizionismo americano c’entrerebbe ben poco con la nascita del drink. Quello che ci hanno e ci siamo raccontati nel corso degli anni più recenti sul Bee’s Knees è in parte da rivedere. Per trovare un presunto padrino (o in questo caso più specifico, madrina) ci tocca scavare un po’ più a fondo, tornare indietro di qualche anno rispetto al Proibizionismo e incanalarci nei movimenti di emancipazione femminile sorti in quel periodo. Proviamo a capire perché.
L’inaffondabile Molly
Margaret “Molly” Brown nacque ad Hannibal, nel Missouri, il 18 luglio 1867. Figlia di due immigrati cattolici al loro secondo matrimonio, all’età di 18 anni si trasferì a Leadville in Colorado, dove trovò lavoro in un grande magazzino. Nella cittadina incontrò e sposò James Joseph Brown, noto come J.J., un uomo intraprendente e auto-didatta che pochi anni dopo il matrimonio fece fortuna nel campo dell’estrazione mineraria, permettendo così a lui, sua moglie e i loro figli di condurre una vita agiata.
Sia a Leadville che a Denver, dove la famiglia si sposterà nel 1894 per seguire gli affari sempre più proficui di J.J., Margaret si adoperò fin dall’inizio per prendersi cura delle mogli dei minatori e per migliorare la qualità della vita donne, bambini e lavoratori attraverso l’educazione e la filantropia. Separatasi privatamente dal marito nel 1909 (che morirà qualche anno più tardi nel 1922), concorse, senza successo, per un seggio in Senato e dedicò la sua vita alla condizione della donna, alle arti e ai viaggi, soprattutto a Parigi, dove risiedette per alcuni anni, almeno fino al 1912. Proprio nel 1912, per tornare negli Stati Uniti una volta venuta a conoscenza delle cattive condizioni di salute di sua nipote, si imbarcherà a Southampton sul Titanic, sopravvivendo alla catastrofica traversata del Transatlantico e venendo da allora in poi soprannominata “The Unsinkable Molly” (ovvero, Molly l’Inaffondabile).
Margaret morirà nel 1932, dopo una intera vita spesa al servizio della lotta per i diritti delle persone più indigenti.
Le fonti di Jared Brown
Ma quello che la lega al Bee’s Knees è ciò che è stato scoperto da Jared Brown. Il noto ricercatore nel campo della miscelazione ha trovato un articolo dello Standard Union di Brooklyn in data 22 aprile 1929 in cui viene riportata la nuova tendenza di costume di Parigi di proporre cocktail bar per un pubblico solamente femminile, e nel penultimo paragrafo, fra la lista dei drink più consumati dalle donne francesi, viene fatta la menzione del Bee’s Knees, ideato secondo l’autore dell’articolo da “Mrs Brown, widow of the famous miner”. Qualche mese dopo, il 14 agosto 1929, viene pubblicato il primo ricettario che ne riporta la formula: si tratta del Cocktails de Paris di Georges Gabriel Thenon (aka RIP), che a pié di ricetta ne attribuisce però la paternità a Frank Meier dell’Hotel Ritz della Capitale Francese.
Il collegamento con gli speakeasy proibizionisti
La ricetta, composta di succo di limone, miele e Gin, secondo la leggenda prenderà poi piede negli speakeasy statunitensi in virtù della facilità di reperire il Gin durante gli anni del Proibizionismo (il “bathtub Gin” soprattutto, quello prodotto nelle vasche da bagno con alcol neutro e trementina) e dell’utilizzo del miele, capace di mascherare i pessimi sapori dei liquori di produzione illegale.
David Embury il Bee’s Knees
David A. Embury sul proprio The Fine Art of Mixing Drinks del 1948 lo descriverà come una “pernicious recipe” e ne citerà anche la versione di William “Cocktail” Boothby, preparata con l’aggiunta di spremuta di arancia, riportata sul suo The World’s Drinks and How to Mix Them del 1934.
Sasha Petraske e il Bee’s Knees
Fu Sasha Petraske all’inizio del XXI Secolo a riportare in auge il Bee’s Knees fra le pareti del suo Milk & Honey di New York: da allora la popolarità del drink non si è mai più arrestata. Il cocktail è presente anche nel suo libro postumo Regarding Cocktail del 2016.
La canonizzazone IBA del Bee’s Knees
Il cocktail è diventato molto popolare al punto di essere stato inserito nella codifica IBA del 2020.
Indice
Il miele nel Bee’s Knees
Il miele non si utilizza in modo diretto, altimenti ti rimarrà attaccato in parte alle pareti dello shaker e al ghiaccio. Devi realizzare in modo molto semplice un honey mix.
Se invece utilizzi direttamente il miele puoi farlo a patto che lo stemperi nel succo di agrume prima di shakerare. In questo caso perà fatico a darti una quantità da utilizzare a differenza dell’honey mix, che puoi misurare con un jigger.
Che tipo di miele per il Bee’s Knees?
Millefiori o di acacia sono perfetti. Ti sconsiglio quello di castagno perché amaro.
Quale Gin per il Bee’s Knees?
Con un classico London Dry non sbaglierai mai, ma in questo caso puoi anche provare ad utilizzare un New era Gin per cercare nuove note aromatiche.
Bee’s Knees con spremuta di arancia
Nel 1948, sul libro The Fine Art Of Mixing Drink di David Embury ne viene riportata una versione contenente l’aggiunta di spremuta di arancia. Io rimango dell’idea che il drink lavori meglio col solo succo di limone, ma sicuramente ben bilanciato è un ottimo drink anche in questo modo.