Brandy Fix
Per ritrovare una struttura univoca della famiglia dei Fix si è dovuto aspettare il lavoro di David Wondrich. Fra Sour e Daisy, i Fix si sono finalmente ritagliati il loro posto nell’universo delle bevande miscelate.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un Double Rock glass freddo, riempi con ghiaccio tritato e miscela delicatamente con il barspoon. Se il livello del ghiaccio si abbassa eccessivamente, rabbocca con altro ghiaccio tritato. Infine, sprizza gli olii essenziali di un twist di limone sulla superficie del drink e decora con i frutti di bosco.
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Indice
Questioni di Famiglie
Non è sempre facile tracciare la struttura di una determinata famiglia antica di bevande miscelate, spesso perché il confine che la separa da un’altra è labile, per non dire evanescente, quando non praticamente nullo. Nel caso dei Fixes, non possiamo non tirare in ballo anche le categorie dei Sours e dei Daisies. Andiamo per gradi.
Le ricerche di Wondrich
David Wondrich sul suo The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021 definisce i Fixes contemporanei come “an American class of drinks from the mid-nineteenth century with lemon juice, sugar and spirits, served on ice with a fruit garnish”. Proprio sull’ultima parte della definizione dobbiamo soffermarci un attimo. Come riporta qualche riga più sotto, Sours e Fixes in passato erano spesso considerati la medesima tipologia di drink, eccezione fatta per la decorazione con la frutta dei secondi (spesso arancia e frutti di bosco, ma anche altri agrumi e ananas erano ammessi), che risulta essere la prima grande differenza fra le due famiglie.
Jerry Thomas
A conferma di questa delineazione viene in nostro soccorso il primo libro della storia dedicato esclusivamente alla miscelazione, il The BarTender’s Guide di Jerry Thomas del 1862, che riporta la ricetta del Brandy Sour “made with the same ingredients as the brandy fix”, composto dunque da zucchero, un quarto di limone, acqua e distillato, a cui aggiunge la specificazione “omitting all fruits except a small piece of lemon, the juice of which must be pressed in the glass”. Ecco fra le nostre mani la seconda differenza riscontrabile fra le due famiglie: succo di limone per il Brandy Sour, uno spicchio del frutto nel Brandy Fix. Tenendo conto di questa discrepanza, Wondrich scriverà il paragrafo del proprio libro dedicato al Whiskey Sour e alla sua cronologia, in cui riporta da un periodico di Cincinnati del 1826 la menzione delle categorie “Whiskey Sour & Sweet” (la struttura che oggi ascriviamo al Whiskey Sour) e “Whiskey Sweet & Sour” (dove l’unico apporto acido alla miscela è conferita dalla fetta di limone riposta all’interno del bicchiere di servizio, come nei Fixes di Jerry Thomas).
Il ghiaccio tritato
A partire dagli anni ’80 dell’Ottocento un’altra differenza sembra portare ad una univoca individuazione della famiglia dei Fixes rispetto a quella dei Sours: questi ultimi cominciano a venire serviti in bicchieri privi di ghiaccio, trattenuto dallo strainer dopo la realizzazione del drink in tecnica stir; i primi continuano ad essere preparati e serviti su “shaved ice” (ghiaccio tritato).
Punti di contatto o di divergenza a parte, Wondrich riporta il 1841 come anno della prima menzione di un Fix (il Gin Fix, la versione più popolare al tempo, probabilmente a base Genever) sulla stampa statunitense, cosa che rende questa particolare famiglia la prima “American variation on punch” servito in un “small bar glass”. Salutiamo l’autorità di un David, Wondrich, e accogliamo quella di un altro David, Embury.
David Embury
Nel suo tipico stile poco avvezzo ai fronzoli, all’interno del The Fine Art of Mixing Drinks del 1948, Embury tratta parallelamente nel medesimo capitolo le famiglie dei Fixes e dei Daisies, riportando “there is little, if any, differencies between these two classes of drinks”. Le vecchie ricette, continua l’autore, ascrivibili alla struttura dei Sours (realizzata con succo di agrumi, parte edulcorante e base alcolica) sembrano differire principalmente per il tipo di sciroppo utilizzato: all’ananas per i Fixes (eventualmente sostituibile con liquore all’arancio o maraschino, giusto per complicare un pochino la faccenda), al lampone o melograno per i Daisies. Su questo fattore aveva già preso posizione anche Harry Johnson: nel suo New and Improved Bartender’s Manual del 1888 il Brandy Fix è presentato composto di sciroppo all’ananas, zucchero, qualche goccia di succo di limone o lime, due dash di Chartreuse gialla, soda e brandy, stirrato (esattamente come tutti i Sours presenti nell’opera) e servito su ghiaccio tritato, infine decorato con chicchi di uva e frutti di bosco.
L’oblio e la mia interpretazione
All’epoca di Johnson i Fixes erano già entrati comunque nella loro parabola discendente in quanto a popolarità e alle preferenze nei gusti dei clienti, per quanto sui ricettari posteriori saranno citati o riportati per ancora qualche decennio: Jacques Straub sul suo Straub’s Manual of Mixed Drinks del 1913 riporta la ricetta di un Brandy Fix shakerato in cui lo sciroppo è sostituito dal succo di ananas, mentre nel 1930 Harry Craddock sul The Savoy Cocktail Book ritorna alla versione stirrata su ghiaccio tritato e affida l’azione aromatizzante/edulcorante al Cherry Brandy.
Di sicuro, questa antica categoria di bevande miscelate è una delle poche che non ha beneficiato della Cocktail Renaissance di inizio Millennio, venendo relegata nel dimenticatoio probabilmente in relazione alla loro difficoltà di interpretarne la struttura o alla fama più vigorosa delle altre famiglie precedentemente citate. Dopo molte ore dedicate alla ricerca di vecchie ricette e alla lettura di svariate interpretazioni sulla loro natura, per me oggi i Fix sono dei Sour che si caratterizzano per il loro servizio su ghiaccio tritato, che per merito della potente e rapidissima diluizione secondaria ne alleggerisce la bevuta, facendoli risultare dei piacevoli cocktail freschi e beverini. Nella famiglia dei Fix faccio rientrare drink sensazionali, come la Caipirinha e le sue infinite variazioni, il Bramble ed il Gin Zen di Edoardo Nono, tutti rigorosamente serviti su ghiaccio tritato.
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Pillole di storia
La versione più famosa al tempo della massima popolarità dei Fixes era il Gin Fix: sull’opera di Harry Johnson, il New and Improved Bartender’s Manual del 1882, è riportata con il Genever a sostituire il Brandy e senza l’utilizzo della Chartreuse gialla.