
Tipperary
Tre, se non di più, differenti strutture si sono contese il nome Tipperary nel corso dei primi decenni del Novecento. Oggi la versione che misceliamo ricorda maggiormente un Manhattan aromatizzato da un liquore erbaceo.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixin glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di arancia.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatore
Periodo storico
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Indice
Le prime testimonianze
Comparso per la prima volta sul Recipes for Mixed Drinks del 1916 di Hugo Ensslin, il Tipperary (composto in parti uguali di Irish whiskey, Vermouth rosso dolce e Chartreuse, senza specificare la tipologia di quest’ultimo prodotto) sembra una rivisitazione del Bijou di Harry Johnson, che al distillato irlandese sostituiva il London Dry gin.
Nel 1922 il Tipperary viene riportato da Robert Vermeire sul suo Cocktails – How to Mix Them con una struttura del tutto originale: London Dry gin, vermouth dolce, spremuta di arancia, sciroppo di granatina e alcune foglie di menta. L’anno successivo Harry MacElhone riprende quest’ultima ricetta sul suo The ABC of Mixing Cocktails, andando a modificare la tipologia di vermouth utilizzato, preferendo la versione dry francese, e riproponendo questa forma nelle sue opere successive, fra cui Barflies and Cocktails del 1927.
Probabilmente preso dalla nostra medesima confusione, Harry Craddock nel 1930 sul suo The Savoy Cocktail Book riporta entrambe le versioni, quella di Ensslin (a base whiskey e vermouth dolce) e quella di MacElhone (a base gin e vermouth secco).
Nel 1931 sull’Old Waldorf Bar Days di Albert Crockett viene presentata una nuova variante, composta da Sloe gin, vermouth dry e succo di limone. A partire dagli anni ’30 su alcuni ricettari ritorna a comparire (con nomi differenti) la struttura proposta da Hugo Ennslin negli anni ’10, ma questa volta con il vermouth dry in sostituzione a quello dolce e con una riconfigurazione delle proporzioni fra gli ingredienti del drink, più spostata sulla valorizzazione del whiskey, affiancato dalle note erbacee del liquore francese e aromatizzato da quantità inferiori di vino fortificato.
La struttura
Oggi il Tipperary è conosciuto e maggiormente miscelato in maniera del tutto differente, facendone una versione a base di distillato di cereali irlandese del Manhattan, come viene proposto al Dead Rabbit di New York. Potente, erbaceo, aromatico e dai sentori caldi, è un’ottima alternativa per i clienti amanti del bere miscelato “alla vecchia maniera”. Il nome del drink sembra sia stato mutuato dalla canzone “It’s a long way to Tipperary”, del 1912, che negli anni del primo conflitto mondiale diventerà popolare fra le truppe irlandesi impegnate nei campi di battaglia come “marching song”.
La canonizzazione IBA
Nel 2020 il Tipperary è stato inserito nella lista IBA.
Indice
Nella versione servita al Dead Rabbit di New York, vi aggiungono qualche dash di bitters (specialmente Angostura) per bilanciare la natura tendente al dolce di tutti gli ingredienti che compongono la ricetta originale. La versione riportata da IBA si allinea a quella preparata e servita nel locale newyorchese.