Southside Fizz
Uno dei possibili drink a contendersi la paternità del Mojito. Gin, soda e menta per un connubio fresco e vincente.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti tranne la soda e filtra nel bicchiere ben freddo senza ghiaccio. Infine, aggiungi la soda ben fredda e decora con la menta.
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Indice
Le origini
La prima menzione del Southside Fizz compare nel 1917 fra le pagine del Recipes for Mixed Drinks di Hugo Ennslin. Nella scheda dedicata all’Aviation ho già tracciato una breve biografia di Hugo e della sua importanza per la storia della miscelazione, benché le informazioni in nostro possesso siano piuttosto scarse. Quello che mi preme spigare in questa scheda è quanto il Southside Fizz risulti importante per la storia di un altro drink: il Mojito.
La ricetta del 1917 riporta “South Side Fizz [scritto staccato, n.d.a.] – Made same as Gin Fizz, adding fresh mint leaves”. Si fa menzione, dunque, delle foglie di menta, ma non si precisa in quale modo queste vengano utilizzate: all’interno dello shaker con gli altri ingredienti? Come decorazione? Il dubbio resta.
La questione della menta
A toglierci di impaccio è la seconda menzione del drink a livello storico, la prima su un ricettario europeo: si tratta dell’Harry of Ciro’s ABC of Mixing Drinks del 1923, scritto da Harry MacElhone quando ancora prestava servizio presso il Ciro’s di Londra, qualche anno prima che la sua figura si legasse per sempre all’Harry’s New York Bar di Parigi. La ricetta presentata con il nome di South Side riporta “Juice of 1 Lemon, 1 teaspoonful of Sugar, 2 o 3 sprigs of Fresh Mint, 1 glass of Gin (Gordon). Shake well […] and add Syphon”.
Menta lavorata con gli altri ingredienti, dunque, e non solamente in decorazione. La cosa non ci sorprende più di tanto, dato che le origini del drink sono fatte risalire alla Snedecor’s Tavern di Long Island, rinomata per i suoi drink aromatizzati alla menta, fra cui il Major Bailey (Mint Julep a base gin) ed il Collon Special (un Manhattan aromatizzato con la menta). Di South Side Fizz parla anche Harry Craddock sul proprio The Savoy Cocktail Club del 1930, riprendendo la versione di Ennslin.
La struttura vincente
Perché il Southside Fizz dovrebbe essere importante per la storia del Mojito? Come dimostra la testimonianza di Ennslin, il Southside Fizz era già miscelato a New York qualche anno prima che il Volstead Act entrasse in vigore, portando gli Stati Uniti sotto le maglie del Proibizionismo. Con l’inizio del The Noble Experiment i bartender statunitensi si ritrovano costretti ad emigrare, e Cuba risulta una delle mete più comuni per moltissimi professionisti.
Sull’isola caraibica nel 1929 compare il primo ricettario a riportare la struttura del Mojito: si tratta del Libro de Cocktail di Juan A. Lasa. Il drink è presentato con il nome di Mojo, in 3 varianti: Mojo de Ron, a base rum, come oggi il Mojito viene preparato; Mojo Criollo, con l’aggiunta di Angostura bitters; e Mojo de Ginebra, con Old Tom Gin.
Quest’ultima variante sembra dare conferma di come la ricetta del Mojito sia la naturale evoluzione del Southside Fizz. Una delle narrazioni più convincenti sembra essere infatti quella che vedrebbe i bartender statunitensi in fuga dalla Dry Law degli anni ’20 portare a Cuba la propria arte. Una volta giunti sull’Isola si sarebbero cimentati a preparare i drink della loro tradizione con gli ingredienti più caratteristici del luogo, fra cui il pregiato rum cubano. Sostituendo quest’ultimo al gin, e prendendo come riferimento la struttura del Southside Fizz, un drink a base di succo di lime, zucchero, soda, foglie di menta e distillato di canna da zucchero avrebbe fatto la sua apparizione, nel giro di qualche anno canonizzandosi nelle ricette dei Mojo di Juan A. Lasa, fra cui il Mojo de Ron. Quest’ultimo sarebbe poi stato tramandato ai posteri con il simpatico vezzeggiativo di Mojito.
Quindi, per farla breve e renderla ulteriormente più visiva: Southside Fizz > Mojo de Ginebra > Mojo de Ron > Mojito.
Indice
Double Strain
Dato che il drink prevede di shakerare le foglie di menta con gli altri ingredienti, è obbligatorio eseguire un double strain per trattenere i piccoli residui verdi che si creano.
Sciroppo di zucchero
Lo trovi qui.