Mai Tai Swizzle (Donn Beach, ’33)
Nel 2002 la vedova di Donn Beach mette un nuovo tassello alla Mai Tai Battle grazie al ritrovamento, fra gli appunti del defunto marito, di un Mai Tai Swizzle. Il mistero si infittisce.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti con ghiaccio tritato e versa tutto nel bicchiere di servizio. Se il drink scende troppo aggiungi in cima altro ghiaccio tritato. Infine, decora con un ciuffo di menta.
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Indice
Bignamissimo: la miscelazione Tiki
Il Mai Tai è uno dei drink simbolo della miscelazione Tiki. Questo stile di miscelazione nacque negli anni ’30 del Novecento negli Stati Uniti per merito di Raymond Gant, in arte Donn Beach, che nel 1934 aprì a Hollywood il suo Don The beachcomber Café, rompendo la proposta di cocktail classici americani attraverso punch a base Rum (ispirandosi ai Daiquiri cubani di Constantino Ribalagua) e cibo esotico. Il suo stile “falso tropicale” è caratterizzato da drink composti nella maggior parte dei casi da diverse tipologie di Rum, succhi di agrume, sciroppi di frutta e spezie.
Suo nemico-amico fu Trader Vic (Victor Jules Bergeron Jr), che di lì a poco, ispirato dallo stesso Donn, trasformò il suo bar Hinki Dink in Trader Vic.
Donn e Vic, due personalità estremamente diverse, diedero vita al Tiki, qualcosa che è andato ben oltre la miscelazione e che ha influenzato molti aspetti riguardanti lo stile di vita degli americani: musica, cucina, arte, stile, locali ed un vero e propio modo di essere.
Detto questo, sia Donn che Vic inventarono numerosi cocktail, ma sul Mai Tai ci fu una vera e propria contesa, che ti invito ad andare a leggere nella scheda dedicata al drink.
Una battaglia senza fine
Il Mai Tai Swizzle sembra essere stato inventato nel 1933 da Donn Beach. La ricetta venne resa pubblica nel 2002 da Phoebe Beach, la sua vedova, sul libro Hawaii Tropical Rum Drinks and Cuisine by Don the Beachcomber’s, scritto a quattro mani con Arnold Bitner: la sua struttura lo rende un drink inseribile nella “Mai Tai Battle” che per più di mezzo secolo ha visto Trader Vic contendersi la paternità del cocktail con diversi rivali, fra cui, per l’appunto, Donn.
La struttura
Il profilo aromatico del Mai Tai Swizzle è decisamente differente da quello di Trader Vic, ma sicuramente ciò che colpisce sono i punti in comune fra le due bevande, tra cui l’utilizzo, oltre al succo di lime e al Rum, del Cointreau (nella versione di Vic, Curacao) e del Falernum, ingrediente sconosciuto a Vic, composto di lime, zenzero, chiodi di garofano e mandorle, capace di portare al drink quella nota che Trader donava con l’utilizzo dell’orzata.
Il Mai Tai Swizzle resta decisamente più secco del suo più famoso omonimo, grazie all’utilizzo della spremuta di pompelmo, impiegata insieme al succo di lime, a cui i tecnicismi di Donn implementano sia una nota “amaricata” giocata sul Bitters, sia una più aromatica per merito di qualche goccia di anice.
Un drink “fantasma”
Il Mai Tai Swizzle, forse apparso sui menù del Don The Beachcomber nel 1933, secondo le parole della stessa Phoebe Beach venne presto escluso dalle proposte ordinabili nel locale di Donn: sembra che il suo stesso creatore non fosse entusiasta del risultato ottenuto. Di sicuro, nel 1937, data della prima visita di Trader Vic al Don The Beachcomber, il Mai Tai Swizzle non era già più consumato dagli avventori della struttura di Los Angeles.
Questo fatto comunque non impedì a Donn Beach di inserirsi in qualche modo nel contenzioso riguardo alle origini del Mai Tai di Trader Vic: come spesso è stato testimoniato, Donn espresse in più di un’occasione il dubbio che il drink di Vic sarebbe potuto derivare dal tentativo di Trader di ricreare un drink presente fra le proposte del Don The Beachcomber, il Q.B. Cooler.
Indice
Il Falernum
Un’ottimo Falernum farà la differenza!
Misurare il ghiaccio
Banalmente in questo caso riempio il bicchiere di servizio di ghiaccio e shakero quella quantità.
La shakerata
Shakera morbido per 3-4 secondi circa.
Qui la qualità del ghiaccio tritato farà la differenza, perché un buon ghiaccio non si sfalderà con la shakerata e porterà con sé tutto il drink.