Hanky Panky
Chi fosse Ada Coleman è ormai oggetto di facile conoscenza, ma nel suo rapporto con la collega/rivale Ruth Burgess scopriamo qualcosa del suo carattere molto deciso e difficilmente piegabile, come la sua miscela di Gin, Vermouth e Fernet.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di arancia.
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Indice
Un drink “preciso”
Pochi drink hanno la precisione storiografica dell’Hanky Panky.
Venne creato da Ada “Coley” Coleman, capo bartender dell’American Bar del Savoy Hotel di Londra dal 1903 al 1926, per l’attore inglese e regista di teatro Charles Hawtrey (1858 – 1923). Domandato ad Ada qualcosa di alcolico che avesse un kick in più per migliorare la sua giornata impegnativa, Charles esclamò al primo sorso del cocktail “By Jove, this is a real Hank Panky!”.
Si tratta di un’espressione gergale con cui ci si riferisce ad un comportamento inaccettabile o disonesto, specialmente nella sfera sessuale, o più semplicemente ad una formula magica, “a relative of hocus pocus” come riporta David Wondrich sul suo The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021.
La teoria del maggiordomo
Un’altra teoria riguardante il nome del drink sarebbe da ricercare nello spettacolo prodotto dallo stesso Hawtrey nel 1921 e portato in scena al Playhouse Theatre di Londra dal Gennaio al Febbraio dello stesso anno, ispirato da un’opera di Basil McDonald Hustings intitolata “Hanky Panky John”, che narra la storia del maggiordomo John soprannominato Hanky Panky per aver ideato un drink chiamato proprio Hanky Panky.
Prima di Ada
Per quanto Ada Coleman venga spesso citata come la prima donna a miscelare bevande al bancone dell’American Bar dell’albergo londinese, le cronache ci raccontano che prima di lei un’altra figura femminile preparava i drink per la clientela del Savoy Hotel: si trattava di Ruth Burgess, conosciuta anche come “Miss B.” o “Kitty”, che prese servizio a partire dal 1902, un anno prima della Coleman.
A quanto pare, come risulta su un articolo dell’Aspen Democrat Times, preso a pretesto i lavori di restauro che riguardarono l’American Bar nel 1925, le due vennero “accompagnate alla porta” e la mansione di capo barman venne affidata ad un giovane di nome Harry Craddock, che nei cinque anni precedenti aveva miscelato cocktail nel service bar mentre le due Signore elargivano sorrisi e drink al bancone frontale.
Craddock riporterà la ricetta del drink della Coleman sul suo The Savoy Cocktail Book del 1930.
Vent’anni senza rivolgersi la parola
Sull’articolo precedentemente citato si fa menzione anche di un dettaglio curioso: benché dividessero lo stesso bancone e sembrassero estremamente affiatate sul lavoro, la Coleman e la Burgess non si parlarono per quasi vent’anni, fino al loro allontanamento dalla struttura. Le motivazioni di questo attrito sarebbero da ricercare nella decisione della Coleman di non rivelare le proprie ricette alla Burgess, che si ritrovava spesso nella condizione di sentirsi ordinare dai clienti i drink ideati da Ada, soprattutto quando questa non era in servizio, senza poterli replicare.
Abbiamo avuto tutti a che fare con un collega che decide di non rivelarti la ricetta di un drink di propria invenzione, o che ha scoperto da poco su un libro impolverato, e sicuramente ricorderai la frustrazione che ti ha colpito nel sentirti dire “l’altro giorno il tuo collega mi ha fatto un drink buonissimo, me lo rifai?”, senza che tu abbia purtroppo la minima idea di come fosse composto.
Ecco, questa scheda tecnica dell’Hanky Panky vuole essere sicuramente un tributo agli onori di Ada Coleman e della sua creatività, ma in piccolissima parte anche un tributo a tutti/e i/le Ruth Burgess del mondo.
La canonizzazione IBA dell’Hanky Panky
Nel 2020 l’Hanky Panky è stato inserito per la prima volta nel corso della storia all’interno della lista IBA.
La struttura
L’Hanky Panky è un drink che morde, c’è poco da fare. Ha un impatto alcolico potente giocato sulla secchezza del Gin, nonostante il tentativo di renderlo delicatamente più armonioso grazie alle note dolci e aromatiche del Vermouth, ma il compito risulta riuscito a metà vista l’implementazione della schiettezza amara e botanica del Fernet. Il twist di arancio addolcisce al naso la struttura alcolica del drink.
Oggi l’Hanky Panky è un drink non troppo richiesto ma con un sapore estramente attuale.
Indice
Questione di equilibri
Come per il Manhattan dal quale deriva, prova a partire da una quantità di distillato e Vermouth in parti uguali, per spingere di più sull’una o sull’altra direzione a seconda del risultato che vorrai ottenere.
Sicuramente fare 50:50 di questi prodotti porterà ad un drink amabile. Se invece vuoi sentire di più l’impatto alcolico, prova a bilanciare ad esempio 60 Gin e 40 di Vermouth.
Giocati il Fernet
Anche il Fernet ha il suo ruolo ben preciso. Io utilizzo 5ml che trovo una dose equilibrata, ma ti invito a capire cosa succede utilizzandone solo qualche goccia (una complessità più discreta), piuttosto che una quantità leggermente più alta come 10 ml (una complessità maggiore ma anche sentori amari in più).
Quale è il miglior Gin per un Hanky Panky?
Un classico London Dry. In questo caso ho scelto di utilizzare Portobello Road Gin che trovo davvero ottimo ed è che pure inglese come il drink!
Quale è il miglior Vermouth per un Hanky Panky?
Un Vermouth dolce rosso classico senza particolare caratterizzazioni di sapore.