Grasshopper
Una cavalletta di un bel verde brillante, presente nella lista IBA dalla prima codifica del 1961.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata.
Info
Famiglia
Creatore
Periodo storico
Iscriviti!
Indice
A strati
È un drink conteso, il Grasshopper (dall’inglese, “cavalletta”).
La pima menzione a stampa su un ricettario è quella presente sul The World’s Drinks and How to Mix Them di William Boothby del 1908: la ricetta sembra però prendere i connotati di un Pousse Café, una tipologia di drink molto antica creata stratificando in un bicchiere da sherry diversi ingredienti. Nella sua versione, Boothby utilizza solo crema di cacao e crema di menta in parti uguali, senza miscelarli. Appena sotto al nome del drink, vi è riportata la scritta “A LA HARRY O’ BRIEN, LATE OF THE PALACE HOTEL, SAN FRANCISCO”, ma di questo O’Brien non ho avuto la possibilità di reperire notizie storiche che comprovassero il suo ruolo all’interno della struttura alberghiera, cosa che potrebbe fare di lui un semplice avventore piuttosto che un componente dell’organico del bar.
Un drink da “secondo posto”
Un’altra parte della storia ci racconta che il Grasshopper abbia cominciato ad essere preparato miscelato a New Orleans al Tujague’s, il secondo ristorante più vecchio della città, aperto nel 1856 da Guillaume Tujague e sua moglie Marie Abadie, due immigrati francesi provenienti dalla città di Bordeaux. Prima del 1912, data di morte di Guillaume, il ristorante fu venduto a Philibert Guichet, sotto la cui direzione il drink si dice sia stato miscelato prima del 1919, anno in cui il Grasshopper arrivò secondo in una competizione per barman di New York. Il drink, negli anni prima e dopo il Proibizionismo, godette comunque di una discreta popolarità che si affievolirà intorno agli anni ’40, per poi venire nuovamente apprezzato a partire dagli anni ’50 con l’aggiunta di un ingrediente in più fino ad allora non utilizzato nella sua preparazione: la panna. È infatti solo a partire dal 1951, anno di stampa del The Bartender’s Book di Jack Townsend e Tom Moore McBride, che la panna rientrerà ufficialmente nelle ricette del Grasshopper.
La canonizzazione IBA del Grasshopper
Qualche anno prima, sul ricettario del 1930 The Savoy Cocktail Book di Harry Craddock, appare un drink che potrebbe essere definito come l’anello di congiunzione mancante fra il Grasshopper e il Brandy Alexander: si tratta dell’Alexander’s Sister, realizzato con gin, panna e crema di menta in parti uguali. Curiosità a parte, pochi drink possono vantare una longevità come quella del Grasshopper: a partire dalla prima codifica del 1961, la bevanda miscelata è un “evergreen” (è proprio il caso di dirlo) della lista IBA.
La struttura
Un dessert cocktail dolce, rinfrescante e cremoso, che al più conosciuto Alexander aggiunge le note digestive della menta a quelle voluttuose del cacao, con un impatto in bocca reso meno aggressivo dall’abbassamento del tenore alcolico dovuto alla sostituzione del brandy con il liquore. Sicuramente, una carezza a fine pasto!
Indice
Qualche consiglio
Io utilizzo una crema di menta bianca che trovo superlativa, mentre per ottenere il colore verde utilizzo una goccia di colorante alimentare.
Se ti piace, puoi grattugiare qualche scaglia di cioccolato in cima al drink, o creare una bordatura con del cioccolato fuso.
È un drink dessert, da servire in una piccola coppetta come fosse un dolce.