
Grand Margarita
La variante "lusso" del drink a base Tequila più bevuto al mondo.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in un rock glass precedentemente raffreddato e colmo di ghiaccio.
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Marketing Yankee
Non devo sicuramente fartelo presente io, ma quando gli americani capiscono che qualcosa ha un potenziale inespresso, non impiegano più di qualche attimo per decidere di investire energie e soldi nella sua scalata al mainstream. Figurarsi quando il prodotto in esame è già un bestseller, e quindi le possibilità di farlo fruttare ulteriormente sono praticamente a portata di mano. Ecco, secondo me, il Grand Margarita è l’emblema perfetto del senso per gli affari a Stelle e Strisce.
Le origini
Sembra che il Grand Margarita, conosciuto anche con il nome di Cadillac Margarita, sia stata ideato intorno agli anni ’80 del Novecento nella catena di ristoranti statunitensi El Torito. Quest’ultima venne fondata nel 1954 da Larry J. Cano: dopo una iniziale esperienza nella gestione di un ristorante polinesiano, alla morte del proprietario ebbe l’intuizione di modificare la proposta del locale, iniziando a servire per primo in California cibo messicano. Vent’anni dopo, nel 1976, anno in cui cedette le proprie quote per 20 milioni di dollari alla W.R. Grace and Company, la catena contava una ventina di ristoranti. Cano mantenne il ruolo di presidente della compagnia, traghettandola ad un successo su cui forse nemmeno lui aveva mai fantasticato.
Il record di vendite
Nel 1984, infatti, tutti i ristoranti della catena vendettero la spropositata quantità di 7 milioni di Margarita. L’anno precedente, Cano, aveva elaborato una ricetta chiamata Margarita Especial, in cui il cognac alle arance andava ad integrare il canonico triple sec. Ma il vero colpo di genio lo ebbe dopo il 1984.
Prima del 1987, anno in cui il drink compare fra le pagine del Montreal Gazette, il presidente della catena creò una versione di lusso del Margarita, a cui avrebbe dato il nome di Cadillac Margarita per enfatizzarne il legame con l’idea di lusso ed esclusività, realizzata con un tequila 100% agave. Ma questo inserimento non rappresentava l’unica novità: il Cadillac Margarita veniva servito in coppetta accompagnato da uno shot di cognac alle arance, che il cliente doveva versare sopra il drink finito per creare un float del prestigioso liquore francese sulla variante della casa del Margarita. Show e marketing, insomma: due campi in cui gli statunitensi sono davvero “padroni di casa”.
Gloria e Oblio
Il grande successo del Cadillac Margarita nei ristoranti della costa occidentale fece da traino per la popolarizzazione del drink nelle strutture ricettive della medesima catena sulla costa atlantica. La pubblicazione della ricetta sul Montreal Gazzette sdoganò il cocktail anche in altri bar e diners americani, sancendo il definitivo apprezzamento della clientela per l’unione di tequila di qualità, cognac alle arance e succo di lime. Gli anni ’90, però, decretarono la fine della sua fama, poiché i gusti delle nuove generazioni di avventori stavano nuovamente mutando, in una rincorsa alla moda e alle tendenze che da sempre caratterizzano il settore della miscelazione. Solo a partire da anni più recenti, il Cadillac Margarita, ora universalmente conosciuto come Grand Margarita, è ritornato agli onori della cronaca, restituendoci un curioso spaccato della mixology degli anni ’80.
La Canonizzazione IBA del Grand Margarita
Nel 2024 il Grand Margarita è stato inserito nella nuova codifica della lista IBA dei classici internazionali, nella categoria dei New Era Drinks.
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Float di liquore?
Qualora volessi cimentarti con la realizzazione del Cadillac Margarita di Cato, quello con il cognac alle arance versato a galleggiare sul drink finito, ti consiglio di aggiungere qualche ml di sciroppo di zucchero all’interno dello shaker insieme al tequila 100% agave e al succo di lime. Il rischio, se non lo facessi, sarebbe quello di avere un drink eccessivamente secco sotto il float di cognac alle arance.
Un twist agrumato
Per fare risaltare ancora di più la sensazione di agrume del liquore, ti consiglio di spremere gli olii essenziali di un twist di arancia sul drink.