Gold Rush
Una piccola “pepita” (richiamando la Gold Rush, la corsa all’oro di metà Ottocento esplosa nello stato della California) ricavata da tre ingredienti facili. Quando la semplicità diventa un valore.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra nel bicchiere di servizio freddo e colmo di ghiaccio. Infine, sprizza il twist di limone.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatori
Periodo storico
Iscriviti!
Indice
Il Milk & Honey
Il Gold Rush fu uno dei più grandi successi commerciali del Milk & Honey di Sasha Petraske e, come spesso accade quando bisogna analizzare le motivazioni alla base di una creazione di successo, la semplicità della sua struttura si rispecchia nell’altrettanto usuale situazione che ne vide l’origine.
Per farla breve, T. J. Siegal chiese a Sasha di preparargli un Whiskey sour con l’honey mix appena assaggiato, che Petraske stava realizzando in vista della serata. L’accostamento fra il limone, Bourbon ed il miele fu, sul palato dei due, come una passeggiata su un sentiero incantato non più battuto da molto tempo e del tutto dimenticato dai bartender di tutto il mondo.
T.J. Siegal
Una piccola curiosità? Siegal non è nemmeno un bartender. Il suo essere presente nei primi, difficoltosi e a volte imprevedibili “passi” mossi da Petraske nella creazione del Milk & Honey è dovuto al fatto che Siegal fu uno dei finanziatori dell’impresa di Sasha.
Come confessato dallo stesso T. J. e riportato sul libro di Robert Simonson, A Proper Drink, Sasha ben prima di inaugurare il suo locale nella serata del 31 dicembre 1999 rimase senza soldi per pagare i lavori di apertura in Elderidge Street, nel Lower East Side newyorchese. Siegal, suo amico dai tempi del college, ed altri amici di infanzia lo finanziarono, girandogli i loro stipendi da camerieri o addebitando le spese sulle loro carte di debito di studenti universitari.
Il Milk & Honey aprì a lavori ancora in corso, di cui per anni se ne mantenne traccia: dai pezzi di nastro adesivo sul soffitto, ai pannelli – separé non rivestiti (con la gommapiuma in bella vista), fino al compensato grezzo in alcune zone dell’intero locale.
Le intuizioni di Petraske
Oggi considerato il primo Speakeasy moderno, il Milk & Honey seguiva una rigidissima etichetta riguardante il comportamento da dovere tenere fra le sue mura e un controllo accuratissimo sui drink e sulla loro realizzazione. All’esterno il locale risultava praticamente non riconoscibile ad un occhio non allenato, poiché gli accordi di Petraske con la proprietà del locale prevedeva che non si creasse troppa confusione sul marciapiede del condominio di cui faceva parte l’attività, cosa ben accetta da Sasha, che tenderà a mascherare il locale non dotandolo di un’insegna ed oscurando le finestre che davano sulla strada.
Dopo un anno e mezzo dall’inaugurazione, Petraske fu invitato da Jonathan Downey, presentatogli al Milk & Honey da Dale De Groff, ad aprire una succursale a Londra. Nei sei mesi lontano dalla Grande Mela, Sasha affidò la gestione del locale proprio a T. J. Siegal.
Struttura e ispirazioni
Il Gold Rush è il perfetto esempio di come una piccola variazione su un grande classico possa crearne uno della medesima grandezza: tre ingredienti, perfettamente bilanciati, che la lasciva dolcezza del miele insieme all’acidità del limone e alle dolci note del Bourbon innalzano verso le vette di un sapore universalmente apprezzato.
Come scritto sul libro pustumo di Petraske del 2016, Regarding Cocktails, fu questo drink a ispirare a Sam Ross un altro grande classico contemporaneo, il Penicillin.
Indice
Miele diretto?
Nel qual caso ti trovassi ad utilizzare il miele invece dell’honey mix, ricordateti di stemperarlo nel succo di limone prima di shakerarlo.
Twist di limone
Nel libro di Petraske non compare nussun twist di limone, che io preferisco aggiungere.