
French 75
Come scrive Craddock sul proprio libro, il French 75 “Hits with remarkable precision”, e non possiamo che essere d’accordo con lui su questa miscela a base di limone, zucchero, Gin e Champagne. Inarrestabile!
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shaker il succo di limone fresco, lo sciroppo di zucchero ed il Gin. Filtra in una coppia champagne ghiacciata, colma con lo Champagne e mescola. Infine, sprizza il twist di limone.
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Indice
Un cannone che ha fatto la Storia
Che il drink debba il nome al cannone 75 mm Mle. 1897 utilizzato dall’esercito francese nella Prima guerra mondiale è una notizia alla portata di tutti, ormai quasi materia di studio sui banchi di scuola tanto la abbiamo sentita raccontare. Per decenni venne considerato il più moderno e potente cannone campale dell’epoca, caratterizzato da grande mobilità, dalla notevole precisione e dall’elevata cadenza di tiro, qualunque cosa voglia dire questa ultima caratteristica, che potete tranquillamente trovare sulla pagina di Wikipedia riservata al cannone.
Un nome, due cocktail
Quello che in realtà mi ha catturato maggiormente è la storia del drink.
Fino al 1927, su ricettari di grande importanza come Cocktail – How to Mix Them (1922) di Robert Vermeire, Harry’s ABC of Mixed Drinks (1926) e Barflies and Cocktails (1927), entrambi di Harry MacElhone, e Cocktails di Piero Grandi, il “75” Cocktail compare composto da granatina, succo di limone (a volte del tutto sostituito da qualche goccia di assenzio), Gin e Calvados (o Applejack).
Ad invertire la tendenza sarà Judge Jr. sul suo Here’s How del 1927, in cui viene riportata una ricetta a nome The French “75” decisamente in linea con la versione canonizzata che oggi conosciamo, composta da Gin, succo di limone, zucchero e Champagne, servito in un bicchiere alto ricolmo di ghiaccio. Appena sotto la ricetta compare la scritta “If you use club soda instead of Champagne, you have a Tom Collins”. Bingo!
Harry Craddock dice la sua
Per alcuni anni le due versioni (quella di Judge Jr. e quella dei manuali precedenti) si alternano su vari ricettari, ma solo a partire dal 1930, una volta riportato sul libro di Harry Craddock, The Savoy Cocktail Book, il French 75 comincia ad essere miscelato seguendo la ricetta del libro di Judge Jr.
Se ancora hai dei dubbi sull’importanza di Craddock per la storia della miscelazione, ti prego di tenere a mente questo episodio: il bar manager dell’American Bar del Savoy Hotel ha standardizzato moltissime ricette che, prima di lui, o si contendevano lo stesso nome o erano prodotte a partire da ingredienti non corretti (secondo le formule attuali). Dissertazioni storiche a parte, Vermeire sul proprio libro ne attribuisce la paternità al bartender Henry Tépé dell’Henry’s Bar di Parigi, mentre altre fonti ne collocherebbero i natali presso l’Harry’s New York Bar, anch’esso situato nella Capitale Francese.
Lo zampino di Wondrich
Secondo recenti ricerche, lo storico David Wondrich riporta di aver trovato un articolo pubblicato su un quotidiano del 1885 in cui si fa riferimento allo scrittore Charles Dickens e alla sua usanza di consumare “Tom gin and champagne cups” insieme ai suoi ospiti presso la Parker House di Boston, durante un viaggio alla scoperta degli Stati Uniti avvenuto nel 1867.
Le Cups sono un’antica famiglia di bevande miscelate, composte di agrumi, zucchero, distillato/liquore e vino: alcune ricette di Cups compaiono anche sul The Bar-Tender’s Guide di Jerry Thomas, pubblicato nel 1862, e fra queste si fa menzione proprio di una Champagne Cup (à la Brunow), una variazione sulla versione a base di vino Claret.
Se, come auspicato da Wondrich, lo Scrittore Inglese si deliziasse con una mistura a base di succo di limone, zucchero, Gin (nella sua variante Old Tom) e Champagne, ci troveremmo effettivamente di fronte alla prima traccia del French 75 cinquant’anni prima delle ipotizzata creazione e correlazione con il pezzo di artiglieria della Prima guerra mondiale.
Il French 75 a base Cognac
Negli Stati Uniti, soprattutto a New Orleans, il drink è servito il più delle volte a base Cognac. Questo aspetto rappresenta quasi una diatriba sull’origine del drink, che qualcuno pensa essere nato durante il Proibizionismo americano e non in Europa, tesi oltretutto possibilmente confermata anche dal fatto che la prima menzione del drink per come lo conosciamo oggi apparve su un ricettario statunitense del 1927, il già citato Here’s How.
Il French 75 filtrato
Come già accennato, originariamente il drink veniva realizzato direttamente in un bicchiere alto ricolmo di ghiaccio, mentre solo qualche anno più tardi si diffonde lo standard di shakerarlo e filtrarlo in una flûte. La prima fonte autorevole che sancisce questo cambio è nel libro di Charles Schumann del 1995, The American Bar.
La struttura
Il French 75, al netto della trattazione storica, come suggerisce anche il libro Here’s How, non sarebbe dunque altro che un’ibridazione fra due drink molto conosciuti dell’epoca, lo Champagne Cocktail e il Tom Collins. Ancora più corretto sarebbe definirlo come una variante del Tom Collins completata con lo Champagne, visto che sia sul libro di Judge Jr. che su quello di Craddock il drink viene servito in un bicchiere alto ricolmo di ghiaccio.
Per quanto oggi miscelare il vino francese ci appaia quasi una blasfemia, i nostri predecessori non si facevano gli stessi problemi morali e, anzi, ti assicuro che il succo del limone si integra alla perfezione con la dolcezza frizzante dello Champagne. L’aromaticità dei due viene sostenuta dalla componente zuccherina dello sciroppo di zucchero, che dona corpo e persistenza ad entrambi, ed il complesso è reso più potente e strutturato al palato dal “kick” alcolico del distillato inglese.
La canonizzazione IBA del French 75
Il drink entrò nella lista IBA solo con la codifica del 2011 (la quinta) come Contemporary Classic, venendo confermato anche nella successiva (la sesta, del 2020). Quando bere un French 75?! Domanda sbagliata, che andrebbe sostituita dalla più onesta “Quando non bere un French 75?!”.
Indice
Flûte o coppetta?
Personalmente preferisco una bella coppa champagne da 220 ml circa, ma la flúte va sempre bene.
French 75 con Assenzio
Prendendo spunto da alcune versioni del “75” Cocktail pubblicate prima del 1927, ho deciso di provare ad aggiungere alcune gocce di assenzio agli ingredienti posti nello shaker. Il risultato è davvero interessante.