Clover Club
Il drink per “Signore” più famoso di inizio Novecento racconta una storia di amore e riscatto sociale, fra le sale di uno degli alberghi più famosi del secolo scorso. Poi, Julie Reiner.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un Boston. Dopo aver effettuato una Dry Shake o montato gli ingredienti con un aerolatte, shakera con ghiaccio e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, decora con dei lamponi freschi.
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Il Clover Club di Philadelphia
È ancora una volta David Wondrich su Imbibe! a far risorgere dalle nebbie del tempo le informazioni che riguardano il Clover Club, il drink per “Signore” più conosciuto fino al secondo decennio del Novecento.
Il Clover Club fu un circolo frequentato da capitani d’industria, avvocati e politici di Philadelphia che animò la vita culturale della città dal 1882 al 1920 presso il Bellevue-Stratford Hotel. Il drink è apparso dopo qualche anno dalla data di fondazione del Club e Wondrich ne ha rintracciato la prima menzione a stampa in un articolo del 1901 sul New York Press scritto da Micheal J. Killackey, capo barman del Waldorf-Astoria, l’hotel che sorgeva dove oggi nella Grande Mela ha sede l’Empire State Building, tra la Fifth Avenue e la West 34th Street. Ma per capire come il drink sia entrato nelle grazie delle signore del tempo dobbiamo introdurre la figura di Louise Kehrer.
Louise Kehrer e George C. Boldt
Louise nasce nel 1862 a Philadelphia. Suo padre, William Kehrer, era l’amministratore del Clover Club, un club per soli gentleman costituito nella seconda metà dell’Ottocento. Nel 1876 presso la struttura che ospitava il circolo venne assunto come lavapiatti George C. Boldt, un immigrato prussiano nato nel 1851 e trasferitosi negli Stati Uniti con la famiglia all’età di 13 anni. Tra Louise e George, incontratisi fra le mura del Club, scoppia l’amore e l’anno seguente i due si sposano. L’intercessione del suocero permetterà a George di cominciare una incredibile carriera nel settore alberghiero, proprio a partire dalla gestione della sala ristorante del Clover Club. Nel giro di pochi anni George riesce ad acquistare l’Hotel Bellevue all’incrocio nord-ovest di Broad & Walnut Street, e poco tempo dopo anche lo Stratford Hotel, all’incrocio sud-ovest della stessa strada.
Il Bellevue-Stratford Hotel
Nel 1904 i due alberghi verranno “fusi” per creare il Bellevue-Stratford Hotel, un’istituzione cittadina per molti anni in quanto a servizio, ospitalità e cucina. Fu qui che sua moglie consigliò a George, diventato negli anni presidente del circolo che dà il nome al drink, di permettere l’ingresso al Clover Club anche alle signore e di deliziarle con un cocktail ideato per loro, a base di gin, succo di limone e lampone, rendendolo il drink più famoso presso la clientela femminile della metropoli di quegli anni. Grazie alle proprie qualità manageriali Boldt riuscirà ad entrare anche nella gestione del Waldorf-Astoria di New York, al tempo rinomato come uno dei migliori alberghi/cocktail bar della Grande Mela. Albert Stevens Crockett, bar manager presso quest’ultimo, inserirà la ricetta del Clover Club all’interno del ricettario che porta il nome della struttura alberghiera, l’Old Waldorf Bar Days del 1931.
L’amore fra Louise e George non verrà scalfito dal passare del tempo: George arrivò ad acquistare un’intera isola da donare alla moglie, facente parte dell’arcipelago delle Thousand Islands, dove farà costruire un castello ancora oggi meta di tour turistici. La morte di Louise nel 1904, a soli 41 anni, e prima del termine dei lavori sull’isola, però, rovinerà i piani di George.
Le prima apparizione del Clover Club
Il Clover Club appare su parecchi ricettari del primo Novecento, a partire dal The World’s Drinks And How To Mix Them di W. Boothby del 1908 , per poi cadere in disuso una volta terminato il Proibizionismo, forse per l’utilizzo dell’albume o per l’associazione femminile coi lamponi.
Curiosità: nel libro di Boothby troviamo la ricetta che può essere preparata sia con sciroppo di granatina che sciroppo ai lamponi.
L’aggiunta del Vermouth Dry e Julie Reiner
A riportarlo in auge il cocktail è stata, a partire dal 2008, Julie Reiner al suo Brooklyn’s Clover Club di Philadelphia nella versione che prevede l’aggiunta del Vermouth Dry (riscontrabile la prima volta all’interno di Drinks – How to Mix and Serve del 1909 di Paul E. Lowe), in un crescendo di popolarità e apprezzamento che lo ha portato ad entrare a far parte della lista IBA dalla codifica del 2011.
Indice
Ci va il Vermouth dry nel Clover Club?
Io preferisco la versione con l’aggiunta di Vermouth dry a dare un’interessante nota secca. In questo caso la mia scelta va su una piccolissima quantità di Vermouth dry dalle note non troppo ossidate e più floreali.
Anche senza il Vermouth dry il cocktail funziona alla grande.
Sciroppo di lamponi
In assenza dello sciroppo di lamponi, puoi utilizzare la stessa quantità di sciroppo di zucchero e schiacciare con un muddler all’interno del Boston 4 – 5 lamponi freschi prima di versare il resto degli ingredienti.
Clover Leaf
Se aggiungo alcune foglie di menta, diventa Clover Leaf.
Vecchie versioni
In alcune vecchie ricette, il succo di limone è sostituito da quello di lime. Capita di trovarne anche versioni in cui si utilizza la granatina al posto dello sciroppo di lamponi.