Art of Choke
Gli amari italiani alla conquista della patria della miscelazione: gli Stati Uniti.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo. Aiutandoti con un barspoon, aromatizza il drink con gli oli essenziali delle foglie di menta, pressandole delicatamente sul fondo del mixing glass. Aggiungi il ghiaccio a cubetti, stirra e filtra in un double rock glass ghiacciato ricolmo di ghiaccio. Infine, decora con le foglie della menta.
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“Fai tu, con rum e bitters”
Può un drink nato dalla richiesta estemporanea di un cliente (“fammi qualcosa a tua scelta”, ordinazione conosciuta negli Stati Uniti con la frase gergale bartender’s choice) e servito come “shot” digestivo diventare un classico contemporaneo? La risposta è si, se si tratta dell’Art of Choke.
Siamo al The Violet Hour di Chicago, nel primo decennio del Nuovo Millennio. In una sera di servizio il bartender del locale, Kyle Davidson, riceve come ordinazione da parte di un avventore un “fai tu, con rum e bitters”. Kyle prende il rum ed il Cynar, sporca il bicchiere con un po’ di Chartreuse verde e decora il drink con alcune foglie di menta. La creazione estemporanea piace e Kyle decide di rielaborarla per il nuovo menù del The Violet Hour, rivedendone le dosi.
Il “Kyle’s After Pork”
Aumenta la quantità di amaro ai carciofi e di liquore francese, riduce quella del distillato caraibico, integra un po’ di succo di lime e di sciroppo di zucchero Demerara e aromatizza il tutto con gli oli essenziali della menta, pestandone delicatamente le foglie all’interno della miscela degli altri ingredienti.
Art of Choke funziona, il nome comincia a circolare, sempre un po’ avvolto dal mistero dei suoi componenti. Kyle porta il drink con sé in ogni struttura presso cui prende servizio, fra cui il frequentato ristorante cittadino The Publican, dove lo converte in un pre-batch da offrire ai commensali come digestivo con il nome di “Kyle’s After Pork”. A consacrare definitivamente la bevanda miscelata e a renderla famosa ad altri bartender saranno due libri molto importanti in quegli anni, il Beta Cocktails del 2009 di Estopinal e Pazuniak e Amaro: The Spirited World of Bittersweet, Herbal Liqueurs with Cocktails, Recipes, and Formulas del 2016 di Brad Thomas Parson.
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