Last Word
L’“ultima parola” su questo drink l’ha detta IBA, inserendolo nel 2020 nella sua ultima codifica ufficiale. Erbaceo, fruttato e botanico, il Last Word è stato il punto di partenza per la creazione del Paper Plan e del Naked & Famous.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, decora con una ciliegina.
Iscriviti!
Indice
Il comico itinerante
Detroit, 1916, DAC (Detroit Athletic Club). Città, data e luogo preciso di origine non sono informazioni tanto comuni nello studio genealogico della maggior parte dei drink ad oggi miscelati. Il Last Word è un’eccezione.
Di lui possediamo con certezza le tre nozioni citate ad inizio articolo, e qualche altra un po’ più nebulosa. Tra queste ultime spicca quella del suo presunto “creatore”. Benché su Imbibe! di David Wondrich si riferisca a lui col nome di Frank Farrell, una ricerca più approfondita da parte nostra preferisce connotare la sua figura con quella dell’attore di vaudeville Frank Fogarty, nato in Irlanda nel 1878 (e per questo soprannominato “The Dublin Minstrel“) ma cresciuto a Brooklyn. Fu il più popolare rappresentante della sua epoca di quello specifico generale teatrale, una antica versione di quella che oggi è la Stand Up Comedy, tanto che girò gli Stati Uniti in lungo e in largo, e proprio nel suo pellegrinare finì per ritrovarsi ad allietare la serata dei soci del Detroit Athletic Club nel dicembre del 1916.
Il Detroit Athletic Club e lo Zig Zag Café
Narra la leggenda che una volta condotto all’interno del Detroit Athletic Club (fondato nel 1887 da alcuni giovani atleti della città e risollevato nel 1913 da un gruppo di imprenditori del settore automobilistico e industriale che ne sposterà la sede nella Clubhouse di sei piani su Madison Avenue), trovatosi al cospetto del barman, Fogarty si fece miscelare un drink particolare di sua estemporanea ideazione, il Last Word, per l’appunto.
A smentire questa ipotesi sono le testimonianze scritte: il Last Word compare per la prima volta nel 1916 fra le pagine del Detroit Athletic Club News (il periodico rivolto ai soci del circolo) nella pubblicazione di luglio/agosto, circa quattro mesi prima dell’esibizione di Fogarty.
A reiterare la versione errata della storia del drink ha contribuito la prima menzione a stampa su un ricettario, quella del 1951 su Bottom Up! scritto da Ted Saucier: l’autore, addetto stampa del Waldorf Astoria di New York, riporta “this cocktail was introduced around here [con riferimento alla città di New York, N.d.E.] about thirty years ago from Frank Fogerty, who was very well known in vaudeville”. L’intenzione risulta essere più quella di omaggiare la figura di Fogarty per aver fatto scoprire alla città di New York il Last Word, piuttosto che attribuirgliene la paternità.
Il drink perderà progressivamente di popolarità fino alla sua totale scomparsa dai banconi dei bar di tutto il mondo per tutta la restante parte del Novecento, ma grazie al libro di Saucier e a Murray Stenson, un barman di Seattle in forza allo Zig Zag Café, che nel 2004 riscoprirà la ricetta in una copia del 1952 di Bottom Up!, il Last Word è ritornato in auge e detiene la giusta posizione che gli spetta nel mondo della miscelazione.
La canonizzazione IBA del Last Word
Nel 2020 il Last Word è stato inserito per la prima volta nella lista dei cocktail IBA.
La struttura
Fresco, dissetante, aromatico ed erbaceo, il Gin e il maraschino sono un binomio già conosciuto in miscelazione, quasi quanto quello fra il lime e i liquori di erbe. Il vero colpo di genio è stato mettere insieme queste due coppie e vedere quanto fossero capaci di funzionare.
La struttura del drink, quattro ingredienti (un distillato, una componente acida e due liquori con una forte componente aromatica e zuccherina) in parti uguali, è stata poi ripresa come base di partenza per numerose e riuscite variazioni, alcune di risonanza internazionale, come il Naked and Famous di Joaquin Simo e il Paper Plane di Sam Ross.
Indice
Il maraschino
Preferisco bilanciare la ricetta con una quantità di maraschino molto più bassa rispetto per esempio alle indicazioni di IBA. Trovo infatti che sia un liquore che vada utilizzato a gocce o comunque in piccole quantità, altrimenti rischia di essere troppo presente nel drink fino a renderlo non piacevole.
Qualora volessi provare a realizzare il Last Word nella sua struttura originaria, miscela i 4 ingredienti in medesime quantità, tra i 25 e i 30 ml ciascuno.
Twist di limone
Se cerchi un’ulteriore sensazione di freschezza puoi aggiungere un twist di limone.