Harvey Wallbanger
Spesso ci dimentichiamo di come una buona campagna di marketing possa condizionare le nostre scelte di “liberi” consumatori. L’Harvey Wallbanger è qui, ora, per ricordarcene!
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un Highball glass freddo colmo di ghiaccio e miscela delicatamente. Infine, sprizza gli olii essenziali di un twist di arancia sulla superficie del drink e decora con una coin ottenuta dalla scorza dell’agrume.
Info
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Indice
Surf e bugie
È arrivato il momento di dirlo: la storia del surfista è una bugia clamorosa!
Dietro all’Harvey Wallbanger non vi è altro che una azzeccatissima operazione di marketing e dobbiamo ringraziare lo storico Robert Simonson, e il suo libro A Proper Drink del 2016, se finalmente possiamo dire la verità su tutta la faccenda. Ecco come sono andate le cose.
Fine anni ’60. Geroge Bednar, direttore marketing della McKesson Imports Co, azienda importatrice negli Stati Uniti del liquore italiano Galliano, contatta il barman Donato “Duke” Antone, proprietario di una scuola per barman, per lo sviluppo di alcuni drink con all’interno il nuovo prodotto di importazione, così da aumentare i consumi del liquore nel mercato statunitense. Antone creò l’Harvey Wallbanger (e altri drink contenenti il Galliano) e insieme a Bednar diede vita anche alla leggenda dietro al cocktail: quella secondo cui l’avrebbe servito per la prima volta nel 1952 a Tom Harvey, surfista di talento, che per festeggiare l’ennesima vittoria in una competizione sportiva si ritrovò a consumare una quantità smisurata di Harvey Wallbanger, ritrovandosi la mattina dopo a prendere a testate il muro (da qui il termine wallbanger) come estremo tentativo contro l’hangover intollerabile.
Un Hippie studiato a tavolino
Contemporaneamente, Bednar assolda l’illustratore Bill Young con il compito di creare un poster per la promozione del drink: la matita di Young modella un buffo omino hippy coi sandali, vestito con una tonaca da monaco e la faccia segnata dai bagordi della sera precedente, appeso ad un paracadute che riporta la scritta “Harvey Wallbanger is the name. And I can be made” e la ricetta del cocktail. A partire dal ’71 il personaggio nato dalla mente di Young inizia a comparire su tazze, magliette, adesivi e tazze, inondando l’immaginario collettivo come un’eruzione di lava, e sulle onde di questa eruzione l’Harvey Wallbanger ci surfa alla grande, diventando uno dei drink più consumati fra gli anni ’70 e ’80 del Novecento.
La canonizzazione IBA
La riuscita campagna di marketing porterà il drink fino alle vette più alte delle bevande miscelate: a partire dalla seconda codifica del 1986, l’Harvey Wallbanger ha fatto parte della lista IBA per 4 edizione consecutive, fino a quella del 2011, venendone definitivamente escluso in quella del 2020.
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L’Autentico
L’Harvey Wallbanger deve essere preparato con Galliano L’Autentico. La stessa azienda produce anche il Galliano Vanilla che, per quanto si tratti di un discreto prodotto, non apporta al drink tutte le altre note aromatiche caratteristiche del Galliano l’Autentico, come la menta pipirita, la cannella, l’anice stellato, la salvia e tanti altri sentori.