Gin Rickey
La versione a base Gin di uno dei Sour più famosi e ordinati degli ultimi due decenni dell’Ottocento.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti direttamente nel bicchiere freddo e pieno di ghiaccio e miscela delicatamente. Infine, decora con lo shell del lime che avevi precedentemente spremuto.
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Indice
L’evoluzione del Joe Rickey
Se volete conoscere la storia della nascita del Rickey, vi rimando alla scheda riguardante il Joe Rickey, la versione già antica del drink. Ricordiamoci solo che non è un long drink, quanto un Sour costruito build, senza zucchero in un bicchiere dalla capacità di circa 250-300 ml.
La ricetta a base Gin sembra essere stata introdotta negli Stati Uniti intorno alla metà degli anni ’90 dell’Ottocento. Il Gin Rickey divenne presto protagonista di un divertente gioco di parole nato all’epoca dei fatti: nel 1893, all’esposizione universale di Chicago, il Giappone fece conoscere al mondo occidentale il jinrikisha, termine mutuato nello statunitense “rickshaw”, da cui deriva l’italianizzato “risciò”, il mezzo di trasporto a trazione umana tipica dei paesi asiatici. L’assonanza fra la nuova curiosità nipponica e il Gin Rickey (goliardicamente pronunciato “gin-rickshaw”) pare essere stato uno dei motivi alla base della popolarità di quest’ultimo.
La popolarità
A partire dall’ultima decade del XIX secolo, la versione a base Gin fece così scalpore che persino sulla stampa del periodo se ne ritrova traccia: un giornalista, in un articolo del 1907 sul Los Angeles Herald, scrive “Now let the warm wheater come and let the siphons hiss, because the limes are here ready for the Gin rickeys”.
Il Gin Rickey subirà una progressiva perdita di interesse da parte dei consumatori solamente quando faranno la propria comparsa sul mercato statunitense lo Scotch Highball e il Mamie Taylor.
Le testimonianze
La prima menzione del drink sembra essere quella presente sul Modern American Drinks del 1895 di George Kappeler: la ricetta del Gin Rickey è riportata insieme a quella dello Scotch Rickey, del Canadian Rickey, del Vermouth Rickey, del Whiskey Rickey e del Brandy Rickey, con quest’ultima variante a fare da “caposcuola” a quelle precedentemente elencate. Sembra che, nella visione di Kappeler, il Rickey più che un drink sia una intera famiglia di bevande miscelate, differenziate fra di loro solo dal prodotto alcolico di riferimento.
Sul News and Improved Bartenders’ Manual di Harry Johnson, nell’edizione del 1900, compare l’utilizzo dell’Old Tom o dell’Holland Gin (il Genever). Nel 1903, sul Daly’s Bartenders’ Encyclopedia di Tim Daly, il drink viene invece realizzato con il Plymouth gin. Curiosamente, sempre in quest’ultima opera, il Gin Rickey viene servito in un “sour glass”, il Whiskey Rickey in “a medium size bar glass”, mentre altri drink (come il Rusty Ike: ghiaccio, succo di lime, Rum e ginger ale) vengono serviti in un “rickey glass”.
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Quale Gin per il Gin Rickey?
Alcune varianti consigliano di preparare il Gin Rickey utilizzando un Old Tom gin. Il risultato resterà più morbido e con note botaniche meno accentuate. Qualora utilizzassi il Genever, come suggerisce anche Harry Johnson, le note maltate del distillato olandese restituiranno un rimando ai sentori di cereali del Bourbon statunitense, tipiche del Joe Rickey.
Zucchero?
Per quanto la struttura originale del drink non preveda l’utilizzo di edulcoranti, un barspoon (o anche meno) di sciroppo di zucchero può mitigare le sensazioni prepotentemente acide che il cliente potrebbe non apprezzare del tutto.