Dying Bastard
Il fratello “minore” della Bastard Trilogy di Joe Scialom. Brandy, Gin e Bourbon bilanciati con lime cordial e ginger beer.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti, ad eccezione della ginger beer, e filtra in un Collins Glass freddo colmo di ghiaccio. Completa con la ginger beer e miscela delicatamente con il barspoon. Infine, decora con una scorza di arancia e un ciuffo di menta.
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Joe Scialom
Il Dying Bastard è un drink della “Bastard Trilogy” di Joe Scialom, una delle personalità più eclettiche, professionali e influenti che abbia mai calcato il bancone di un bar nel XX secolo. Studia chimica da giovane, Mr. Scialom, con l’intenzione di proseguire l’attività di famiglia, una farmacia a Il Cairo, ma ben presto scopre che preferisce miscelare ingredienti alcolici alle polverine medicinali, ed inizia la sua carriera allo Shepheard’s Hotel della capitale egiziana. Nel 1940, a trent’anni appena compiuti, subentra al suo mentore e capo barman della struttura, l’italiano Gasperini. Nel 1942, la notte precedente alla battaglia di El Alamein, spedisce al fronte il suo Suffering Bastard come rimedio all’hangover di alcuni soldati e per infondere ulteriore coraggio alle truppe britanniche. Costretto a lasciare l’Egitto a metà degli anni ’50, si trasferì in America: qui, nel 1959, mentre gestiva il Marco Polo Club di Manhattan, dà alla luce il Dying Bastard e il Dead Bastard.
La struttura
Esattamente come il Suffering Bastard, il Dying Bastard era considerato una cura contro i postumi di una sbronza, ma a vedere la ricetta, creata con tre differenti distillati, sembra che, più che il rimedio, il Dying Bastard potesse essere la causa dell’hangover! Oggi possiamo considerarlo come il prototipo del Long Island Iced Tea, l’antenato di tutti i drink che tendono a mascherare il proprio tenore alcolico: subdolo, meschino, fuorviante…insomma, un vero bastardo! Resta comunque un drink con una decisa freschezza, donata dall’acidità e dalla effervescenza della ginger beer. Proponilo in sostituzione al Long Island o al Moscow Mule ai clienti che apprezzano questa tipologia drink, e li stupirete sicuramente.
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Lime Cordial
Ti sconsiglio di utilizzare i Lime Cordial che puoi reperire già pronti in commercio: per quanto non abbia nulla in contrario alle produzioni industriali, questa tipologia di prodotto riesce a dare il suo meglio se realizzato fresco, quando le note degli olii essenziali delle bucce del lime sono ancora all’apice della loro potenza aromatica.
Per prepara il Lime Cordial home made hai due strade: o aggiungi del succo di lime fresco ad uno sciroppo di lime, bilanciando fra loro acidità e dolcezza; o realizzi un oleo saccharum (scorze di agrume + zucchero in grani, in proporzione da 5:1 a salire) che vai a sciogliere con un pari peso di succo di lime fresco.