Death in Venice
Tony Conigliaro parte dallo Sbagliato e ne rielabora la struttura alla luce della facilità di bevuta dello Spritz. Un aperitivo vincente creato da una delle menti più eclettiche dei nostri giorni.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti all’interno di una Flûte ghiacciata e miscela delicatamente. Infine, sprizza gli olii essenziali di un twist di arancia sulla superficie del drink.
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Indice
Ode all’aperitivo
Come riportato dallo stesso Tony Conigliaro sul suo libro The Cocktail Lab: Unraveling The Mysteries Of Flavour And Aroma In Drink, With Recipes del 2013, il Death In Venice è un omaggio al rito tutto italiano dell’aperitivo, un momento sociale per dimettere i panni professionali indossati nelle ore di lavoro e giungere finalmente ad una dimensione più domestica e intima prima del pasto serale.
La struttura
Lo spunto iniziale del drink non poteva non partire da un grande classico dell’happy hour dello Stivale, lo Sbagliato, cocktail che ha sempre affascinato Conigliaro ma che, per il barman londinese, ha nel suo elevato tenore alcolico un difetto che può scoraggiare un consumo continuato: da qui l’idea del Death In Venice, qualcosa che avvicinasse maggiormente il drink milanese al classico veneziano, lo Spritz, largamente consumato anche per la propria facilità di bevuta. Largo spazio al Prosecco allora, ridimensionando la quantità di Bitter ed annullando totalmente quella del vermouth, sostituito con l’aromatico apporto del pompelmo che si integra alla perfezione con i sentori amari e di arancia del bitter. Fresco, armonico, agrumato e alleggerito dalle bolle e dall’acidità del vino frizzante, il Death In Venice rappresenta una bella cartolina delle tradizioni italiane, che trova nell’aperitivo la sua massima espressione.