Vermouth Cocktail
Il primo drink della storia ad includere il Vermouth e che ha ispirato la creazione di alcuni pilastri della miscelazione italiana, come l’Americano e il Milano – Torino.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di limone.
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Indice
“Enter Vermouth”
Come racconta David Wondrich nel suo Imbibe!, una volta che il Vermouth cominciò ad arrivare negli Stati Uniti (risultano risalire intorno al 1836 le prime importazioni dall’Italia), qualcuno provò a farne un Cocktail! D’altronde, specifica lo storico, gli americani del tempo bevevano principalmente drink preparati in quel modo, ovvero spiriti edulcorati con zucchero e amaricati dai Bitters (pensa all’Old Fashioned).
Il Vermouth Cocktail mantenne per molto tempo anche un’aura di farmaco, soprattutto per la sua capacità di stimolare l’appetito e la digestione e come cura contro i postumi della sbornia.
Le testimonianze
La prima menzione a stampa su un ricettario la troviamo sul The Steward and Barkeeper Manual di Jesse Haney del 1869: compare nell’indice introduttivo come “Vermont Cocktail” e nella pagina della ricetta come “Vermuth Cocktail“, composto da una dose di Vermouth, ghiaccio e un twist di limone…niente di particolarmente complicato, insomma.
L’anno immediatamente precedente (1868) il drink venne miscelato per la prima volta composto da vino fortificato, aromatic Bitters, gum syrup e/o Maraschino, al Sorosis Club di New York, un club per signore dedite al piacere della lettura e della alta letteratura, come riportato da David Wondrich nel The Oxford Companion to Spirits & Cocktail del 2021.
Nel 1888 Harry Johnson riprende quest’ultima versione e la appone fra le pagine del proprio New and Improved Bartender’s Manual, con l’utilizzo specifico del Boker’s Bitter.
Pochi anni più tardi, nel 1892, William Schmidt sul suo The Flowing Bowl sostituirà lo sciroppo di zucchero con l’assenzio, ampliando ulteriormente il bouquet aromatico del drink.
Attorno agli anni ’20, Harry MacElhone propone la propria versione, edita sia sull’ABC of Mixing Drinks che su Barflies and Cocktails, composta di alcuni dash di Angostura e orange bitters, sciroppo di zucchero e Vermouth dry e dolce in medesime quantità.
La struttura
Dalla tendenza statunitense ad amaricare il vino fortificato importato dall’Europa si può fare derivare la creazione di quelli che oggi consideriamo pilastri della nostra miscelazione nazionale, come il Milano – Torino e l’Americano, che al posto dell’aromatic Bitters integrano all’interno delle ricette gli amari della tradizione italiana, soprattutto Fernet o Bitter. Insomma, il Vermouth Cocktail ha seguito i gusti della clientela e le sperimentazioni dei barman nel corso dei secoli: esattamente lo stesso percorso seguito da tanti altri drink che nel corso dei decenni sono andati incontro al variare delle preferenze gustative dei consumatori.
Purtroppo, oggi non è uno dei drink presi in considerazione all’orario dell’aperitivo, ma, ciò nonostante, il suo profilo aromatico ne fa un ottimo pre-dinner da proporre senza esitazione.
Indice
Quale Vermouth il per Vermouth cocktail?
Se intendiamo questo drink una modalità attraverso la quale degustare Vermouth, utilizza il prodotto che preferisci: dai classici Vermouth di Torino, ai Vermouth dolci di nuova generazione a quelli più fortificati.
Zucchero
Se preferisci un drink leggermente più dolce, puoi pensare di aggiungere qualche ml di sciroppo di zucchero (ma senza esagerare!).