
Trident
Quando si pensa alla Cocktail Renaissance di inizio Millennio si dimentica che gran parte del processo fu portato avanti da figure che con la professione del bartender avevano pochi collegamenti: fra questi c’è Robert Hess, l’ideatore del Trident.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in un double rock glass ricolmo di ghiaccio. Infine, sprizza il twist di limone.
Info
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Indice
Il drink di un bartender amatoriale
Del Trident posso solo renderti partecipe della sua data di creazione (il 2002) e della città che ne ha visto i natali, Seattle, ma per quanto riguarda il locale in cui è stato ideato…beh, non vi è alcun locale. Il drink, infatti, è opera di un profano della miscelazione, di un uomo che non ha mai lavorato nella ristorazione, tanto meno come barman. Il suo nome è Robert Hess, un ex dirigente della Microsoft con la passione per la miscelazione. Nel 1998 lanciò il sito web DrinkBoy.com, ideato per chi condivideva con lui la medesima passione e la cui chat room divenne un luogo di incontro virtuale per i futuri leader della rinascita del cocktail, fra cui Ted Haigh, Gary Regan, Dale De Groff, Audrey Saunders (che divenne sua moglie) e David Wondrich, che come riportato sul libro A Proper Drink di Robert Simonson, “si riunivano per scambiarsi informazioni segrete e impegnarsi in amichevoli baruffe sulle proporzioni giuste per cocktail poco noti, su quali vecchi libri fossero più affidabili” e su come ricreare un drink che richiedeva ingredienti oramai usciti dalla produzione.
La struttura
Il Trident nacque come un esercizio di stile nella mente di Hess: un giorno decise di prendere la struttura del Negroni e di modificarne gli ingredienti con alcuni prodotti meno conosciuti per l’epoca, miscelando il Cynar in sostituzione al bitter, lo Sherry Fino al posto del vermouth e l’Aquavit scandinavo invece del gin, il tutto aromatizzato da due gocce di Peach bitters. Apparso qualche tempo dopo sul menù dello Zig Zag’s Café, il drink conobbe un incremento esponenziale di fama e fece del locale di Seattle il più grande venditore cittadino del liquore italiano, tanto che da solo ne consumava una quantità superiore a quella di tutti gli altri bar dello Stato di Washington messi insieme, come riportato da Paul Clarke sul The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021.