Tommy’s Margarita
Dalla delusione per il non raggiungimento di un personale traguardo può nascere la spinta per affermarsi in un campo che non si era considerato percorribile: la storia di Julio Bermejo e del suo Tommy’s Margarita.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in un bicchiere basso colmo di ghiaccio (o ancora meglio un chunk in questo caso) Infine, decora con uno spicchio di lime.
Info
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Julio Barmejo
A volte la delusione provata nel non riuscire a superare una determinata prova, magari personalmente considerata molto importante, può essere una spinta incredibile per riuscire a cambiare il mondo, o almeno il proprio.
Ed è più o meno ciò che è successo a Julio Bermejo. Ultimo di cinque figli provenienti da una famiglia che si sosteneva grazie al ristorante paterno, il Tommy’s Mexican Restaurant di San Francisco, Julio non ne vuole proprio sapere del mondo della ristorazione e si iscrive alla Berkeley University, corso di studi in Scienze Politiche, con il sogno di diventare diplomatico. Purtroppo, il fallito esame di ammissione al Foreign Service stravolge i suoi piani e Julio deve fare ritorno, totalmente avvilito e sconsolato, al ristorante di famiglia.
La passione per il Tequila
Decisamente non portato per il lavoro in sala, prova a muovere i primi passi dietro il bancone del bar e, “sorpresa!”, non è così deprimente e terribile come credeva. Inizia così ad appassionarsi al mondo della miscelazione, ma il Tommy’s non sembra proprio il posto dove provare a ricreare i grandi classici o dissetare una clientela pretenziosa.
Tutto cambia a metà degli anni ’80, quando Julio assaggia il Tequila 100% Agave di Herradura e decide di cominciare a miscelarlo nei Margarita preparati al Tommy’s. Non fu subito un successo, bisogna ammetterlo, ma Julio nonostante tutto decide di continuare ad acquistare nuovi marchi di Tequila 100% Agave che cominciavano ad essere reperibili sul mercato statunitense, arrivando a possederne 40 differenti etichette.
Nel 1999 un giornalista del Wall Street Journal, nella stesura di un articolo sulla distillazione e distribuzione del Tequila negli States, viene mandato al Tommy’s ad intervistare Julio: all’uscita della pubblicazione, Julio ed il Tommy’s Mexican Restaurant erano ormai considerati l’epicentro del distillato messicano in tutti gli Stati Uniti, come Robert Simonson racconta nel proprio libro A Proper Drink. Ben continuando sulla propria strada, Julio comincerà a creare serate tematiche dedicate alla degustazione di Tequila, con tanto di attestato finale e una proposta di viaggio per visitare le distillerie più famose a sud del confine.
Struttura e canonizzazione IBA
All’arrivo dello sciroppo di agave sul mercato americano, nei tardi anni ’90, Julio decise di inserirlo nella ricetta del proprio Margarita, andandolo a sostituire al Triple Sec e creando così un equilibrio che andasse a valorizzare il Tequila 100% Agave anziché mascherarlo con blend di agrumi vari e liquori all’arancia di non eccelsa qualità.
Al suo viaggio a Londra, e alla figura di Henry Bessant, sembra che invece sia dovuto il successo internazionale del drink, successo che alla soglia del 2011 ha portato il drink all’interno della codifica IBA.
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La campana del blender!
Al Tommy’s, più drink vengono preparati in modo curioso: shakerati nella campana di un blender, un po’ come il gallone sta al mixing glass.