Singapore Sling
Da bevanda miscelata a base di distillato, acqua e zucchero a drink Tiki dal colore sgargiante: nelle logiche di mercato, lo zampino di un barman italiano reinventa un cocktail dalla lunga tradizione.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra nel bicchiere freddo pieno di ghiaccio. Infine, decora.
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Indice
Per anni mi sono domandato come mai un drink che fra i suoi ingredienti presenta dell’estratto di ananas, del succo di lime, una pletora di liquori e, addirittura, della granatina venisse codificato come appartenente alla famiglia degli Sling, vista la presenza del termine nel nome della bevanda. Poi dopo qualche anno è arrivata la risposta che stavo cercando, insieme all’insegnamento che devo imparare a “sapere aspettare”.
Gli Sling
È David Wondrich, sul suo The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021, a tracciare una cronologia esaustiva e convincente del percorso temporale e spaziale di uno dei drink più famosi dell’intera Asia.
Ma andiamo per gradi: partiamo dal principio, cioè dagli Sling. Sicuramente si tratta di una delle famiglie di cocktail più antiche dell’intera storia della miscelazione americana, composta di base alcolica, zucchero e acqua/ghiaccio, così ancestrale come bevanda da confondersi con un’altra tipologia di miscelati, quella dei Toddy.
Ti lascio il piacere di addentrarti nel ginepraio di riferimenti storici e pagine di libri che si contraddicono nel definire l’una e l’altra famiglia servita calda o fredda, come riportato nella scheda dell’Hot Whiskey Toddy.
La prima menzione a stampa del termine Sling risulta comparire su un articolo di un quotidiano del Maryland nel 1778 e da quella data la popolarità del drink continuerà indisturbata la propria corsa fino almeno alla seconda metà del secolo successivo.
Il Sud Est asiatico coloniale
Entro la fine del medesimo secolo, il XIX, il Gin Sling di matrice americana comincia ad essere riformulato dai bevitori inglesi, specialmente coloro che per incarichi diplomatici o scopi economici si trovavano spesso nei territori coloniali asiatici dell’Impero britannico: alla classica struttura formata da gin, zucchero ed acqua/ghiaccio si inizia ad includere il succo degli agrumi e alcuni liquori.
Nel 1903 un giornale di Singapore riporta l’abitudine divenuta comune presso i consumatori di Sling della città-Stato del sud-est dell’Asia di fare aggiungere del Cherry Brandy alla ricetta che, come confermato in un altro quotidiano locale nel 1913, risultava quindi composta di Gin, succo di lime, Cherry Brandy, Dom Bénédictine (liquore alle erbe e spezie), ghiaccio, soda e alcuni dash di aromatic Bitters.
Diverse varianti si diffondono in tutta l’area circostante Singapore, da Shanghai a Hong Kong, spesso presentandosi con due differenti nomi, il Singapore Sling e lo Strait Sling, a volte con il Dom Bénédictine sostituito o integrato dal liquore all’arancia ed il Cherry Brandy rimpiazzato con vino rosso o Sloe gin. Per dovere di cronaca, “Strait Settlements” fu il nome di un raggruppamento di territori del sud-est asiatico voluto dall’Impero britannico, di cui Singapore faceva parte insieme alla Malacca e Penang.
Le testimonianze sui ricettari
Il drink inizia ad apparire sui ricettari della prima metà del Novecento, spesso presentato coi nomi trascritti qualche riga sopra, riportati singolarmente o insieme sul medesimo ricettario. A colpire però è la totale assenza di un ingrediente che oggi caratterizza il Singapore Sling in maniera univoca per come lo conosciamo: il succo di ananas.
Non compare su Cocktail – How to Mix Them di Vermeire del ’22; né sul The Savoy Cocktail Book di Harry Craddock del 1930, qui presente in entrambe le versioni precedentemente citate; e non compare nemmeno nel 1948 sul libro di David Embury, The Fine Art of Mixing Drinks, che per primo ci insinua il dubbio circa l’utilizzo del liquore di ciliegie, che l’autore sostituisce con un’acquavite del frutto.
Quando il succo del frutto ha iniziato ad essere considerato parte integrante della ricetta che misceliamo?
Il succo d’ananas
La risposta è semplice: a metà degli anni ’70 del Novecento, per merito di un italiano. Roberto Pregarz, triestino di nascita, dopo il restauro del Raffles Hotel di Singapore del 1974 ne divenne il manager e, come ha raccontato in un’intervista del 1986, tentò di rendere il drink decisamente più “esotico”, diminuendo la quantità di Cherry Brandy e Dom Bénédictine, cambiando la tipologia di bicchiere in cui era servito il cocktail e mitigando l’acidità del succo di lime con la dolcezza del liquore all’arancia e dell’estratto di ananas.
Come elemento finale, decise di proporre questa versione del drink come la ricetta “originale” del Singapore Sling che veniva realizzato dalle mani di Ngiam Tong Boon, storico bartender della struttura alberghiera, che fu in servizio dal 1899 al 1915, e a cui in passato molti attribuivano la paternità dell’invenzione del Singapore Sling come riportato sui quotidiani di inizio Novecento.
Il succo di ananas risulta essere quindi un’aggiunta posticcia, dovuta all’operazione di marketing ed immagine che l’Hotel Raffles avviò a partire dagli anni ’70 del Novecento, quando la moda dei drink Tiki dominava ancora molto il mercato internazionale, prima che la denaturazione della filosofia alla base di questo tipo di miscelazione cedesse alle logiche di mercato e di costume.
La canonizzazione IBA
A partire dal 1986 il Singapore Sling fa parte della lista IBA. Riportato nelle prime due edizioni come una semplice miscela di succo di limone, Gin, Cherry Brandy e soda water, a partire dalla codifica del 2004 l’elenco degli ingredienti prevede l’ingresso di D.O.M. Bénédictine, granatina, liquore alle arance, succo di ananas e aromatic Bitters.
Nel 2011 il succo di lime andrà a sostituire in maniera definitiva quello del limone, ed in questa versione il drink è rimasto fino alla più recente codifica IBA, quella del 2024.
La struttura del Singapore Sling
Il Singapore Sling, nella versione che misceliamo, è un drink veramente piacevole, carico di sentori fruttati donati dal liquore di ciliegie, dalla granatina e dal succo di ananas, irrobustito dal liquore all’arancia e dalla spinta alcolica del Gin, aromatizzato dall’aromatic Bitters e dalle note del liquore di erbe e spezie, per venire infine bilanciato dalla freschezza del succo di lime. Complesso, certo, ma con un affascinante richiamo esotico.
Oggi non è un drink conosciuto o richiesto.
Indice
Shakera poco!
In questo drink non occorre una shakerata lunga ed energica, quanto una breve che serve per raffreddare, stemperare meglio gli ingredienti ma allo stesso tempo non diluire troppo la bevuta.
Il liquore di ciliegia
In questo caso si intendono quei liquori di ciliegia scuri in stile “Cherry Brandy”, non Marschino o altri.
Ingredienti freschi
Anche in questo gli ingredienti freschi faranno la differenza: succo di lime fresco, estratto o centrifugato di ananas fresco e granatina home made.