Piña Colada
Uno dei drink più caraibici per antonomasia e purtroppo anche uno dei peggio realizzati da molti bartender. Per un corretto bilanciamento, il succo di lime è imprescindibile.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Frulla per circa 10 – 15 secondi tutti gli ingredienti in un blender insieme alla quantità di una mezza paletta di ghiaccio (meglio se tritato) in modo da ottenere una consistenza cremosa e non troppo densa (in questo caso, avrai esagerato con il ghiaccio). Servi nel bicchiere di servizio e decora con uno spicchi di ananas.
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Indice
Ron y Piña
Parlare della Piña Colada significa in prima istanza parlare della lunga storia di attrazione reciproca tra il Rum e l’ananas.
Se infatti la crema di cocco venne inventata solo nel 1954 da Ramon Lopez Irizarry, un professore di agraria dell’Università di Puerto Rico, e a partire da quell’anno verrà utilizzata per preparare la Pina Colada per come la intendiamo oggi per la prima volta al Caribe Hilton’s Beachcomber Bar di San Juan, Rum e ananas erano miscelati insieme già da qualche secolo.
Basti pensare che è datato al 26 marzo 1783 un annuncio pubblicitario sul Morning Herald and Daily Advertiser di Londra in cui fa capolino un Pineapple Rum venduto a 16 scellini al gallone. Notizie più antiche darebbero conferma della tradizionale macerazione dei due ingredienti nel Rhum Arrangé Ananas, prodotto e consumato come digestivo sull’isola dell’Oceano Indiano La Reunion, colonia francese vicina al Madagascar, da cui si prendeva la famosa vaniglia Bourbon da infondere insieme al distillato e al frutto.
Altri riferimenti al Pineapple Rum appaiono per tutto l’Ottocento, fra saggi storici ed opere di narrativa, fra cui il The Posthumous Paper of the Pickwick Club di Charles Dickens.
La Piña Fria
Nei caraibi, sempre nel XIX secolo, si fa largo il Jugo de Piña con Ron o semplicemente Piña con Ron, succo di ananas e rum, che a partire dalle prime importazioni di ghiaccio sull’isola di Cuba, ad inizio Ottocento, prima dalla Spagna e poi dal New England (grazie all’imprenditore Frederic Tudor), comincerà ad essere chiamata Piña Fria o Piña Fria Colada.
Un drink filtrato
Il termine colada si riferisce all’usanza di filtrare il succo spremuto dell’ananas per trattenere la polpa e la parte più fibrosa del frutto, tanto che ci è giunta fra le cronache una versione della bevanda conosciuta come Piña Fria sin Colada, che prevedeva che i pezzi di ananas spremuto rimanessero all’interno del bicchiere in cui veniva servita.
A metà dell’Ottocento, che contenesse il Rum o no, il succo dell’ananas raffreddato dal ghiaccio era consumato da Santiago del Cile fino a L’Avana, dall’altra parte dell’Isola.
Le prime testimonianze
Del 1922 sembrerebbe essere la prima menzione del nome Piña Colada, apparsa sul Travel Magazine di dicembre: l’autore dell’articolo, Irving Brown, descrive la bevanda come composta da succo di ananas shakerato con zucchero, lime e Rum Bacardi. Una prima testimonianza di una bevanda realizzata con ananas e latte di cocco, venduta nei pressi di Times Square e chiamata Piña Colada compare nel 1937 fra le pagine del Middletown Times Herald.
In altre pubblicazioni dello stesso periodo, spesso il drink viene menzionato senza la presenza di alcolici al proprio interno, andando a creare un po’ di confusione agli amanti della ricerca storica.
Negli anni ’30 nascono altri cocktail a base rum e ananas, alcuni miscelati da Constante Ribalaigua a La Florida (locale che, ricordiamo, era nato nel 1820 con il nome di Piña de Plata ed era famoso per i suoi estratti di ananas), come il Fuego Liquido (limone, succo di ananas e Rum) e l’Havana Beach (succo di ananas, Rum e zucchero), altri miscelati da differenti bartender, come l’Havana Special (succo di ananas, Rum e maraschino) spesso erroneamente attribuito a Fred Kaufmann.
La crema di cocco
Come anticipato prima, dal 1954 la crema di cocco prenderà il suo posto in maniera stabile all’interno della ricetta, inserimento che al Caribe Hilton sembra sia da attribuire alla figura di Ramon “Monchito” Marrero Perez, bartender della struttura, dove per la prima volta la Piña Colada viene preparata con l’utilizzo dei frullatori.
La struttura
Dolce, fresca, cremosa, leggermente acidula, la Piña Colada è il classico drink che vi fa sentire in vacanza al solo sorseggiarlo. Purtroppo, nel corso degli anni la sua struttura è stata male interpretata o stravolta, andando a evidenziare l’aspetto dolce del drink, dimenticandosi del delicato equilibrio che ne è alla base e andando a servire, fino a pochi anni fa, delle pessime Piña Colada in versione frozen.
Il rinnovato interesse e la giusta cura e attenzione per il drink ci permette invece di proporre al nostro cliente una bevuta davvero incantevole.
Indice
Shakerata?
Trovo ottima anche la versione shakerata con gli stessi ingredienti.
Milkshake Mixer
Se pesi la corretta quantità di ghiaccio a neve (circa 90 grammi), il drink risulta molto piacevole anche preparato con l’ausilio del Milkshake Mixer.
Il lime
L’utilizzo del lime serve a bilanciare meglio tutto il drink rendendolo meno dolce ed è un ingrediente chiave.
La crema di cocco
Utilizza crema di cocco, non latte di cocco.