Long Beach Iced Tea
Una questione di genere sessuale del tutto infondata.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un Highball glass freddo colmo di ghiaccio e miscela delicatamente. Infine, sprizza gli olii essenziali di un twist di limone sulla superficie del drink e decora con una rondella di limone.
Info
Famiglia
Tipologia
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Periodo storico
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Indice
Anacronistiche visioni
Prima che il movimento #MeToo facesse la sua comparsa svelando i rapporti di genere nel settore cinematografico di Hollywood, prima che lo Schwa (“ə”) entrasse nel dibattito pubblico italiano per aiutarci a comprendere cosa significhi l’espressione “linguaggio inclusivo”, prima che tutti i movimenti femminili e femministi sorti nei tempi più recenti e in ogni zona geografica cominciassero a catalizzare l’attenzione dei mass media, il Long Beach Iced Tea era considerato il Long Island Iced Tea per “le signore”.
Sessismo ammuffito
Vi sto parlando del periodo delle mie prime esperienze dietro al bancone di un bar, quando di donne che si cimentavano con la professione del bartender (o barman, per darvi un indizio più concreto sulla disparità di genere aleggiante) se ne vedevano col contagocce e i termini barlady e barmaid sembravano più riferirsi al nome di qualche prodotto alcolico invece che a designare le professioniste del settore. Tempi bui, senza dubbio, che non rimpiango, né per il livello che aveva raggiunto la miscelazione in quegli anni, né tantomeno per quel sessismo ammuffito che voleva gli uomini a preparare drink e le donne a servirli al tavolo.
Piccoli cambiamenti
Oggi per fortuna la situazione è cambiata, sicuramente ancora da migliorare sotto molti aspetti, ma di grandissime figure femminili nel mondo della miscelazione ne conosco e ne ammiro parecchie. Però questa cosa del Long Beach come drink prettamente femminile ancora non mi va giù. Innanzitutto perché è retrogrado pensare che il colore rosa con cui il cocktail si presenta al nostro cliente debba per forza essere collegato all’universo dei due cromosomi X (e credo che una figura come quella di David Embury sarebbe d’accordo con me se ha deciso di inserire il Jack Rose nella lista dei “Six Basic Cocktails” sul suo The Fine Art of Mixing Drinks del 1948); secondariamente, perché fra tutte le varianti del Long Island Iced Tea, il Long Beach è di sicuro quella che preferisco, sia per gusto che per presentazione.
La struttura
Certo, come nel caso delle altre varianti degli Iced Tea, non ci troviamo di fronte ad un capolavoro della miscelazione, ma tutto sommato il Long Beach è un drink ancora spendibile in molti contesti dove la realizzazione di bevande miscelate ha il compito di tenere “a galla” un’azienda. Rispetto al suo più famoso progenitore, il Long Beach ha una nota più tendente al gusto acido, dovuto all’impiego nella ricetta del succo di cranberry (il Vaccinium oxycoccus, conosciuto coi nomi di ossicocco, mirtillo rosso o mirtillo di palude) in sostituzione alla cola. Certo è che, realizzarlo bilanciato e nel suo bel colore rosa intenso, il drink non vi farà sfigurare.
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Qualche consiglio
Si può anche prepararlo utilizzando la tecnica Shake. In questo caso, versa tutti gli ingredienti all’interno dello shaker, shakera e filtra nel bicchiere freddo ricolmo di ghiaccio. Decora e servi. Utilizzando la tecnica Shake, il drink raggiungerà temperature più fredde.
Alcune ricette riportano l’utilizzo di un liquore al caffè in sostituzione al Triple Sec. Non ho mai provato questa variante, ma non ti nego che l’abbinamento mi ha incuriosito.
Come per il Long Island Iced Tea, ritengo che l’utilizzo del Tequila possa essere evitato. Decidi in autonomia sulla questione.