Joe Rickey
Prima del Moscow Mule, prima del Mamie Taylor e prima ancora dello Scotch Highball, solo un drink poteva alleviare il torrido calore delle giornate estive statunitensi: il Joe Rickey.
- Scheda
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Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti direttamente nel bicchiere freddo e pieno di ghiaccio e miscela delicatamente. Infine, decora con lo shell del lime che hai precedentemente spremuto.
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Indice
Il Colonnello e il Bartender
Non si possiedono informazioni precise su quando, dove e “per merito di chi” il Joe Rickey sia stato miscelato per la prima volta, ma sappiamo quando, dove e “per merito di chi” il drink ha acquisito la sua popolarità: Washington D.C., anni ‘80 dell’Ottocento, grazie al Colonnello Joseph Kerr “Joe” Rickey.
Sulla vita di Joseph Rickey (1842 – 1903) si alternano una grande quantità di informazioni discordanti, ma in mezzo a tante dicerie quelle che seguono risultano maggiormente veritiere agli occhi degli storiografi: combatté nella Guerra Civile americana (1861 – 1865); fece fortuna nel campo della politica; si trasferì a Washington all’inizio degli anni ’80; nel 1883 acquistò lo Shoomaker’s Saloon; nel 1903 si suicidò ingurgitando, insieme ad una dose di Whiskey, dell’acido carbonico.
Lo Shoomaker’s Saloon
Come riporta il giornalista Raymond Clapper parlando dello Shoomaker’s Saloon sulle pagine del The Washington Post nel 1933, “[…] There was no more disreputable looking bar in town. The place was never dusted. Cats crawled over the rubbish. A stale smell of beer greeted customers at the door. The dingy walls were hung with faded cartoons and yellowed newspaper clippings”. Ciò nonostante, il locale era meta di pellegrinaggio di senatori, uomini del Congresso e della Suprema Corte di Giustizia, generali, giornalisti e membri di Gabinetto, che andavano a godere della loro reciproca compagnia nella struttura sita in Pennsylvania Avenue, a pochi passi dal National Theatre.
All’acquisizione da parte di Joseph Rickey del Saloon nel 1883, questi diede a George Williamson (1849 – 1915) l’incarico di head bartender.
Le tre versioni
Nel corso degli anni, 3 differenti ipotesi sulle origini della ricetta si sono avvicendate nella narrazione storiografica del drink. La prima vedrebbe nella figura del Colonnello Rickey l’ideatore della miscela a base di whiskey, succo e shell di lime, soda e ghiaccio. La seconda farebbe mutuare la creazione del Rickey dalla figura di Enno Sander (1822 – 1911), un medico Prussiano stabilitosi a St. Louis, amico intimo del Colonnello.
Alla curiosità da parte di Joseph del perché, per quanto di origine germanica, Sander non consumasse birra, questo gli avrebbe risposto che “a drink that contained carbonated water was more exhilarating, refreshing, and at the sime time less intoxicating”. Come riportato da David Wondrich sul suo The Oxford Companion to Spirits & Cocktails, dalle parole dell’amico Rickey avrebbe preso ispirazione per il drink che porta il suo nome.
È ancora Wondrich a consegnarci l’ultima possibile origine del Rickey: sembra che un avventore, un giorno, si presentò al bancone dello Shoomaker’s Saloon e cominciò a parlare con George Williamson dell’usanza caraibica di preparare bevande miscelate utilizzando il succo di lime (probabilmente si stava riferendo allo Swizzle). Colti entrambi dalla curiosità, decisero di realizzare un drink con succo di lime, soda, ghiaccio e rye whiskey (in sostituzione al classico rum). Williamson fece assaggiare la nuova creazione al Colonnello Rickey, e questi cominciò a pubblicizzarlo all’interno del proprio Saloon.
Le prime testimonianze
La prima menzione di un Rickey su un ricettario è quella apparsa nel 1895 sul Bartender’s Guide, un opuscolo pubblicitario edito dalla Berner-Mayer Co., un’azienda attiva a fine Ottocento nella produzione di prodotti per locali, dalle Beer Pump ai prodotti per la pulizia e lucidature delle superfici. La ricetta, riportata con il solo termine “Rickey”, è preparata con il succo di mezzo lime, ghiaccio, whiskey e “seltzer”.
Nel medesimo anno, George Kappeler pubblica il suo Modern American Drinks che, come riportato nella scheda inerente al Gin Rickey, sembra fare del Rickey non un unico cocktail, ma una intera famiglia di bevande miscelate che si distinguono solo dal differente uso del prodotto alcolico di riferimento. Nel 1900 il Whiskey Rickey (a base Rye) e il Gin Rickey (Old Tom o “Holland Gin”, cioè Genever) compaiono fra le pagine del New and Improved Bartenders’ Manual di Harry Johnson, composti con succo di lime, ghiaccio e soda (“Club soda”, “selters” [sic] o “vichy”, per la precisione).
Per quanto riguarda la decorazione tipica di un Rickey, sembra che l’usanza di lasciare la shell del lime (o limone) spremuto all’interno del bicchiere di servizio abbia preso piede in maniera più consolidata solo con la pubblicazione di Harry Craddock del 1930, il The Savoy Cocktail Book.
La struttura
Probabilmente oggi può sembrarti strano servire un drink realizzato semplicemente con soda, succo di lime, ghiaccio e una base alcolica, ma ti assicuro che se riuscirai a trovare un corretto dosaggio fra l’acqua frizzante e il distillato/liquore il risultato che otterrai potrebbe sorprenderti. Pochi drink, infatti, possono contendere al Rickey la sua sensazione di freschezza donata dal connubio fra succo di agrume e soda.
Indice
Quale Whiskey per il Joe Rickey?
Nelle ricette storiche non si fa quasi mai aperto riferimento ad una tipologia particolare di Whiskey: la tua scelta può tranquillamente ricadere, quindi, sul Bourbon o sul Rye, a seconda delle tue preferenze.
Il bicchiere dei Rickey
Un tumbler della dimensione di circa 250-300 ml.