East India
Dalla originaria struttura riportata da Harry Johnson alla ricetta proto-Tiki di Harry Craddock, vale la pena di misurarsi con entrambe le versioni dell’East India Cocktail.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una Coppetta Cocktail ghiacciata. Infine, sprizza gli olii essenziali di un twist di limone e lascia cadere la scorza dell’agrume all’interno del bicchiere di servizio.
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Indice
Lamponi o Ananas?
L’East India Cocktail è un drink emblematico se valutato sotto il suo variare al relativo modificarsi dei gusti dei consumatori nel corso del tempo. La prima menzione è sul New and Improved Bartender’s Manual del 1882 di Harry Jonhson, che riporta la ricetta composta da Angostura bitters, Maraschino, Brandy, Curaçao (specificato nella versione “red”) e sciroppo di lamponi. Nella riedizione del 1888 del medesimo libro, Johnson sostituisce l’Angostura con il Boker’s bitters e lo sciroppo di lamponi con lo sciroppo di ananas, aggiungendo che l’East India Cocktail è uno dei drink favoriti dagli Inglesi di istanza nelle colonie britanniche asiatiche. Rispetto alla ricetta del 1882, quella del 1888 riporta anche una ciliegia o un’oliva da aggiungere in decorazione.
La rivisitazione
Chi ricondurrà il cocktail ad una versione più moderna e affine ai nostri palati sarà Harry Craddock, che sul The Savoy Cocktail Book del 1930 sostituirà lo sciroppo di ananas con il succo del frutto ed eliminerà l’utilizzo del liquore al maraschino, smorzando la sovrabbondanza di sentori dolci, rendendo l’East India una bevanda ancora oggi di grande fascino e dalla bevuta facile. Jim Meehan, la cui testimonianza è riportata nel capitoletto riferito alla storia dell’East India Cocktail presente sul The Oxford Companion to Spirits & Cocktail scritto da David Wondrich nel 2021, definisce la sostituzione del succo allo sciroppo di ananas come la trasformazione di “this noble old warrior into a flaccid boat drink”.
L’East India Cocktail sarà integrato nella prima codifica IBA (1961) secondo la versione di Craddock, ma verrà sistematicamente escluso dalla lista nelle rielaborazioni successive.
La struttura
Non credo che sia da fare presente quanto facilmente si incastrino i sentori di vaniglia e caramello che l’invecchiamento nelle botti conferisce al Brandy con lo sciroppo o l’estratto fresco del succo di ananas, che grazie alla sua leggerissima acidità finale smorza una dolcezza (soprattutto nel secondo caso) che potrebbe risultare troppo invadente, pulendo la bocca ad ogni sorso sottratto al bicchiere. Il liquore di arancia aggiunge profumi e persistenza gustativa alle note del distillato di uva, mentre l’aromatic bitters dona quel tocco di aroma speziato e fascino esotico racchiuso di già nel nome evocativo del cocktail.
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Dimensione Tiki
Personalmente preferisco la versione di Harry Cradock, presente sul The Savoy Cocktail Book del 1930: preparata con Brandy, Angostura bitters, Orange Curacao ed estratto di ananas, l’East India Cocktail mi riporta alla mente la miscelazione Tiki di Trader Vic, che rispetto a quella di Don The Beachcomber era solito utilizzare distillati diversi dal rum (fra cui il gin ed il brandy) e implementò l’aspetto aromatico dei drink utilizzando frutta tropicale.
Se la ricetta riportata ti dovesse sembrare troppo dolce, puoi provare a rieilanciare il drink aggiungendo una piccola quantità di succo di lime fresco (circa 5-10 ml).
La versione di Johnson
Se vuoi provare a realizzare l’East India Cocktail come lo preparava Harry Johnson, all’interno di un Mixing Glass freddo miscela 45 ml di Brandy, 15 di Orange Curaçao, 10 ml di sciroppo di ananas e 2 gocce di aromatic bitters. Filtra, servi in una Coppetta Cocktail ghiacciata e decora con un twist di limone.