Daiquiri Frozen

I meravigliosi anni ’90

Certo, la fine del XX secolo, non è stato il periodo più fulgido per la miscelazione a livello globale. Erano gli anni dominati dal flair (che non ho mai condannato in toto), del sour liofilizzato (semplicemente esecrabile) e di drink dai colori lisergici (color LSD per intenderci). Ma non credo che tutto ciò che sia uscito da quel decennio sia da archiviare come di pessima qualità.

Il Daiquiri Frozen, se correttamente approcciato, è un drink che ha molto da dire, sia liscio che nelle versioni alla frutta. Chi negli anni ’90-2000 non ha mai ordinato uno Strawberry Daiquiri (o più volgarmente “Daiquiri Frozen alla fragola”)?

Constante indica la strada

Come al solito piccola disamina storica.

Fra i più riusciti tentativi di utilizzare apparecchi elettronici nella realizzazione di bevande miscelate c’è proprio uno dei bartender più influenti del Novecento: Constante Ribalaigua y Vert. Per i meno esperti in storia della miscelazione, basti sapere che è colui che ha reso al Daiquiri gran parte della popolarità che oggi gli attribuiamo. A partire dagli anni ’20, infatti, cominciò a preparare i propri Daiquiri con l’ausilio del Milkshake Mixer.Una prima versione analogica di questo strumento, a manovella, sembra già circolare nell’ambiente dei locali dal 1884, anno di creazione da parte di James Tufts del Lightning Shaker.

A partire dal 1910 Frederick J. Osius, fondatore della Hamilton Beach, distribuirà la variante ad alimentazione elettrica con il nome di Cyclone Drink Mixer, aprendo il suo utilizzo alla realizzazione di milkshakes presso le Soda Fountain statunitensi. A Constante bisogna tributare l’intuizione di aver pensato per primo al suo utilizzo in miscelazione.

Il Blender

Bisogna aspettare il 1937, però, perché il frullatore con motore e lame sul fondo della campana faccia la sua comparsa. A finanziare il progetto, sviluppato anche in questo caso di Frederick J. Osius, fu Fred Waring. Musicista, cantante, voce e volto della radio e della televisione americana, versò a Osius 25.000 dollari di investimento iniziale per la messa in commercio del Miracle Mixer, che l’anno successivo sarà rinominato Waring Blendor.

Come è possibile riscontrare dalle foto d’epoca reperibili on line del bartender cubano, Constante utilizzò anche il blender per la preparazione dei suoi drink, convinto probabilmente dalla più veloce realizzazione di un maggior numero di bevande miscelate grazie alla maggiore potenza del motore Waring e alla più ampia campana del frullatore rispetto a quelle del Milkshake Mixer.

Ancora oggi, al Floridita, questa rimane la tecnica di preparazione canonica dei Daiquiri del locale, conosciuto con il nome di Daiquiri N.4.