Bobby Burns
Sigari e poesia sembrano le tracce da seguire per trovare l’origine del nome di questa versione del Manhattan dalle note leggermente affumicate e speziate.
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Ricetta
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Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza il twist di limone.
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Da Baby Burn a Bobby Burns
La ricetta di questo drink compare per la prima volta col nome Baby Burns nell’edizione del 1902 del libro Fancy Drinks, della Bishop & Badcock Company, composta di Vermouth, D.O.M. Bénédectine (liquore di erbe e spezie) e Scotch Whisky.
Lo ritroviamo poi nelle edizioni del 1910 del Jack’s Manual di Jack Grohusko e del 1914 di Drinks di Jacques Straub, in entrambe con il nome di Robert Burns (a base di Irish Whiskey), per poi virare su un più colloquiale Bobby Burns a partire dal 1917 in Recipes for Mixed Drinks di Hugo Ensslin.
Altre menzioni interessanti del cocktail sono quelle sul The Savoy Cocktail Bookdi Harry Craddock del 1930 e sul Waldorf Astoria Bar Day del 1931 di Albert Stevens Crockett, quest’ultima con l’aggiunta di qualche goccia di Assenzio per aromatizzare maggiormente la ricetta.
Il Bobby Burns di Embury
David Embury nel 1948 sul suo The Fine Art of Mixing Drinks sostituisce il Bénédectine con il Drambuie (liquore a base di Scotch Whisky, erbe e miele) e aggiunge qualche dash di Bitters, specificatamente il Peychaud’s (Creole Bitters), nella riedizione del libro del 1953.
L’etimologia del nome
Il nome del cocktail è conteso fra l’essere un chiaro omaggio al poeta scozzese Robert Burns (1759 – 1796), noto soprattutto per i suoi versi in lingua scots, e al contempo, come specifica Crockett sulla propria opera del 1931, alla marca di sigari Robert Burns molto apprezzata nella prima metà del XX secolo.
Canonizzazione IBA del Bobby Burns
Nel 1961 il Bobby Burns entrò nella prima codifica IBA, da cui venne sistematicamente escluso con la successiva del 1986. Il drink è un’interessante variazione sul più tradizionale Manhattan, reso più morbido ed elegante dall’utilizzo del liquore alle erbe, prodotto a partire da zafferano, vaniglia e tè nero ed infine edulcorato con il miele.
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Trova il tuo Bobby Burns
Nel corso degli anni la ricetta ha visto una modificazione senza sosta, quindi è difficile definire un insieme di ingredienti esclusivi per questo drink. Il mio consiglio è quello di miscelare la versione che più ti convince, tenendo conto che fra le possibilità di variazione c’è l’inclusione o l’esclusione di Bénédectine (liquore di erbe), Drambuie (liquore di miele e spezie), Orange Bitter, Creole Bitter e Assenzio.
Quale Whisky per il Bobby Burns?
Con un ottimo Blended Scotch Whisky o un delicato Whiskey giapponese non sbaglierai. Se vuoi dare una nota affumicata più marcata, puoi invece pensare di tagliare il Blended Scotch Whisky con un Islay Whisky (es. 40 ml e 5 ml) , oppure vaporizzare l’Islay in finale con uno spruzzino.
Dale De Groff e i biscotti
Originariamente la decorazione prevedeva un twist di limone. Dale De Groff alla Rainbow Room del Rockfeller Center di New York cominciò a servire il drink, a partire dalla metà degli anni ’90, con dei tipici biscotti scozzesi chiamati shortbread fingers.