Amaretto Sour
Un Sour dal sapore tutto italiano!
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un Boston. Dopo aver effettuato una dry shake o montato gli ingredienti con un aerolatte, shakera con ghiaccio e filtra in un tumbler basso pieno di nuovo ghiaccio. Infine, sprizza il twist di limone.
Info
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Tipologia
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Indice
Il biscotto amaretto
L’Amaretto è un liquore della tradizione italiana. Prende il nome e il sapore dal famoso biscotto lombardo, realizzato nelle sue due varianti (quella morbida simile al marzapane e quella croccante) con mandorle dolci e amare, zucchero e bianco d’uovo. L’invenzione del dolcetto viene accreditata ai coniugi Lazzaroni che nel 1846 vollero celebrare la visita del Cardinale di Milano al Santuario di Saronno mischiando gli ingredienti che ancora oggi compongono la ricetta.
Il liquore all’amaretto
Ad oggi il liquore all’amaretto è uno dei prodotti alcolici di produzione italiana più venduti al mondo, sia per il suo consumo in purezza, sia come ingrediente di drink molto famosi a livello internazionale per la loro codifica IBA, come il French Connection, il Godfather e il Godmother. Per la sua produzione, oltre alle mandorle amare o agli stessi biscotti della tradizione, vengono utilizzate anche spezie, frutti ed erbe aromatiche.
La popolarità negli Stati Uniti
I primi liquori italiani all’amaretto vennero introdotti nel mercato statunitense negli anni ’70. L’Amaretto Sour fu uno dei drink più realizzati e bevuti nei bar americani, ma spesso realizzati a partire dall’utilizzo di sour mix industriali, come accadeva ad altri drink del tempo.
La guida americana Sardi’s Bar Guide del 1988 ne descrive la preparazione con una parte di amaretto e due parti di sour mix, servito on the rocks su ghiaccio e decorato con spicchio di limone o arancia e una ciliegia al maraschino.
L’Amaretto Sour oggi
Oggi non è un cocktail troppo richiesto e, per molti di coloro che hanno vissuto quegli anni, rimane uno di quei cocktail della tradizione americana anni ’90-200 legati alla miscelazione coi sour mix industriali, contraddistinti da sentori “di sintesi”, senza l’apporto aromatico della materia prima di qualità. Io sono convinto che se realizzato con giusta attenzione e ingredienti freschi sia un cocktail gradevole da bere, che non richiede un impegno di degustazione e ricco di sapore.
La variazione famosa
Accanto alla classica versione dell’Amaretto Sour, si è fatta piede anche quella di Jeffrey Morghentaler, famoso bartender americano e autore dei libri The Bar Book del 2014 e Drinking Distilled del 2018. Questa versione prevede l’inserimento di un Bourbon Cask Proof a smorzare la dolcezza del cocktail e la puoi trovate qui.
Indice
Esercizio di stile
Presta attenzione alla quantità di zucchero già presente all’interno del liquore all’amaretto che stai utilizzando. Il segreto di un sour ben riuscito sta nel bilanciamento fra la parte acida e la componente dolce, a volte già riscontrabile in alcuni degli ingredienti che stiamo per miscelare. Cerca l’equilibrio affinché il cocktail non diventi stucchevole e allo stesso tempo non troppo acido.
Amaretto sour “on the rocks”
Lo standard è servire questo drink on the rocks, in un tumbler col ghiaccio, ma nessuno vi vieta di preparalo e servirlo filtrato in coppetta. Personalmente credo però che la migliore soluzione sia proprio on the rocks, perché la diluizione del ghiaccio aiuterà ad attutire la sensazione di dolcezza del liquore.
Le garnish
Le garnish indicate nella ricetta sono legate all’origine di quel cocktail. Nessuno ti vieta un bel twist di limone e/o arancia per donare un maggiore aroma di agrumi.