151 Swizzle
Come Donn Beach accenderebbe un fuoco! Sotto il cocente sole californiano a bere una potente miscela di lime, zucchero, Bitters e Rum overproof.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti all’interno della Swizzle Cup, aggiungi il ghiaccio tritato per circa 3/4 del bicchiere e inserisci lo Swizzle Stick (se riempi il bicchiere per intero farai fatica a inserire il rametto-miscelatore). Imprimendo un movimento dal basso verso l’alto, miscela con lo Swizzle stick sfregandone l’estremità superiore fra i palmi delle mani, fino a che non si forma della condensa sul lato esterno del bicchiere. Ricolma con nuovo ghiaccio tritato. Infine, decora con una stecca di cannella e una spolverata di noce moscata.
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Le origini: lo switchel e lo Swizzle stick
Gli Swizzle sono una tipologia di drink miscelati con il ghiaccio tritato e con l’ausilio dello Swizzle stick (o bois lelé), strumento ottenuto dal ramo essiccato della pianta Quararibea turbinata, tipica dei Caraibi, tagliato in modo da lasciare ad una estremità una “stella” di piccoli ceppi che si diramano come raggi di un cerchio. Sfregando il bois lelé tra le mani, il drink si miscela, diventando per qualche secondo quasi spumoso. Il termine deriverebbe da switchel, una bevanda consumata già nel Seicento all’interno delle piantagioni di canna da zucchero centramericane e composta di acqua, melassa e aceto di frutta, a volte con l’aggiunta di Rum (o Aguardiente) o altro prodotto alcolico.
Lo Swizzle Stick, o semplicemente Swizzle, è uno strumento di legno molto scenico che evoca immediatamente bevande tropicali. Oggi alcune aziende si sono messe a produrlo anche in acciaio, probabilmente sia per un discorso igienico che di deperibilità del legno. Tra i primi libri di miscelazione dove troviamo menzioni dello Swizzle stick, c’è quello di Edward Spencer del 1903, The Flowing Bowl (da non confondere con quello di William Schmidt).
Le prime fonti: lo Swizzle
Le prime notizie del drink sulla stampa occidentale sono datate al 1833, anno in cui il Tait’s Edinburgh Magazine descrive lo Swizzle come una bevanda composta di “cold rum and water, very weak”.
A partire invece dagli anni ’60 dell’Ottocento la creazione delle prime “Ice Houses” (rivendite di ghiaccio) nei Caraibi ad opera di Anthony Trollope permetterà di realizzarlo con l’utilizzo del ghiaccio, aumentando il fascino e la richiesta di questi miscelati, a cui con il tempo si cominciano ad aggiungere anche zucchero e bitters aromatici.
L’aggiunta di succo di lime
Un altro step evolutivo della categoria Swizzle che lo porterà a riavvicinarsi all’antenato di tutti i drink (il Punch), avviene negli anni ’90 del XIX secolo. Come riporta David Wondrich sul suo Imbibe!, a partire dal 1894, seguendo la tendenza dell’Ice House di Bridgetown nelle Barbados, i bartender cominciano ad aggiungere il succo di lime alla ricetta dei loro Swizzle, andando a creare quella struttura canonizzata che oggi per noi rappresenta la formula standard di questa famiglia di bevande miscelate.
Particolarmente famosi dal 1890 fino ai primi anni ’30 del Novecento (cioè fino a quando non verranno spodestati dal Daiquiri #2 di Costante Ribailagua) furono il Green Swizzle ed il Queen’s Park Swizzle, considerati all’epoca come i drink caraibici per eccellenza.
Donn, Tony Ramos e il Mai Kai Restaurant
Il 151 Swizzle, la versione Tiki del classico caraibico, è già presente nelle prime ricette di Donn Beach negli anni ’40 del Novecento. La grande conoscenza e passione di Donn per i Rum caraibici lo guidarono alla realizzazione di questo Swizzle creato con Rum Demerara overproof (il 151 presente nel nome è riferito ai gradi “Alcoholic proof” del distillato utilizzato, che corrispondono a circa 75,5° di percentuale alcolica volumetrica): un prodotto robusto, mordace, scuro, con pesanti note di melassa.
Il Rum viene stemperato dall’acidità del succo di lime e dalla fresca e vegetale aromaticità delle gocce di Pernod (o Herbsaint, liquori che sostituirono l’Assenzio negli Stati Uniti quando il prodotto francese venne dichiarato fuori legge). Lo sciroppo di zucchero prolunga la sensazione “tattile” del gusto percepito dalle nostre papille e il bitters aromatico pulisce la bocca dalla presenza dei sentori primari del Rum.
La versione che riporto è quella servita a partire dagli anni ’60 del XX secolo al Don The Beachcomber di Hollywood, raffinata dal bartender del locale Tony Ramos, che oggi è considerato lo standard di riferimento per questa ricetta.
Al famosissimo ristorante Mai Kai dal 1956 era in menù un 151 Swizzle servito con sciroppo di cannella al posto di quello di zucchero, oltre ad una stecca della medesima spezia, sicuramente per conferire un più accentuato profumo.
Curiosità: sembra che a un certo punto l’avvento del frullatore elettrico Waring a metà del ‘900 abbia però soppiantato le preparazioni tradizionale con lo Swizzle Stick. A testimonianza di ciò, Jeff “Beachbum” Berry nei suoi libri riporta che nemmeno Ramos facesse cenno di questo strumento e che, invece, mettesse tutti gli ingredienti in un frullatore per pochi secondi.
La tazza di metallo
Questa versione è stata riportata alla luce da Jeff “Beachbum” Berry nel suo Grog Log del 1998. Come lui stesso sottolinea, originariamente il 151 Swizzle era servito in una tazza di metallo con una parte superiore molto svasata, “ma buona fortuna nel trovarne una”. Nel 2015, in collaborazione con l’azienda americana Cocktail Kingdom, Jeff ha iniziato a distribuire la propria personale produzione di swizzle cup.
Indice
Attenzione al ghiaccio
Come ogni volta che utilizzi il ghiaccio tritato, la sua qualità fa la differenza. Se al momento dell’utilizzo il ghiaccio tritato risulta “bagnato”, trasformerà il drink in un cocktail annacquato e brutto da vedere. Per ovviare in parte al problema, puoi pensare di tritare il ghiaccio, congelarlo per renderlo più “resistente” e utilizzarlo, ma l’operazione diventa scomoda e dai risultati non certi. La verità è che il ghiaccio tritato prodotto da un fabbricatore non si scioglie subito e ha una resa maggiore nel cocktail in termini di durata ed estetica. Morale della favola: investi in un fabbricatore di ghiaccio tritato, ti cambierà la vita.
Se non ho la Swizzle cup Mug?
In assenza della tradizionale Swizzle Cup puoi realizzare un ottimo 151 Swizzle in un normalissimo Highball glass da 370 ml.
Se non ho uno Swizzle stick?
Utilizza un bar spoon, col quale dovrai mescolare velocemente dal basso verso l’alto. Fai comunque sempre attenzione a ricolmare di ghiaccio durante o dopo la miscelazione, perché sarà inevitabilmente sceso durante il conferimento della diluizione al drink.
Sciroppo di zucchero o di cannella?
Provalo nella versione con lo sciroppo di cannella al posto di quello di zucchero semplice, questo profumo esalterà sicuramente il risultato finale.
Milkshake mixer
In alcuni ricettari lo puoi trovare eseguito con la tecnica Mixer: il risultato sarà più soffice.