Rusty Nail
Tutt’altro che un semplice “chiodo arrugginito”, il Rusty Nail è una presenza costante dal 1986 nella lista IBA.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un mixing glass ben freddo, stirra con ghiaccio a cubetti e filtra in un bicchiere ricolmo di ghiaccio (in questo cosa meglio se un chunk). Infine, sprizza il twist di limone.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatore
Periodo storico
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Indice
Le teorie sulle origini
Il Rusty Nail è uno di quei drink dall’evoluzione perpetua, che sembra non darsi mai pace e che prova a tirare fuori sempre il meglio dai pochi ingredienti di cui è composto.
Non è ancora chiaro dove sia nato il Rusty Nail: alcune voci dicono in un albergo di lusso su un’isola delle Hawaii nel 1942 per l’artista Theodore Anderson; altre a New York ,negli anni ’50, ideato da Norman MacKinnon (discendente del capitano John MacKinnon, depositario della ricetta del Drambuie) fra le mura del Club 21, esclusivo ristorante di Manhattan; chi ancora ne attribuisce la paternità a Donato “Duke” Antone, barman italiano emigrato negli States e divenuto celebre intorno alla metà del secolo.
David Wondrich ha ritrovato una ricetta che farebbe riferimento al Rusty Nail su un libro del 1937, il Café Royal Cocktail Book di William J. Tarling, presentato come “B.I.F. Cocktail” (in onore della British Industires Fair), ideato da F. Benniman e composto di Scotch Whisky, Drambuie e aromatic Bitters.
Altri nomi con cui il drink è stato conosciuto nel corso dei decenni sono Club No.1, Mig-21, D&S e Knucklehead.
Le proporzioni
Anche le proporzioni fra Drambuie (un liquore a base di Whisky scozzese, miele, erbe e spezie) e Scotch Whisky sono al centro di una discussione ancora oggi non esaurita.
C’è chi consiglia di dosarli in parti uguale, come David Embury sul suo The Fine Art of Mixing Drinks del 1948.
Chi, come IBA nella propria seconda codifica del 1986, lo propone con la quantità di Whisky doppia a quella del liquore.
Chi, come Gary Regan, sul suo The Joy of Mixology pubblicato nel 2003, tende ad una versione decisamente “dry” del drink, arrivando ad un rapporto Scotch/Drambuie di 5 a 1. Molto interessante poi, sul libro di Regan, è il discorso sul grande potenziale espressivo di cui il Rusty Nail investe la figura del barman: benché composto di soli due ingredienti, utilizzando differenti tipologie di Whisky scozzese (dal blended, ai single malt, fino ai peated) e gestendo l’apporto zuccherino del Drambuie, andando a limitarne le quantità usate, le sfumature di gusto che si possono raggiungere sono veramente numerose.
La Rat Pack
Sembra che anche lo zampino della “popolarità” abbia permesso al Rusty Nail di arrivare alle orecchie, e alle labbra, del grande pubblico: il drink sarebbe, infatti, stato il preferito dei componenti della Rat Pack, un gruppo di uomini di spettacolo composto da Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr., che iniziò ad esibirsi sempre più spesso a Las Vegas, contribuendo alla famosa immagine della città nel deserto del Nevada come grande polo di intrattenimento e del gioco d’azzardo.
La canonizzazione IBA del Rusty Nail
Il Rusty Nail fa parte di IBA dalla codifica del 1986.
Indice
Quale Whisky per il Rusty Nail?
A seconda dello Scotch Whisky che hai intenzione di utilizzare, riuscirai a dare al Rasty Nail sentori molto diversi: dai più dolci dei blended ai più secchi e leggermente torbati dei single malt, fino alle note più iodate degli Islay.
Il ghiaccio
Questo è il classico caso in cui sarebbe meglio utilizzare un chunk di ghiaccio per limitare la diluizione seconda del drink.