Kir
Una bevanda della tradizione francese, a base di vino bianco fermo e liquore ai ribes. Reso popolare dall’omonimo sindaco di Dijon, scoprirai che il drink ha origini antiche e differenti da quelle che ti hanno sempre raccontato.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa la Crème de Cassis nella flûte ghiacciata e colma con il vino bianco ben freddo. Mescola delicatamente in modo da uniformare il colore.
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Dal vermouth al vino bianco
Benché il nome di questo drink sia legato alla figura di Félix Kir, canonico di Dijon, eroe della resistenza francese nella Seconda Guerra Mondiale e sindaco della città per vent’anni dal 1945 al 1965, che prese l’abitudine di servire il Kir durante le occasioni istituzionali, sembra che la miscela di Crema di Cassis e vino bianco fermo della Borgogna sia stata creata nel 1904 da un cameriere del Café George (situato al n. 42 di Rue de Montchapet, nella città di Beaunes), conosciuto con il soprannome di “Faivre”.
La bevanda era chiamata “Blanc-Cassis” e prevedeva l’utilizzo di prodotti del territorio, come il vino ottenuto da uve Chardonnay o Aligoté, tipiche della regione francese, e il liquore a base di una varietà di ribes nero, da secoli prodotto nella zona di Dijon. Sia il Kir che il Blanc-Cassis avrebbero un antenato comune nel Vermouth-Cassis, miscelato con dry vermouth, liquore al cassis e acqua frizzante, preparato a partire dagli anni ’80 dell’Ottocento, eventualità confermata dalla prima menzione a stampa sui quotidiani francesi datata 1882.
La Cremé de Cassis era in quegli anni una tipicità di base dei café francesi, che erano soliti miscelarla con un grande numero di altri prodotti, come il Byrrh, aperitivi a base di genziana, cognac o vini.
Problemi di Copyright
Nel 1951 Félix Kir diede la propria autorizzazione a Roger Damidot, il proprietario della Lejay – Lagoute e più grande produttore di Crema di Cassis della regione, all’utilizzo del proprio nome per registrare ufficialmente la miscela di vino fermo e liquore con il nome di Kir, che veniva così standardizzato con l’uso esclusivo del prodotto di proprietà della Lejay. Anni dopo, con il grande incremento di richiesta sul mercato francese del Kir, Félix tentò di far modificare l’ordinanza nazionale per permettere anche ad altri produttori della zona di veder miscelata la propria Crema di Cassis all’interno del drink.
Il 27 ottobre del 1992 la Corte di Cassazione francese ha messo fine al contenzioso legale, assicurando ai successori di Damidot alla guida dell’azienda il monopolio sul Kir.
A partire dagli anni ’70, inoltre, il vino fermo ha iniziato ad essere sostituito con la propria variante frizzante, Champagne o altro sparkling wine che sia, andando così a creare la versione del drink rinominata Kir Royal.
La canonizzazione IBA
Entrato a far parte della lista IBA con la seconda codifica del 1986, il Kir (a differenza del Kir Royal, escluso nel 2011) è sempre stato riconfermato nelle elaborazioni successive, compresa l’ultima (la sesta) datata 2020.
Le caratteristiche del Kir
L’acidità dei vini bianchi di Borgogna si sposa alla perfezione con il sapore dolce e leggermente tannico del liquore di ribes nero. Ideale per aperitivi o brunch, è un drink che come punto di forza ha la propria capacità di ripulire la bocca ad ogni sorso e allo stesso tempo di riempirla delle note dolci dello zucchero presente nel liquore.
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Quale vino utilizzare per il Kir?
Tra i vini bianchi secchi trovo indicati, ad esempio: Pinot bianco, Pinot grigio, Tocai, Ribolla, Greco.