Jasmine
Un drink che porta il nome del cliente a cui venne servito la prima volta. Quando ordinare un "Fai Tu!" ti fa entrare nella storia della miscelazione.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una coppetta ghiacciata. Infine, sprizza gli oli essenziali della buccia di limone sulla superficie del drink.
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Indice
Le origini
Ti è mai successo che in una serata di lavoro arrivasse al bancone un cliente che, preso dall’indecisione, dalla curiosità o dalla fede nelle tue capacità, ti abbia ordinato un “Fai Tu”? È esattamente così che è nato il Jasmine.
Siamo a metà degli anni ’90, in California. Il locale è il Townhouse di Emeryville, un ex speakeasy riconvertito in un Bar & Grill. Dentro vi lavora Paul Harrington. Paul non ha una carta drink da mostrare ai clienti della struttura. Ma non per sciatteria o ristrettezze economiche: è una scelta stilistica. Paul preferisce parlare coi clienti, capire quali sono i loro gusti e le loro preferenze, per poi creare sul momento i drink per merito della sua creatività estemporanea.
Una sera al Townhouse mette piede un certo Matt Jasmin. Qui la storia si ramifica: secondo alcune versioni, Matt è amico storico di Paul, si conoscono dai tempi della scuola di architettura; secondo altre ricostruzioni, Matt è un nuovo avventore, lì per caso e forse di passaggio nella cittadina californiana. Poco ci interessa. Quello che più ci riguarda è che Matt ordina a Paul un “Fai Tu!”: Harrington ci pensa su un attimo, riporta alla mente la ricetta del Pegu Club (un drink che da sempre apprezza molto) e decide di elaborare un Twist on Classic istantaneo. Il succo di lime lascia spazio a quello di limone, mentre gli aromatic bitters del classico di fine ‘800 sono sostituiti con il bitter rosso, che dona alla miscela un intrigante colore rosa (ricordati che siamo negli anni di totale World Fever per il Cosmopolitan).
In onore all’amico, o al cliente occasionale, Paul decise di chiamare il drink Jasmine e di inserirlo fra le pagine del suo libro del 1998, Cocktail: The Drinks Bible for the 21th Century. L’opera ebbe una discreta tiratura, venne letto da molti bartender ed il Jasmine cominciò a circolare in diversi locali statunitensi, senza però mai arrivare ad una popolarità travolgente. A riscoprirlo, e a farlo conoscere alle nuove generazioni di bartender, è stato Robert Simonson, che lo ha inserito fra le ricette del suo libro Modern Classic Cocktails. Curiosamente, solo molti anni dopo Harrington si renderà conto di avere sempre sbagliato lo spelling di Jasmine, aggiungendo una “-e” in più al cognome del cliente a cui per primo lo preparò.
La reazione di Jasmin
Secondo le narrazioni sulla storia dell’origine del drink, sembra che la prima reazione di Matt Jasmin, una volta osservato il drink presentatogli, sia stata esclamare “Complimenti Paul, hai appena inventato il succo di pompelmo!”. Scherzi ed ironia a parte, c’è del vero in questa frase. Infatti, oltre a presentarsi di un colore molto simile a quello di una spremuta di pompelmo rosa, il bitter apporto un piacevole tocco amaricante alla miscela che, innestato sul sentori agrumati conferiti dal succo di limone e dal liquore alle arance, porta alla mente il sapore dell’agrume Citrus X paradisi.
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Sciroppo di zucchero
Come per ogni Daisy, se aggiungi 5-10 ml di sciroppo di zucchero otterrai una drink meno acido e più corposo.