
Stinger
Lo Stinger è un drink molto più antico di quanto ritenessi: presente su alcuni ricettari antecedenti al Novecento con nomi differenti, si ipotizza che sia la versione “smart” del Brandy Julep.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Shakera tutti gli ingredienti e filtra in una Rock glass freddo colmo di ghiaccio (meglio se un chunk). Infine, decora con una foglia di menta.
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Famiglia
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Periodo storico
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Indice
Vanderbilt il milionario
Per quanto lo Stinger venga legato alla eccentrica personalità del milionario statunitense Reginald Claypoole Vanderbilt (1880 – 1925), che secondo le narrazioni più comuni lo avrebbe ideato nel bar della sua enorme magione e lo servisse spesso ai suoi ospiti all’ora dell’aperitivo, storicamente abbiamo ricette del drink con la medesima struttura ma riportanti nomi diversi, e di sicuro precedenti a qualsiasi esperimento di miscelazione mai tentato da Vanderbilt.
Le testimonianze
È il caso delle due ricette che compaiono su The Flowing Bowl di William Schmidt del 1892: The Judge (composto di Crema di menta, Brandy e zucchero) e The Paymaster (Crema di menta, Brandy, Bitters e una scorza di limone). Sul Modern American Drinks di George J. Kappeler del 1895 compare il Brant Cocktail (Bitters, Crema di menta e Brandy). La prima menzione del drink con il nome Stinger sembra essere quella di Jacques Straub del 1913 sul suo Straub’s Manual of Mixed Drinks.
La connessione col Julep
Possibile in realtà che il cocktail non sia stato inventato da zero, ma fosse una versione decisamente più pratica e più rapida di un Mint Julep, con il liquore a sostituire la lavorazione della menta necessaria ad apportare il suo sapore alla bevanda. Questa teoria spiegherebbe anche perché spesso, soprattutto negli Stati Uniti, uno volta shakerato lo Stinger venisse servito in un bicchiere ricolmo di ghiaccio tritato, come il servizio del Mint Julep ci insegna.
Secondo le ultime ricerche di David Wondrich, converse sul suo Oxford Companion to Spirits & Cocktail del 2021, fu il capo bartender dell’Hotel Bartholdi di New York, semplicemente conosciuto con il nome di Herman, a realizzare la prima versione di un drink a base Cognac e Crema di menta (nella versione verde, poiché quella bianca all’epoca non era ancora reperibile sul mercato statunitense) e aromatizzato con gli oli essenziali della scorza di limone nel 1891.
La visione di Embury
Interessanti sono le parole di David Embury sulla sua opera del 1948, The Fine Art of Mixing Drinks: trattando il drink in questione (che lui consiglia di realizzare con gli ingredienti in proporzione 1 a 1), fa presente che se si utilizzasse la Crème de Menthe verde la bevanda miscelata prenderebbe il nome di Emerald; qualora all’Emerald fossero aggiunti pochi dash di salsa al peperoncino, staremmo miscelando un Devil. Poco avvezzo al fascino dello Stinger, l’autore chiude consigliando una versione più “dry” e molto piacevole, composta di una parte di succo di lime, due di Crème de Menthe e sei di Brandy
Struttura e canonizzazione IBA
Fresco e caldo allo stesso tempo, con l’aromaticità della menta e la struttura del Brandy a spartirsi la parte del protagonista all’interno del bicchiere, lo Stinger è un drink che è stato decisamente dimenticato dagli stessi bartender (benché presente in tutte le liste IBA a partire dal 1961, con la sola eccezione della codifica del 2004), ma assolutamente proponibile ai nostri clienti, soprattutto nelle vesti di un digestivo after dinner.
Indice
Sciroppo di zucchero
Se per i tuoi gusti ritieni che il drink sia troppo secco, puoi aggiungere 5 ml di sciroppo di zucchero che servirà anche a donare un po’ di corpo.
Ghiaccio tritato
Puoi servirlo anche in un bicchiere basso pieno di ghiaccio tritato, che ti trasmetterà più freschezza e con la sua diluizione farà diventare piano piano il drink meno potente. Questa modalità era molto diffusa negli anni ’50 negli Stati Uniti.