Morning Glory Fizz
Cosa c’è di meglio di un drink per attenuare i postumi di una sbronza? Sono sempre stato incredulo sull’effettiva efficacia di questa pratica, ma non ho nessuna intenzione di smentire Harry Johnson.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti eccetto la soda in un Boston. Dopo aver effettuato una Dry Shake o montato gli ingredienti con un aerolatte, shakera con ghiaccio e filtra nel bicchiere ben freddo senza ghiaccio. Ora, aggiungi la soda ben fredda. Infine, sprizza il twist di limone.
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Indice
Le origini
Accreditato ad Harry Johnson, che ne menziona la ricetta per la prima volta nel 1882 sul suo New and Improved Bartender’s Manual, il nome di questo Fizz ci dice già tutto quello che dobbiamo sapere: veniva servito al mattino per alleviare i postumi di una potente bevuta avvenuta la notte precedente, entrando di diritto in una speciale categoria di miscelati chiamati con diversi nomi (eye-opener, hair-of-the-dog, corpse-reviver,…) ma tutti finalizzati all’unico obiettivo di provare a rimettere in “posizione verticale” gli assuntori di tali bevande.
Lo stesso Johnson consiglia di bere il drink appena fatto nel minor tempo possibile, così da non disperderne i preziosi “effetti benefici”.
La scienza della sbronza
Quelli che vengono definiti “i postumi di una sbronza” sono la reazione del nostro organismo ad una intossicazione da alcol, che nella sua manifestazione prevede nausea, mal di testa, sonnolenza e spossatezza. L’alcol etilico viene trasformato all’interno del nostro corpo in acetaldeide da un enzima, l’alcol deidrogenasi (ADH): l’acetaldeide provoca la denaturazione delle proteine, trasformazione chimica che sembra essere connessa con l’insorgere dell’emicrania. La risposta del nostro organismo all’aumento dell’acetaldeide è la produzione di un altro enzima, l’aldeide deidrogenasi (ALDH), che converte le molecole di acetaldeide in acidi carbossilici, più facilmente espellibili. Tuttavia, questa conversione viene inibita dagli zuccheri, motivo per cui gli hangover sono decisamente più lunghi e potenti dopo l’assunzione di alcolici/drink decisamente dolci.
Le bevande alcoliche, inoltre, provocano la riduzione della produzione dell’ormone vasopressina (AVP), un ormone antidiuretico deputato a garantire il corretto bilanciamento della quantità di acqua presente nel nostro corpo: l’AVP viene prodotto principalmente di notte e ci aiuta a concederci una buona qualità del sonno senza doverci svegliare per raggiungere il bagno. L’alcol ha anche una riconosciuta funzione disidratante (aumento della quantità di urina secreta), il che, insieme alla soppressione della vasopressina, porta il nostro corpo ad espellere una grande quantità di acqua, generando (anche in questo caso) emicrania e la classica “sete del mattino dopo”, dovuta alla elevata disidratazione.
La quantità di acqua espulsa dal nostro corpo, oltre alla disidratazione, porta ad un abbassamento della concentrazione di zuccheri e vitamine B e C, potassio, magnesio e zinco, evento correlato all’insorgere di fiacchezza e dolori muscolari. L’ipoglicemia così creatasi riduce l’efficienza del nostro cervello, portando allo sviluppo di tremolio alle mani, sudorazione e convulsioni.
Il Morning Glory Fizz funziona?
Proviamo a verificare se la teoria riguardante l’assunzione di questo drink come rimedio all’hangover mattutino possa avere delle correlazioni concrete con quello che oggi sappiamo a riguardo della “chimica della sbronza”: attenzione, però, non stiamo assolutamente sponsorizzando la bevuta del Morning Glory Fizz come medicina o rimedio al vostro gozzovigliare agnostico (tutt’altro, io ti consiglio sempre morigeratezza nel consumo di prodotti alcolici, e una sana permanenza a letto fino a che la gestione dei postumi e del senso di colpa non ti permetta di guardarti allo specchio senza vergognari di te stesso), ma stiamo provando a verificare se gli usi dei nostri antenati possano avere dei collegamenti con le conoscenze scientifiche in nostro possesso.
Ingrediente per ingrediente
Partiamo dalla fine: la soda. Oltre che a rappresentare un’importante fonte di acqua per affrontare la “sete del mattino dopo”, all’epoca di Harry Johnson la bevanda effervescente veniva realizzata con l’utilizzo del bicarbonato di sodio (o baking soda), un sale dell’acido carbonico che nel reagire con lo ione idrogeno presente nell’acqua viene convertito in anidride carbonica e sodio (quest’ultimo, un elemento chimico fondamentale nell’esercizio delle funzioni cellulari, come nel caso delle pompe sodio-potassio).
Lo zucchero: l’elevata dispersione di acqua descritta nel capitoletto precedente porta ad un abbassamento della concentrazione degli zuccheri circolanti nel nostro organismo, con conseguente mal di testa e spossatezza. Questa ipoglicemia può essere efficacemente contrastata con l’assunzione di zuccheri semplici, velocemente metabolizzabili per provvedere al fabbisogno energetico del nostro corpo “in ripresa”.
L’albume d’uovo: fra gli elementi che costituiscono questo ingrediente ritroviamo zolfo, sodio, potassio, fosforo, magnesio, calcio e ferro, numerose differenti vitamine B, oligoelementi ed elettroliti, tutti “mattoncini” desiderabili per risanare un fisico debilitato dal consumo smodato di alcolici.
Assenzio: prodotto a partire da assenzio (una pianta conosciuta fin dall’antichità per le sue doti curative, utilizzata per stimolare l’appetito, per le sue qualità sulle funzioni epatiche e come rimedio al mal di testa), anice (effetto antispasmodico e stimolante lo stomaco e l’intestino) e semi di finocchio (conosciuto per l’alleviamento dei dolori addominali e dei crampi allo stomaco), sembrerebbe possedere tutte le carte in regola per migliorare la qualità delle prime ore seguenti al risveglio.
Succo di agrumi: oltre al loro apporto di vitamina C, nel corso di recenti ricerche è emerso che la loro assunzione (come quella di altri alimenti) può comportare l’aumento o la diminuzione delle attività enzimatiche dell’alcol deidrogenasi e dell’aldeide deidrogenasi. Nel caso del succo di lime, la sua assunzione aumenterebbe di circa il 29% l’efficienza dell’ADH e di circa il 33% quella dell’ALDH. Dallo studio è emerso che il consumo di caffè è assolutamente da evitare al risveglio (-42,75% ADH, -53,44% ALDH) e che sarebbe meglio assumere cibi come il pomodoro (+57,25% ADH, +41,19% ALDH), i cetrioli (-18,37% ADH, +87,25% ALDH), le pere (+22,11% ADH, +90,98% ALDH) e il formaggio Cheddar (+97,31% ADH, +18,63% ALDH).
E il Whisky?
Qui si apre un paragrafetto interessante.
Già, l’alcol etilico è il principale fattore a contribuire agli effetti percepibili dell’hangover mattutino, ma bisogna fare qualche ulteriore precisazione. L’etanolo non è l’unico alcol presente nelle bevande spiritose: un altro componente è, infatti, il metanolo, o alcol metilico. Nella sua interazione con l’alcol deidrogenasi quest’ultimo viene convertito in formaldeide e acido formico, estremamente tossici e forti contributori dei malesseri post-sbronza. Tuttavia, se il metanolo non subisce l’interazione con l’ADH, questi viene facilmente espulso dal nostro organismo attraverso le urine ed il respiro.
Per quanto possa sembrare assurdo, per prevenire la destrutturazione dell’alcol metilico è buona pratica assumere alcol etilico, questo perché l’ADH ha un’affinità maggiore nei confronti di quest’ultimo, intervenendo più efficacemente e preferibilmente sulla sua disgregazione.
Quindi, il consumo mattutino di alcol etilico andrebbe a contrastare la formazione della formaldeide e dell’acido formico.
Se torniamo ai tempi di Harry Jonhson, non ci sorprende realizzare che all’epoca gli spiriti di pessima qualità e con una presenza di alcol metilico più elevata fossero serviti con maggiore frequenza e che, al contrario, la tipologia di Scotch Whisky reperibile su mercato fosse quella dei Single Malt, spesso con una gradazione alcolica superiore ai 50° (con una percentuale più elevata di alcol etilico rispetto ai Blended Scotch Whisky a circa 40°, che hanno iniziato ad essere prodotti e ad essere reperibili sul mercato statunitense nella prima metà del Novecento).
Per Concludere
Valutando singolo ingrediente per singolo ingrediente, è molto curioso notare come tutti gli elementi che compongono il Morning Glory Fizz possiedano delle qualità in grado di mitigare i postumi della sbronza, o almeno di velocizzare i tempi di recupero. Come già detto, non voglio sdoganare un uso irresponsabile delle bevande alcoliche, ma è interessante capire come al drink fossero associate delle capacità curative, così come si può intuire dal suo stesso nome.
La struttura del Morning Glory Fizz
Il Morning Glory Fizz è un drink davvero elegante ed avvolgente: la nota di malto del Whisky scozzese è arricchita dall’apporto erbaceo dell’assenzio e ammorbidita dall’albume d’uovo, che dona un sentore vellutato al drink sul palato. Il succo di agrume aggiunge la sempre apprezzata componente di freschezza, arrotondata e resa più armonica dallo sciroppo di zucchero, così da rendere ogni sorso rubato al bicchiere una gioia per i sensi.
Indice
Harry Johnson
La ricetta sul libro di Johnson prevedeva la parte acida degli ingredienti del Mornin Glory Fizz composta da succo di limone e succo di lime, insieme
Effetto a cappello
Per ottenere il classico cappello compatto dei Fizz, prima di filtrare il drink nel bicchiere, versa un piccola quantità di soda.