
Milk Punch
Prima che la miscelazione giungesse nel Nuovo Mondo, prima del Mint Julep e dello Sherry Cobbler, prima dello shaker e del Mixing glass, prima di tutto il resto, c’era il Milk Punch.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Scalda separatamente alla temperatura di 37°C in due contenitori il latte da una parte e tutti gli altri ingredienti nell’altra .
Versa il drink nel latte, e non viceversa. Puoi anche miscelare il composto con un barspoon per favorire l’interazione fra le proteine del latte e la componente acida del cocktail.
Attendi qualche minuto che il latte cagli e trasferisci il composto all’interno di un imbuto rivestito di un filtro carta, come quelli per il caffè filtro V-60, posto sopra ad una caraffa.
Il Milk Punch gocciolerà lentamente nel contenitore sottostante completamente chiarificato, mentre il residuo solido verrà trattenuto all’interno dell’imbuto dal filtro.
Imbottiglia, etichetta e all’occorrenza versa 150 ml di Milk Punch in un Double Rock glass da 350 ml freddo colmo di ghiaccio (meglio se un chunk). Infine, decora con una spolverata di noce moscata.
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Periodo storico
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Indice
La struttura di base
Come racconto sempre nel corso di Miscelazione Avanzata che tengo presso il Laboratorio di Drink Factory, il ruolo che ha avuto il Punch per la storia della miscelazione non è secondo a nessun altra ricetta o struttura che oggi conosciamo e misceliamo. Per spiegare quanto l’impatto del Punch sia tutt’oggi ancora fondamentale e contemporaneo, ai corsisti chiedo di immaginare il Punch come se fosse “l’antenato” comune di praticamente tutti i drink che prepariamo: dalla rielaborazione delle sue componenti, infatti, derivano tutte le altre famiglie di cocktail.
Il Punch è una bevanda ancestrale già̀ diffusa a partire dal XVII secolo nelle zone geografiche del mondo toccate dalle navi dei marinai inglesi e composta da 5 elementi: parte alcolica (distillato), parte dolce (zucchero o sciroppi), parte acida (agrumi o altri ingredienti acidi), parte debole (diluizione), parte speziata (spezie, tè, Bitters). Data la grande popolarità che la miscela riscosse fin dai primi tempi successivi alla propria creazione, venne sviluppata una filastrocca che permettesse di prepararlo senza dimenticarne la ricetta: One of sour, two of sweet, three of strong, four of weak (and five of spices). Le versioni contemporanee che oggi prepariamo hanno differenti proporzioni fra i loro elementi, ma la struttura di base del Punch è praticamente invariata da oltre 400 anni.
Le prime testimonianze
La prima menzione a stampa del Milk Punch, come ci racconta l’inconfutabile David Wondrich nel suo libro Punch del 2010 e sul The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021, risale al 1711 e al libro di ricette della casalinga Mary Rockett, anche se il drink viene citato già a partire dal 1688 da William Sacheverell, in un resoconto di viaggi riguardante l’isola scozzese di Iona; mentre per la popolarizzazione del Milk Punch, e forse addirittura la propria creazione, possiamo spingerci fino alla figura di Aphra Behn (1640 – 1689), scrittrice, poetessa e drammaturga inglese, la prima donna della letteratura d’oltremanica a guadagnarsi da vivere per merito delle proprie opere. La prima menzione a stampa di un English Milk Punch su un ricettario dedicato alla miscelazione la possiamo trovare, invece, sul libro di Jerry Thomas del 1862, The Bar-Tender’s Guide.
Il primo drink in bottiglia
Proprio come altri Punch dell’epoca, anche il Milk Punch si prestava ad una bevuta conviviale, in cui più persone consumavano la bevanda prelevandola dalla bowl in cui era stata preparata, ma non sono rari i riferimenti alla pratica di imbottigliare il drink. Come riporta Wondrich, le due versioni (ready-made e pre-bottled) sono prodotti totalmente differenti: la prima gioca le proprie carte vincenti sulla qualità e sulla freschezza degli elementi latticini presenti nella ricetta, spesso una miscela di latte, crema e panna, che connotano in maniera univoca la morbida consistenza della bevanda; la seconda, chiamata anche Milk Punch chiarificato, prevede che il latte cagli a contatto con l’ingrediente acido, andando col tempo a sedimentarsi sul fondo del contenitore in cui è realizzato, portando con sé una serie di elementi organici instabili, così da allungare la shelf-life della bevanda e donare alla miscela una leggera nota di yogurt.
La chiarificazione fu infatti una delle prime tecniche di conservazione per determinate tipologie di prodotti alimentari, specialmente in epoche storiche in cui la refrigerazione era ancora agli albori, quando non del tutto assente. Il Milk Punch chiarificato era così conosciuto ed apprezzato che la giovane Regina Vittoria d’Inghilterra conferì una menzione imperiale d’onore a Nathaniel Whisson, produttore della bevanda e fornitore ufficiale della Casa Reale.
Indice
Qualche precisazione
La chiarificazione avviene perché il latte caglia a contatto con la parte acida trattenendo la parte solida.
Non esiste una ricetta universale del Milk Punch. Puoi variare la base alcolica, il tè o utilizzare un infuso di spezie, utilizzare altri ingredienti acidi o personalizzare lo sciroppo.
Il servizio
Consiglio di preparare in drink in più dosi e servire 150 ml di prodotto a persona.
Cosa vuol dire chiarificare?
Chiarificare non significa rendere completamente trasparente un liquido, ma cristallino, eliminando la sospensione solida e permettendoti di guardare “attraverso” il drink.