Chicago Fizz
Un Fizz poco conosciuto ma dal grande impianto aromatico, giocato sulle note di frutta matura del rum giamaicano e del Porto Ruby: un connubio antico ma vincente.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti ad eccezione della soda in un Boston. Dopo aver effettuato una Dry Shake o montato gli ingredienti con un aerolatte, shakera con ghiaccio e filtra in un Fizz glass freddo e senza ghiaccio. Aggiungi la soda fredda e miscela delicatamente con il barspoon. Infine, sprizza gli olii essenziali di un twist di limone sulla superficie del drink.
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Indice
The Hyphen
Il Chicago Fizz non è un drink dalla storia particolarmente interessante o articolata. Sappiamo che, malgrado il nome richiami alla “Windy City” degli Stati Uniti, questo Fizz sembra aver acquisito popolarità al Waldorf-Astoria Hotel di New York negli anni precedenti al Proibizionismo. Come riporta David Wondrich sul proprio The Oxford Companion to Spirits & Cocktails del 2021, il bar della struttura fu uno dei più influenti dell’epoca, negli Stati Uniti e in tutto il resto del mondo, per quanto riguarda la popolarizzazione delle bevande miscelate. Nato nel 1897 dalla fusione del Waldorf all’angolo fra la Fifth Avenue e la 33sima Strada e l’adiacente Astoria che occupava il resto dell’isolato, fu il più grande e moderno albergo del proprio tempo. Conosciuto anche con il nomignolo di Hyphen (“trattatino”, ripreso dal segno grafico che unisce i due nomi in uno solo), il bancone del bar era realizzato in mogano e ottone e sovrastato da due statue in bronzo raffiguranti un toro e un orso. Il Waldorf-Astoria era frequentato da capitani d’industria e uomini dell’alta finanza: fra le sue mura passarono personalità del calibro di J.P. Morgan, William “Buffalo Bill” Cody e William Butler Yeats.
Bartender irlandesi
Durante gli anni del Proibizionismo l’Hotel venne trasferito fra Park Avenue e la 49sima Strada e al suo posto venne eretto l’Empire State Building. Se all’epoca del suo massimo splendore pre-Proibizionista le figure professionali più apprezzate nel campo della miscelazione a New York erano di origine tedesca (pensiamo a Harry Johnson e William Schmidt), il Waldorf-Astoria fu caratterizzato da una connotazione geografica differente: gran parte dei suoi head bartenders furono infatti irlandesi di nascita o di estrazione, come John E. “Curly” O’Connor, Johnny Solan, Phil Kennedy, Micheal Killackey e Edward Murnane. Sembra che a questo fattore si debba l’anomala frequenza di cocktail miscelati con l’irish whiskey presenti fra le pagine del libro Old Waldorf Bar Days scritto da Albert Stevens Crockett. Proprio sul ricettario dell’albergo, edito nel 1931, troviamo una delle prime menzioni del Chicago Fizz, solamente di qualche anno posteriore alla prima del Manual of Mixed Drinks di Jacques Straub (1913).
La struttura
Sulla struttura di base dei Fizzes ho già speso più di qualche parola all’interno delle schede realizzate per i drink di questa famiglia (Gin Fizz e Ramos Gin Fizz). A colpire, nel caso del Chicago Fizz, è di sicuro l’accostamento non scontato fra il Porto e il rum giamaicano, ma tieni presente che l’abbinamento risulta già essere citato in antiche ricette di punch conviviali o di altri drink ugualmente antichi.