Blue Blazer
Ne hai visto la rappresentazione su disegni o stampe d’epoca: un tizio con baffi e panciotto che fa passare del liquido infuocato fra due tazze in argento. Cento anni prima del flair, c’era il Blue Blazer.
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Preriscalda con acqua calda le due tazze di metallo con manico. Una volta svuotate, riempi una tazza col whisky e l’altra con l’acqua bollente e lo zucchero. Con l’aiuto di una fonte di calore a diretto contatto con il fondo della tazza, dai fuoco al whisky, lascialo brevemente bruciare e poi versalo nella tazza con l’acqua e lo zucchero. Ora, passa la miscela infuocata di alcol, acqua e zucchero da una tazza all’altra per 4 o 5 volte, cercando di aumentare progressivamente la distanza fra le due, rendendo il passaggio più spettacolare. Finito tutto, spegni la fiamma coprendo la tazza con la miscela infuocata con il fondo della tazza vuota. Versa nella Copper Mug, sprizza gli olii essenziali di un twist di limone e lascia cadere la scorza dell’agrume all’interno del bicchiere di servizio.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatore
Periodo storico
Iscriviti!
Indice
Le bugie di Jerry Thomas
Jerry Thomas fu il primo bartender ad aggiudicarsene la paternità, nel suo The Bartenders’ Guide del 1862. Ricerche più specifiche e recenti dimostrerebbero che già nel 1827, sul Journals of the Ocean, William August Weaver, ufficiale della marina statunitense, descrive un drink bevuto dai suoi marinai durante la guerra del 1812 chiamato Blue Blazes, che consisteva nell’essere una sorta di punch infuocato, ma purtroppo la lista degli ingredienti che lo componevano non viene riportata nell’articolo sulla rivista. Le capacità affabulatorie di Jerry Thomas partoriranno una versione molto intrigante della nascita del cocktail, che sarà descritta da Alan Dale, il giornalista che lo intervistò nel 1880 e che riportò la versione oggi accreditata: in un normale pomeriggio all’El Dorado Saloon di San Francisco, in un momento di ispirazione, Jerry si mise semplicemente ad infiammare dello Scotch Whisky (o del Cognac) e acqua e a passarli fra due tazze argentate coi manici, a distanza progressivamente maggiore, fino a che l’alcol presente nel distillato non fu bruciato del tutto. L’effetto scenografico della preparazione calamitò l’attenzione di tutti i presenti, che cominciarono ad ordinare il drink e a “pubblicizzarlo” nei loro racconti.
I bartender del St. Nichols Hotel
Lo storico David Wondrich, nel suo The Oxford Companion to Spirits & Cocktail del 2021, fa riferimento ad un’altra versione della storia, quella che vedrebbe Jerry Thomas aver appreso la preparazione del Blue Blazer alla fine degli anni ’50 dell’Ottocento dai bartender del St. Nicholas Hotel, a New York, famosi per l’abitudine di accendere “their Toddies on fire” e in servizio a poca distanza dal luogo di lavoro di Thomas all’epoca, l’Occidental Hotel.
La popolarità
In realtà, a contemplarlo sulla carta, il Blue Blazer ricorda molto un Whisky Skin (gli Skin sono una famiglia che prevede l’unione di un distillato e acqua bollente, decorata con una scorza di limone), in una variante addolcita dallo zucchero e resa coreografica dal procedimento ideato dal “Professore”. Comunque stiano le cose, il Blue Blazer godette di una certa fama crescente fino all’ultimo decennio del secolo quando, a furia di sperimentare varianti con altri prodotti alcolici e persa l’iniziale effetto sorpresa della tecnica spettacolare con cui il cocktail veniva preparato, cominciò a diminuire in termini di popolarità, per poi sparire del tutto agli inizi del Novecento.
Il segreto dietro alla sua realizzazione
Nemmeno la fine del Proibizionismo permetterà al drink di ritornare al suo antico apprezzamento, come specifica Wondrich, a causa di una specifica ragione: il Blue Blazer possedeva un segreto nella propria realizzazione, e quel segreto venne dimenticato col passare del tempo. Per permettere al whisky di prendere fuoco, infatti, il distillato doveva essere precedentemente riscaldato (eccolo, il segreto) o avere una gradazione superiore ai 50° alcolici. A partire dagli anni ’30 del Novecento, lo Scotch whisky importato negli Stati Uniti al termine del Proibizionismo non era più del tipo Single Malt dei tempi di Thomas, ma la più recente categoria del Blended Scotch Whisky, che raramente superavano la soglia dei 43,3°, motivo per cui, senza conoscere il necessario preriscaldamento, risultava difficile che il distillato prendesse fuoco. Fu solo all’inizio della Cocktail Renaissance di fine Novecento ed inizio Nuovo Millennio che Dale DeGroff, riscoperta la pratica di portare il whisky ad una corretta temperatura di riferimento, prese nuovamente a miscelare il Blue Blazer come veniva realizzato dal “Professor” Thomas e permise a noi, suoi contemporanei, di apprezzarne la portata storica e scenografica.
Indice
Non solo show
Provate ad usare differenti distillati, così da variare la proposta del drink.
Per dare un tocco interessante di sapore, provate ad utilizzare uno zucchero che non sia bianco, come ad esempio un Muscovado o di palma da cocco.