
Mikan
Mandarino, whisky giapponese e soda water per questa ricetta ispirata al Mizuwari.
- Scheda
- Storia
- Note
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Versa tutti gli ingredienti in un Collins glass freddo colmo di ghiaccio e miscela delicatamente.
Info
Famiglia
Tipologia
Creatore
Periodo storico
Iscriviti!
Indice
La struttura
Mikan prende spunto da un drink della tradizione giapponese, il Mizuwari. L’idea di base è stata quella di impreziosire la tradizionale struttura di whisky nipponico e acqua naturale integrando delle delicate note agrumate e di rivitalizzare la bevuta sostituendo all’acqua liscia la Soda Water di Galvanina. Nel corso della mia esperienza ho più volte constato che il succo di mandarino è un elemento molto azzeccato da affiancare al distillato giapponese: la sua acidità non è spinta, così come la sua dolcezza, e riesce a conferire un sentore erbaceo e leggermente amarognolo che ben si integra alle note calde e impercettibilmente torbate del whisky prodotto nel Paese del Sol Levante. Se hai intenzione di proporre Mikan a qualche cliente, ricorda però che non è un drink per tutti i palati: volendo mantenere una stretta connessione con il Mizuwari, la sua secchezza potrebbe risultare ostica alle persone avvezze a drink più morbidi e armonici.
Il nome
In giapponese il termine per “mandarino” è mikan.
Il mandarino (Citrus reticulata) è considerato uno dei tre agrumi “originali” da cui, attraverso incroci e ibridazioni naturali o indotte dall’uomo, sono derivate tutte le altre specie di agrumi che conosciamo oggi (gli altri due sono il cedro e il pomelo). Le sue origini sono tracciabili in Cina e Indocina, dove era coltivato e apprezzato da millenni. Il nome stesso, “mandarino”, si ipotizza derivi dal colore delle vesti dei “Mandarini”, le massime autorità dell’antica Cina, che erano di un arancio intenso, richiamando la tonalità del frutto. Il termine indicava anche la lingua elitaria del Nord della Cina.
Per molti secoli, il mandarino rimase confinato alle sue terre d’origine. Fu introdotto in Europa relativamente tardi rispetto ad altri agrumi, nella prima metà dell’Ottocento. Le prime attestazioni della sua presenza nel continente risalgono al 1805 circa, quando un esemplare fu portato a Malta e successivamente in Sicilia. Il clima caldo e favorevole del Mediterraneo, in particolare della Sicilia e della Calabria, si rivelò ideale per la sua coltivazione. Il mandarino si ambientò così bene da diventare rapidamente uno dei frutti più apprezzati e diffusi sulle tavole europee. Già nel 1840, in Sicilia, si registravano i primi impianti attorno a Palermo.
Indice
Mandarini tutto l’anno
Nella lettura della ricetta è possibile che tu abbia pensato che il drink in questione sia un’interessante proposta per il prossimo autunno/inverno. In realtà, con le dovute accortezze, è un cocktail che puoi proporre durante tutto il corso dell’anno, poiché la spremuta di mandarino è un ingrediente è capace di donare alle tue creazioni un’acidità delicata ed una dolcezza non invadente.
Ma allora come fare se i mandarini crescono solo dopo la stagione estiva? Io utilizzo la Purea di Mandarino dell’azienda francese Ponthier, realizzata al 100% con succo di mandarini all’apice della maturazione, senza conservanti né coloranti. Si trova in pratiche confezioni da 1 kg e una volta aperte possono essere smaltite fino a 13 giorni da quella data se correttamente stoccate.